Se dovessimo misurare lo stato di salute dell’economia amanteana avremmo mille parametri uno confermativo dell’altro, ma tutti in negativo.
C’è stato un tempo in cui la economia amanteana era in forte espansione perché sfruttava una economia nazionale analoga ed attraeva investimenti e rimesse.
Gli emigranti inviavano i loro risparmi dando luogo innanzitutto a depositi e poi ad acquisti di terreni ed abitazioni.
Era il tempo in cui la gente aveva voglia di mare , di evasione, di futuro .
E molti costruivano alberghi e compravano seconde case.
Era il tempo in cui Amantea aveva tanti turisti .
Era il tempo in cui non si pagava l‘imu e le tariffe comunali erano molto contenute.
Era il tempo in cui la gente voleva case, case e negozi.
La popolazione cresceva e gli emigranti rientravano .
Poi tutto cambiò.
Tutto tranne l’appetito legato al possesso di terreni ed alla loro vendita.
Il possesso di un terreno agricolo era una vera e propria rendita , come lo era il possesso di un magazzino commerciale in una via commerciale.
Ora non si costruiscono più case come prima.
Ora dappertutto trovi cartelli vendesi, fittasi.
Sia di magazzini commerciai sia di case.
Ma il segnale più brutto ed indicativo della grave situazione economica del paese è il fatto che mentre prima c’è stata la corsa a fare diventare edificabile il proprio pezzo di terreno, oggi si tenta di fare il contrario.
E solo per non pagare l’IMU.
Non è che non si voglia pagare questa imposta , ma visto che i terreni non si vendono perché non si vogliono più nuove case, non resta che far diventare agricolo il terreno prima edificabile.