Il sole 24 ore.
Il 2 settembre il Sole 24 ore pubblicava “Calabria verso 9 milioni di presenze, oltre il record registrato nel 2007” nel quale si legge:
A conti fatti è stato un boom: i turisti hanno premiato la Calabria.
Record di presenze, soprattutto straniere, alberghi e villaggi sold out. Piene le case vacanza, gli alberghi diffusi nei borghi, gli agriturismi e i nuovi cohousing dove fare esperienze in autentico stile local.
Sette le bandiere blu della Foundation for Environmental Education sul mare di Soverato, Roseto Capo Spulico, Praia a Mare, Trebisacce, Cirò Marina, Melissa e Roccella. Ma depuratori e scarichi abusivi hanno guastato la festa in molte località balneari, nonostante i programmi di riefficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti.
Dagli esami condotti nel mese di luglio da Goletta Verde di Legambiente, su 24 punti in prossimità delle coste (alle foci di fiumi e torrenti), 9 sono risultati fortemente inquinati (lo scorso anno, però, erano il doppio). In provincia di Reggio Calabria 3 su 6. Prelievo oltre i limiti consentiti a Ricadi (Vibo Valentia), alla foce del torrente Ruffa. Inquinato un punto allo sbocco del torrente Britto a Marina di Nicotera (Vibo Valentia). E non è andata meglio sul Tirreno.
I campionamenti eseguiti dall’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente modificano di giorno in giorno la situazione. Le attività calendarizzate secondo le indicazioni del ministero della Salute non sono ancora terminate, ma, nonostante segnalazioni, lamentele e anche qualche denuncia, il trend, rispetto allo scorso anno (692 km di spiaggia balneabile e meno di 20 vietati) risulterebbe positivo. «Perché - spiega con dati alla mano il responsabile della comunicazione di Arpacal Fabio Scavo – non sempre un mare non pulito è un mare inquinato. Se cambia colore in molti casi è per le fioriture algali, se compaiono strisce parallele alla costa sono responsabili le mucillagini. Quando non funzionano i depuratori o ci sono scarichi abusivi, in genere, il mare si chiazza».
Protagonista della fiera del turismo di Shanghai, segnalata nella top list della prestigiosa Rough Guides, citata da Mastercard (“perla nascosta d’Europa”), dal Telegraph, dal Guardian e dal New York Times (meta imperdibile per il 2017, soprattutto per meriti enogastronomici), la Calabria scopre di essere diventata una destinazione cult per europei, cinesi e americani. Restando comunque un punto di riferimento anche per il turismo di prossimità. Gli stranieri, al 31 luglio, sono aumentati del 4,6% rispetto allo scorso anno. Il mercato italiano registra invece un incremento del 3,4%. Che tradotti complessivamente in presenze sono per il momento 140mila in più. Per il dipartimento regionale del Turismo è già record: «Il picco massimo degli ultimi 20 anni è stato raggiunto nel 2007 e si trattava di 8,8 milioni di presenze», dichiara il dirigente regionale Rodolfo Bova. Quest’anno si prevede di raggiungere i 9 milioni. Il tasso di occupazione delle strutture ricettive è dell’80% fino al 10 settembre.
«La Calabria ha il parco alberghiero più nuovo d’Italia e le camere più ampie rispetto alla media nazionale», sottolinea Vittorio Caminiti presidente di Federalberghi Calabria. La regione è quarta per numero di aziende, 767 hotel (+ 18,5% negli ultimi 5 anni), 40.402 le camere, 85.862 i posti letto (+50,7%, seconda dopo la Basilicata). Più capienti le strutture ricettive a 5 stelle (+15,1% di nuove stanze) e in aumento quelle a 4 stelle (+14%) che insieme rappresentano il 43,8% degli alberghi, un dato superiore alla media nazionale (36,7%).
Il recente rapporto sul turismo elaborato da Unicredit e Touring Club evidenzia che il 54,4% dei posti letto è offerto dagli alberghi, il 34,9% da campeggi e villaggi turistici, il 3,5% da agriturismi, altrettanto da bed & breakfast e il 2,2% da alloggi in affitto.
