Chi lo ha detto che il fascino degli Stati Uniti d'America è tale da convincere qualsiasi buon ingegnere o scienziato a trasferirsi oltreoceano e abbandonare gli studi iniziati nella nostra meravigliosa Calabria?
Ditelo a Massimo La Deda, un validissimo chimico nato a Catanzaro, partecipe di una stat up in grado di raggiungere importantissimi traguardi nel campo della fotochimica. Il grande merito di questo giovane scienziato è stato quello non solo di ideare un materiale elettrocromico innovativo, in grado di dar vita ad una piccola rivoluzione nel settore della bioedilizia, ma soprattutto quello di resistere ai richiami della California e degli scienziati che avrebbero voluto che il progetto di Notredame (il nome della start up di Massimo La Deda) fosse sviluppato in territorio statunitense.
Condizionatori senza condizionamento
L'idea progettuale del gruppo Notredame si basa sull'alleggerimento di determinate tecnologie termiche, al punto da consentire la costruzione di sistemi di isolamento decisamente più efficienti, in grado di favorire un risparmio energetico del 30%. Tradotto in altri termini, la start up calabrese si propone di porre una valida alternativa all'uso di condizionatori d'aria negli uffici e negli appartamenti privati e dare vita ad un'alternativa energetica più sostenibile.
Ad un migliore indice di isolamento corrisponde un utilizzo ridotto degli impianti di riscaldamento in inverno ed una minore dipendenza di aziende e famiglie dall'utilizzo di climatizzatori caldo o freddo.
L'impiego di questa nuova tecnologia, frutto della ricerca fotochimica applicata ai nanomateriali usati nella costruzione degli edifici risolverebbe definitivamente anche i problemi estetici legati al mondo del condizionamento. Al di là di ogni problema condominiale legato alla presentabilità della facciata esterna del palazzo e la difficoltà nel riuscire ad installare un condizionatore inverter multisplit sul balcone, l'invenzione del team di sviluppo di Massimo La Deda può essere considerata con orgoglio da tutti noi calabresi.
Quella che sembrava apparentemente la soluzione più semplice per migliorare l'impatto estetico, ovvero quella di montare dei condizionatori senza unità di scarico di condensa, sembrerà quasi “antica” quando la Notredame ultimerà il suo brevetto. Il boom di climatizzatori privi di unità esterna, decisamente meno “appariscenti” di quelli tradizionali, a cui abbiamo assistito questa estate nel Crotonese e nell'area di Reggio Calabria, è sintomo di una società ormai dipendente dall'aria condizionata.
In futuro, speriamo non troppo lontano, non ci sarà più una gara per acquistare il miglior condizionatore sul mercato italiano o la caccia all'offerta del sistema di climatizzazione super silenzioso, ma la costruzione di nuove strutture o l'ammodernamento di quelle più datate, utilizzando i materiali nanostrutturati creati dal gruppo di Massimo La Deda.
Il fatto che con tanta ostinazione questa fantastica realtà lavorativa voglia rimanere entro i confini calabresi per dare la giusta visibilità alla nostra terra, nella speranza di creare maggiore occupazione, è un avvenimento che può rendere orgogliosa l'intera regione. Sapere che oltre al festival del peperoncino e tragici avvenimenti di cronaca, il Mondo possa parlare della Calabria anche per risorse scientifiche nel campo del condizionamento