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Il ministro Clini certifica il disastro del sistema rifiuti in Calabria.

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Nel nostro articolo del 14 gennaio dal titolo : “Clini e Scopelliti: un “piano” per risolvere il problema dei rifiuti”, abbiamo già sollecitato i calabresi a pregare, certi come eravamo e siamo che il problema dei rifiuti sia quel fatto che dimostra oltre ogni ragionevole dubbio il dramma di questa nostra regione ( e poco importa che dimostri anche il dramma di altre regioni)

Un dramma certificato dal Commissario per i rifiuti che si auto proroga; certificato da un assessore all’ambiente che sfugge alle proprie responsabilità politiche; certificato da una classe politica regionale e provinciale che ignora fortemente la gravità della situazione; certificato da una classe politica di sindaci senza poteri e soprattutto senza soldi, che non paga i servizi e perfino si lamenta .

Ma ora arriva non solo il certificato ma la patente della incapacità della intera Calabria ad affrontare e risolvere il problema dei rifiuti nella regione

Una patente che per il momento viene dal ministro Clini ( quello che con Scopelliti avrebbe dovuto fare il piano: ma quando li mandano via questi pennivendoli che scrivono mirabolanti notizie smentite il giorno dopo con ennesime figure di cacca per la politica calabrese?), in attesa di quella europea

Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a margine di una conferenza sulla gestione dei rifiuti a Roma, ha detto che :

  1. 1)“Napoli continua ad essere osservata” dall’Unione Europea per quanto concerne la gestione dei rifiuti”
  2. 2)“a Palermo la situazione e’ drammatica”
  3. 3)“ a Reggio Calabria ci sono i rifiuti per strada e a Gioia Tauro c’e’ una rivolta dei sindaci” ed ha cortesemente dimenticato( forse per brevità voluta) tutti gli altri problemi.

Non basta. A chi gli chiedeva perché le emerge fossero tutte al sud, Clini ha risposto: “ probabilmente si tratta di un problema di governance di queste città che invece di seguire al strada più semplice di applicare le leggi e le direttive europee, ha continuato a gestire i rifiuti come un settore della spesa pubblica: questo ha prodotto costi enormi, sprechi, indagini giudiziarie su infiltrazioni della malavita, scarsa capacità di governo“.

Ed il ministro non sa che qualche situazione positiva c’è in Calabria ma che invece di essere difesa, tutelata, diffusa, viene e verrà osteggiata per il valore politico e mafioso del lavoro che il settore produce.

Né sa il sig ministro che questi strani appetiti creeranno se possibile una situazione ancora più difficile ed impossibile.

Clini,infatti, si limita a teorizzare che “non si puo’ dire no agli inceneritori, no agli impianti di Tmb e fare la differenziata per rifiuti che poi finiscono insieme in discarica: questo e’ segnale che l’obiettivo che si persegue non e’ il bene pubblico“.

Ma perché sig ministro il bene pubblico deve pure essere perseguito ? Non basta quello privato? Non basta quello del potere( quale poco importa!)

Redazione TirrenoNews

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