I turisti cinesi sono attesi per la prossima primavera. Sarà una prova impegnativa per gli operatori locali: la Calabria - unica regione d’Italia - ha ottenuto la certificazione Welcome Chinese, riconoscimento strategico per il 2018, anno del turismo Europa-Cina. Il marchio indica uno standard esclusivo, disposto dalla China Tourism Academy. Ispettori e tour operator hanno visitato la regione, valutando sicurezza, alberghi, prima colazione, circuiti delle carte di credito, QRcode, segnaletiche e traduzioni. «Si stima che i turisti cinesi trascorreranno in Calabria almeno 3 giorni del loro tour europeo - spiega Angela Vatrano del dipartimento regionale del Turismo - viaggiano prevalentemente in primavera e in autunno, spendono molto, ma sono anche molto esigenti».
Il flusso dei vacanzieri non si è arrestato nemmeno di fronte alle condizioni più scoraggianti: di tre aeroporti regionali, funziona a pieno regime solo Lamezia Terme, nonostante su più fronti il governatore Mario Oliverio spinga “sull’accessibilità per intercettare la domanda turistica e determinare la crescita della regione”. Dai dati di Assaeroporti risulta che i viaggiatori internazionali, che volano solo su Lamezia, sono aumentati del 60% rispetto a un anno fa, una percentuale 6 volte superiore alla media nazionale (9,6%). Attesi da Toronto fino alla fine di settembre, con il volo diretto dell’Air Transat, almeno 8mila turisti canadesi. L’attività charteristica registra un incremento del 3,4 per cento.
Dimostrano interesse per la costa, i borghi, la natura e l’enogastronomia anche gli americani: la nota imprenditrice del food Lidia Bastianich è ambasciatrice della Calabria per il mercato statunitense e sudamericano. Nel mese di giugno ha visitato la regione, gustando i piatti di chef stellati ed emergenti, che con la loro nuova visione del territorio e con materie prime eccellenti (7mila le aziende bio della regione) stanno contribuendo a decretarne il successo. In prima linea Caterina Ceraudo, migliore Donna Chef 2017 per la Guida Michelin, Luca e Antonio Abbruzzino, Nino Rossi, Antonio Biafora, Riccardo Sculli. E in erba ce ne sono altri.
Non è, dunque, solo il mare l’unico attrattore turistico. L’80% dei comuni in Calabria ha meno di 5mila abitanti: molti sono borghi e conservano una grande tradizione storica e culturale. Rappresentano il fulcro del nuovo turismo esperienziale, insieme alla natura: 3 parchi nazionali (Pollino, Sila e Aspromonte), uno regionale (Serre Calabresi), 6 zone di protezione speciale, 3 riserve regionali, costituiscono quasi il 40% del territorio calabrese, ricco di bodiversità. Per questo suo enorme potenziale, spesso messo a rischio dalla mano dell’uomo (negli ultimi mesi estivi gli incendi hanno provocato un vero disastro ambientale), la Calabria è diventata meta di chi pratica escursionismo, rafting, canoa, rampicate. Di chi ama i parchi avventura. È il polmone verde del Mediterraneo per tedeschi, inglesi e francesi. Che fra gli europei sono anche i golfisti più appassionati: attendono gli sviluppi dell’approvazione della legge che vorrebbe trasformare la Calabria in una Golf destination con cinque impianti da 700 mila metri quadrati.
