Sotto l'occhio ardente dello Stromboli e l'azzurro del Tirreno.“Con navi io giunsi e naviganti miei, fendendo le salate onde ver gente d’altro linguaggio, e a Temesa recando ferro brunito per temprato rame, ch’io ne trarrò”.
Basta solo guardarsi attorno, osservare le colline, fare magari una passeggiata all’aria aperta per scoprire la peculiarità del paesaggio, a volte selvaggio e incontaminato, colorato dall’argento dei propri ulivi, gli alberi sempreverdi e molto longevi di cui la Calabria ha fatto il suo punto di forza dell’economia regionale.
Oggi, infatti, è ai i primi posti tra i produttori di oli italiani. In Calabria, la produzione dell'olio è da sempre molto importante e curata. Questo perché, fino a qualche tempo fa, era l'unico sostentamento e poi perché quasi tutti hanno uno o più uliveti, mentre chi non ce l'ha spesso s'impegna a raccogliere quelle d'altri facendo a metà col raccolto.
È un lavoro molto impegnativo che dura, a volte, anche mesi. La presenza dell’ulivo è documentata almeno sin dal tempo dei Greci, tra l’VIII e il VII secolo a.C., quando la pianta arrivò nell’Italia meridionale importata dall’Asia Minore, ma si deve ai romani, con l’introduzione di importanti innovazioni e il perfezionamento delle tecniche olearie, l’enorme sviluppo e la diffusione di questa cultura antichissima.
Un ramoscello d’olivo, portato nel becco di una colomba, annunciò a Noè la fine del diluvio. Non è la sola leggenda che avvolge l'olivo e lo rende immortale. Zeus decise di dare in dono Atene e l'Attiva al Dio che avrebbe fornito a questa terra il dono più utile. A sfidarsi Atena e Poseidone. Poseidone fornirà il cavallo, Atena l'olivo. Zeus giudica vincitrice la dea sua figlia, sostenendo che il cavallo è per la guerra mentre l’olivo è per la pace.
Cielo azzurro /Campo giallo/ Monte azzurro/ Campo giallo/ Per la pianura deserta/ Sta camminando un olivo/ Un solo/ Olivo . Federico Garcia Lorca
Gigino A Pellegrini & G el Tarikin collegamento dalla Palestina