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La Calabria e la Civiltà del Mare : Popoli del mare di Oreste Kessel Pace

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Oreste Kessel Pace, è un prolifico autore con quasi 30 romanzi, 60 racconti e poi centinaia di poesie a sfondo storico-mitologico, saggi e opere letterarie varie.

Alcuni giorni fa a Siderno Kessel ha presentato il suo ultimo lavoro “POPOLI DEL MARE”.

 

 

 

 

 

“Con le sue oltre cento pagine, 97 immagini, in carta patinata palatina elegante, il libro “POPOLI DEL MARE” (due edizioni in 4 mesi) presentato a SIDERNO contiene le preziose traduzioni di steli, papiri e altri reperti di faraoni come Ramses, traduzioni di tavolette sumere, ittite e altri reperti archeologici che hanno scritto la storia dell’Uomo.

Imperi perduti. Battaglie impressionanti. Eventi epocali. Antiche religioni. Guerrieri e migrazioni di popoli. Distruzioni di interi regni. Eroi. Miti scomparsi e dimenticati.

A partire dal IV millennio a.C. una coalizione di popoli provenienti dalla attuale sud Italia (di origine forse anatolica e indoeuropea stanziatasi nei millenni precedenti) per una serie motivi di ordine naturale e sociale, invadono praticamente tutti i territori (isole comprese) del mondo conosciuto e, soprattutto, il bacino centrale del Mediterraneo. Entrano, ovviamente, in collisione con i grandi imperi (ad esempio gli Egizi) e provocano sia la scomparsa di alcuni di essi, sia il decadimento e la rinascita di nuove civiltà con nuove caratteristiche antropologiche (ad esempio i Fenici)”.

Ecco cosa ha detto Kessel:

“Siamo fatti di mare, amici miei. Di mare!

Il nostro sangue ha la salsedine. Proprio così.

Siamo Civiltà del Mare, POPOLI DEL MARE.

Lo sono stati i nostri antenati e lo siamo noi, oggi.

Il mare riflette il nostro essere uomini fin nel profondo della nostra intimità sociale.

Ci specchiamo in esso! La nostra immagine è quella dell’Umanità moderna.

Non ci sono segreti. Non ci sono misteri. Solo e soltanto NOI: con i nostri errori e le nostre vittorie. Il mare riflette la vita e la morte.

Non perché fanno parte dell’esistenza ma per il semplice fatto che, a volte, siamo noi a scegliere. Se provochiamo dolore nel nostro territorio e chiediamo aiuto al mare per spostarci in un altro, porteremo con noi il riflesso del dolore e faremo del male anche negli altri territori.

Perché il mare non divide, non separa, non allontana, non lava le coscienze: le riflette e le conserva. Se uccidiamo le donne nel nostro mondo, lo faremo anche negli altri.

Se siamo degli ignoranti che praticano la guerra nel nostro stato, faremo la guerra anche negli altri stati. Se massacriamo i bambini qui, lo faremo anche al di là del mare.

Il mio libro dimostra che già 6 millenni or sono si commettevano molti errori ed il mare li amplificava.

Ma attenzione: oggi esiste il male e la morte provocata dall’Uomo perché non abbiamo capito niente dai libri di storia. Tutto qui.

Con un punto in più a nostro sfavore: oggi non lo facciamo per sopravvivere (come quasi sempre accadeva tra le civiltà più antiche) ma per motivi politici, economici, di fanatismo religioso ed altre ignoranze varie.

Lo scopo più importante di fare ricerca e scrivere la storia, risiede nel capire gli errori del passato per correggere il presente e generare un futuro migliore.”

Mi immagino su un terrazzo del centro storico in faccia al mare a leggere questo libro di cui nessuno dovrebbe privarsi! Magari prestato dalla nostra biblioteca civica appena sarà riaperta, se sarà riaperta.

Giuseppe Marchese

Redazione TirrenoNews

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