Ernesto Greco di Cicas Turismo
Ieri 6 settembre Greco (Cicas) commenta i dati Sole 24Ore su turismo in Calabria e scrive:
“Il Sole 24 Ore ha recentemente pubblicato un articolo a firma Donata Marrazzo. “Turismo. Calabria verso 9 milioni di presenze, oltre il record registrato nel 2007”. Nello scorrere l’articolo e sin dalla prime righe, a parte l’evidenza che la Signora Marrazzo non conosce la Calabria (dopo aver parlato di inquinamento a Ricadi e Nicotera dice “E non è andata meglio sul Tirreno”), saltano all’occhio molte incongruenze ed affermazioni che non trovano riscontro nella realtà di chi di turismo vive e nel turismo opera quotidianamente. “A conti fatti è stato un boom: i turisti hanno premiato la Calabria” dice l’articolo. Ed ancora “alberghi e villaggi sold out. Piene le case vacanze, gli alberghi diffusi nei borghi, gli agriturismi”. Incompatibile! Se le strutture fossero state tutte piene come si vuol far credere non ci sarebbe stato quel fiorire di offerte e last minute anche per la settimana se non addirittura per il solo ponte di ferragosto. E quando una struttura è costretta a ricorrere a questo tipo di offerta vuol dire che l’intera stagione è andata veramente male. Negli ultimi quarant’anni, per alcuni e solo per alcuni, è stato necessario soltanto nel 1996. E poi, a chiunque è bastato dare uno sguardo alle spiagge, ai lidi attrezzati e soprattutto ai lidi delle strutture per rendersi conto dei posti vuoti sotto gli ombrelloni. A chi non frequenta le spiagge è il traffico a fornire informazioni in termini di quantità e di provenienza. Ed ancora i pullman dei vari Tour Operator che quest’anno sono stati praticamente assenti. Tutti segnali chiari e inconfutabili. Anche le contraddizioni sulla bontà delle nostre acque sono evidenti. Si citano risultati eccellenti e poi si scopre che Goletta Verde ha rilevato punti “fortemente inquinati” e si parla di depuratori e scarichi abusivi che “hanno guastato la festa”. E poi ancora le dichiarazioni del responsabile della comunicazione di Arpacal secondo il quale “non sempre un mare non pulito è un mare inquinato”. Come se ciò fosse cosa buona e giusta. Ed ancora a parlare di “fioriture algali” e via di seguito. Evidentemente pensano che il turista o il bagnante locale, vedendo l’acqua sporca si tuffa lo stesso: tanto è solo sporca, mica inquinata. Il portavoce Arpacal dovrebbe invece spiegare a tutti perché avviene la fioritura algale e perché si formano le mucillagini. Le motivazioni scientifiche esistono e vanno in direzione opposta a quanto ci si vuole far credere. Si afferma che la Calabria “scopre di essere diventata una destinazione cult” per cinesi, americani, ecc. e poi si dice che i cinesi forse verranno nel 2018. Ma in tour, non per soggiornare in Calabria!!! Infatti “Si ritiene che i cinesi trascorreranno in Calabria almeno 3 giorni del loro tour europeo – spiega Angela Vatrano del dipartimento regionale del Turismo – viaggiano prevalentemente in primavera e in autunno, spendono molto, ma sono molto esigenti”. Quindi attenzione: sono molto esigenti!!! O ci attrezziamo o l’occasione la perdiamo sul nascere. E poi ancora. “Il picco massimo degli ultimi 20 anni è stato raggiunto nel 2007 e si trattava di 8,8 milioni di presenze, dichiara il dirigente regionale Rodolfo Bova”. “Quest’anno si prevede di raggiungere i 9 milioni. Il tasso di occupazione delle strutture ricettive è dell’80% fino al 10 settembre”. Un altro proclama che poteva essere evitato! Il 2007 non è stato certamente un anno di magra per il turismo calabrese ma, in effetti, non c’è stato nessun boom perché si è solo recuperato una parte di quanto si era perso nel corso degli anni 2004, 2005 e 2006. Se poi si aggiunge che è stato l’anno in cui, per paura di minacciate sanzioni, molti operatori che prima non lo facevano, hanno compilato e presentato i Mod. ISTAT C/59, il gioco è fatto. Che poi si è voluto strombazzare ai quattro venti di un successo strepitoso, quasi imbarazzante, per motivi politici o per reconditi tornaconti è tutto un altro affare. Ma soffermiamoci un attimo sui numeri delle presenze e sul boom del 2017. Nell’articolo si riportano i dati relativi agli Hotel “La regione è quarta per numero di aziende, 767 hotel (+ 18,5% negli ultimi 5 anni), 40.402 le camere, 85.862 i posti letto (+50,7%, seconda dopo la Basilicata)”.
