
Delle 14 società ambientali volute dai commissari per la emergenza ambientale in Calabria , se non erriamo, ne è rimasta una sola.
La Multiservizi di Lamezia Terme.
Cioè l’unica che è pubblica.
Tutte le altre, pubblico-private- sono miseramente finite.
Molte fallite, le altre chiuse per infiltrazioni mafiose.
Anche la nostra, l'Appennino Paolano che aveva sde nel PIP di Campora San Giovanni.
L’ultima vicenda, quella di Gioia Tauro, dove l’inceneritore sarebbe stata cosa dei Piromalli.
Di cui si legge sui quotidiani che “Veolia e Termomeccanica avrebbero pagato regolarmente il “pizzo” al clan della Piana per poter lavorare nella zona.
La “tassa ambientale” finiva nascosta tra i costi d’impresa delle due holding. Il costo per operare “tranquilli” si aggirava sui 30 euro a viaggio di camion”.
Il Fatto quotidiano parla di 80 euro a camion!
Questo è quanto emerge dall’inchiesta Metauros.
E tutti i clan ricevevano una quota delle estorsioni che le società che si sono avvicendate nella gestione dell’impianto sono state costrette a pagare.
Un sistema iper collaudato che si avvaleva anche di persone interne agli uffici del Commissario di Governo per la emergenza ambientale.
Alle infiltrazioni della ‘ndrangheta e della corruzione esiste una unica risposta possibile quale è quella della gestione pubblica dei servizi ambientali, atteso che i comuni non riescono a pagare tangenti.
E si intenda parliamo di gestione diretta senza alcuna cessione nemmeno parziale dei servizi.
Oggi le donne della Cigielle
di vera libertate la bandiera
levano al sole, per rivendicare
il sacro diritto all’
uguaglianza.
Moderni bruti, i miei contemporanei
in proprietà vorrebbero tenerle,
per farne oggetto di brutale abuso,
dimentichi che amor è elevazione
e cortesia, rispetto d’altrui stato.
Solo se pari e complementari
uomini e donne possono il piacere
provar di fare prospero il domani.
Se Venere celeste avesser nota,
di fiori, riso e grazia dispensiera,
anzi la donna sarebber riverenti,
della cultura dell’amor cortese
alunni. Mai sarebbero violenti
sul corpo e sopra l’alma delle donne.
Invece rozzi e ruvidi e incolti
si son ridotti ad essere e ignoranti.
Da questo non può nascer che violenza,
retrograda pretesa del possesso
di un corpo e di un’anima innocente,
facile preda sol perché indifesi
sono dinanzi a bruta forza maschia,
erede di caverna primordiale,
che ci riporta a prima della storia,
all’essere informe, che poi uomo
diventerà quando studio e amore
a strati costruiranno sua memoria,
per far la civiltà che poi umana
detta sarà nei secoli futuri.
Ma or si torna indietro e la memoria
si annulla. Questo agli uomini le donne
vogliono oggi ricordare in piazza,
perché uomini saggi siano e veri.
Cleto, 30 settembre 2017 Franco Pedatella
Ha un bel coraggio Giuseppe Ruperto , il battagliero presidente della Cooperativa Agricola ‘Le Macchie’ di Nocera Terinese e dirigente della Coldiretti, nonché ambientalista di fede privata e leader comitato Ricostruiamo il Ponte sul Savuto.
Un giovane che ama l’agricoltura e lotta i veleni che distruggono la bontà dei prodotti coltivati in pieno campo, senz’altro che l’acqua ed il sole.
Una cooperativa che ha una produzione agroalimentare di pregio e che è impegnata quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile.
Eppure le aanno bruciato circa 1000 balle di fieno oltre che attrezzatura agricola.
Temiamo anche noi che si tratti di un incendio doloso come dice anche la Coldiretti che gli ha espresso la propria convinta solidarietà:
“Protagonista di tante battaglie e denunce Giuseppe Ruperto, presidente della Cooperativa Agricola ‘Le Macchie’ di Nocera Terinese e dirigente della Coldiretti la notte scorsa è stato vittima di un incendio al suo capannone adibito a fienile che conteneva circa mille balle di fieno e altri attrezzi agricoli.
Da parte delle autorità di polizia, sono in corso i necessari accertamenti ma purtroppo pare trattarsi di ‘incendio doloso”.
Giuseppe Ruperto è stato da sempre in prima linea nella tutela del territorio ed al fianco degli agricoltori in diverse azioni di contrasto dei fenomeni di agromafie.
Infatti, ha denunciato i furti nelle aziende ed altri atti vandalici alle autorità di Pubblica Sicurezza ed è leader del comitato Ricostruiamo il Ponte sul Savuto.
Nel ringraziare Giuseppe per quanto ha fatto e che non si è mai tirato indietro quando le cose si sono fatte difficili - dichiara Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria - esprimiamo a lui e alla sua famiglia, una solidarietà senza confini, ma già stiamo operando offrendo la più ampia e concreta collaborazione.
Siamo altresì certi che gli organi inquirenti faranno piena luce sull’accaduto e restituiranno la giusta serenità al territorio”
Anche noi porgiamo a Ruperto ed agli altri soci della Cooperativa la nostra solidarietà e li invitiamo ad andare avanti.
Intanto intorno “solo silenzio”!