Scorrendo dati ufficiali del 2007, altro anno esplosivo, abbiamo quanto di seguito: Fonte: Comuni Italiani- Regione Calabria
Alberghi 719 – posti letto 74.388
Camping e villaggi 178 – posti letto 109.464
In affitto – posti letto 2.122
Agriturismo – posti letto 2.177
Altri esercizi – posti letto 1.986
Totale posti letto 190.137
Già qui i numeri non tornano. Se nel 2007 i posti letto in albergo erano 74.388 come è possibile che un incremento del 50,7% porta ad averne oggi 85.862?
Fonte: Osservatorio del turismo Regione Calabria – Ottavo rapporto sul turismo 2008 – riferimento anno 2007. Elaborazione dati Sirdat – Totale posti letto 193.399
Ora, se non consideriamo l’aumento del numero posti letto degli ultimi 10 anni e prendiamo per buoni i dati del 2007, abbiamo in totale 190.137 posti. Si dice che l’occupazione media è pari all’80% fino al 10 settembre. E’ lecito quindi considerare una stagione estiva di 90 giorni. Facendo due calcoli avremmo 190.137 x 90 = 17.112.330 presenze. Siccome l’occupazione è pari all’80% ( ma non era tutto pieno?) il numero di presenze si riduce a 13.689.864. Quindi la proporzione è 13.689.864 : 80 = 9.000.000 : x dove x è pari a 52,59. Ed ecco che l’occupazione media scende al 52,59%. Vogliamo chiede come è andata la stagione ad un albergatore che ha avuto una occupazione media del 52,59%? Tra 8.8 milioni, 9 milioni e 13.689.864 e tra l’80% ed il 52,59% qualche differenza c’è e qualcuno dovrebbe fare pace con se stesso. “La Calabria ha il parco alberghiero più nuovo d’Italia e le camere più ampie rispetto alla media nazionale, sottolinea Vittorio Caminiti presidente di Federalberghi Calabria”. E poi ancora si afferma che le strutture a 5 stelle e quelle a 4 “insieme rappresentano il 43,8% degli alberghi, un dato superiore alla media nazionale (36,7%)”. A parte qualche riserva sulle “camere più ampie rispetto alla media nazionale” non si può non sottolineare che l’alta percentuale di alberghi a 5 e 4 stelle non è altro che frutto di quella politica scellerata che continua a classificare con molta superficialità senza verificare la consistenza dei servizi effettivamente prestati alla clientela, la reale dotazione delle strutture e la relativa qualità. Infine, è fuor di dubbio che la gastronomia, i borghi caratteristici, le spiagge, i parchi naturalistici, i panorami invidiabili ed i sacrifici di molti operatori seri, rappresentino punti di eccellenza per la Calabria. Ed è proprio grazie a quest’insieme che ancora questa terra continua ad attrarre turismo. Senza attribuire alcuna colpa alla giornalista che, evidentemente in buona fede, pubblica un articolo mirato ad esaltare i risultati turistici della Calabria ma che ha un riscontro contrario e quindi non fa altro che ritorcersi contro la Calabria stessa. Per concludere, viene da chiedersi cui prodest? A chi può far comodo rendere pubblici ed enfatizzare dati e risultati eclatanti benchè non reali? Qualcuno che non sappiamo sta per caso preparandosi a replicare le nefandezze perpetrate nel 2007? Ci auguriamo di no”
Tirrenonews.
Ci fu un tempo in cui la regione calabria pubblicava i dati delle presenze turistiche nell’anno precedente.
Un sistema semplicissimo per capire se un anno era andato meglio o peggio di quello precedente e quindi per ascrivere meriti o responsabilità.
Oggi invece si scommette già a fine agosto su quelle che saranno le presenze dell’intero 2017!.
Ridicolo! Perché ,infatti, non aspettare la pubblicazione ufficiale dei dati del 2017 per paragonarli quelli del 2016?
Ah, già, dimenticavo che da qualche tempo i dati delle presenze non vengono più diffusi, come avveniva in passato, addirittura comune per comune, perché si preferisce restare nel vago, giocando di fioretto e tentando di prendere per c……. tutti i calabresi.
Maledetta politica che non vuole i giudizi degli elettori!
Maledetti elettori che non pretendono la verità!
La regione Calabria ed in particolare l’assessorato al turismo ci metterà in grado di ribattere ai due di prima ed ai vari politici locali che si improvvisano esperti di turismo ?