La Procura di Vibo Valentia chiude l’inchiesta dei carabinieri. Ipotizzati i reati di falso e truffa
La Procura di Vibo Valentia ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di venti dipendenti dell’Asp – distretto sanitario di Serra San Bruno accusati di essersi ingiustificatamente assentati dal posto di lavoro.
Venti gli indagati ai quali i carabinieri della Stazione di Serra San Bruno hanno notificato il provvedimento che va a colpire il fenomeno dell’assenteismo negli uffici pubblici.
L’inchiesta e le contestazioni mosse agli indagati coprono un arco temporale che va da gennaio ad aprile dello scorso anno.
I reati ipotizzati sono quelli di truffa aggravata e continuata e false attestazioni di prestazioni lavorative.
SEGUONO AGGIORNAMENTI
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Vibo Valentia
Altri sette dipendenti del comune di Bova Marina, nel Reggino, sono stati sospesi dal servizio.
I provvedimenti cautelari si aggiungono agli altri cinque già deliberati il 28 maggio scorso nel comune del reggino
Bova è passata alla storia della Pubblica amministrazione perché su un totale di 25 dipendenti 22 sono stati indagati per assenteismo dopo un'attività di pedinamento e controllo svolta dalla Guardia di Finanza.
La sospensione va da 30 e i 60 giorni,
L'ordinanza è stata emessa dal Gip del tribunale di Reggio Calabria, Davide Lauro, ed è stata eseguita dai finanzieri della compagnia Melito Porto Salvo.
Le ipotesi di reato per i dipendenti sospesi sono false attestazioni o certificazioni nell'utilizzo del badge da parte di pubblici dipendenti, di truffa ai danni dell'ente comunale e interruzione di servizio pubblico.
Oltre agli accertamenti documentali delle presenze giornaliere acquisiti presso l'ente, l'indagine si fonda sulle immagini acquisite all'interno e all'esterno dei locali del municipio mediante il monitoraggio visivo dell'orologio marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere e su un'attività di osservazione, pedinamento e controllo eseguita dai finanzieri.
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Calabria
Sei dipendenti del comune di Cosoleto sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Si tratta di Ferdinando Ascrizzi, di 46 anni, Francesco Carmelitano (48), Domenicantonio Schiava (43),
Carmine Stillisano (47), Giuseppe Stillisano (44) e Salvatore Domenico Vita (45), tutti dipendenti del Comune di Cosoleto.
Lo ha disposto il Tribunale di Palmi.
Sono stati ritenuti tutti responsabili a vario titolo dei reati di false attestazioni o certificazioni, truffa aggravata ai danni dello Stato, errore determinato dall’altrui inganno e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici.
Praticamente 3 anni di indagini dei Carabinieri
Dalle immagini raccolte è emerso che molti dipendenti comunali non rispettavano l’orario di lavoro, allontanandosi per motivi non pertinenti all’attività di servizio, oppure timbravano il cartellino marcatempo per sé e per altri, per poi allontanarsi dall’ufficio per interessi privati.
Ma è normale tutto ciò?
E’ normale, cioè, che i dipendenti pubblici escano quando vogliono?
E’ normale che nessuno li controlli?
Ed è normale che il personale debba essere controllato da carabinieri e finanza?
E se i carabinieri e la finanza si assentassero anche loro dal lavoro di controllo?
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Calabria
I militari della Compagnia Carabinieri di Locri hanno eseguito 11 ordinanze di applicazione di misura cautelare personale, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica di Locri, nei confronti di 11 impiegati pubblici del Comune di Sant'Ilario dello Ionio.
Il comune di Sant'Ilario dello Ionio, con una popolazione di circa 1400 residenti, ha 19 impiegati in servizio presso l'ente comunale i cui "comportamenti lavorativi" sono stati monitorati nel corso delle indagini svolte tra il settembre 2016 e il gennaio 2017 dai militari della Stazione Carabinieri del luogo.
Parliamo come al solito di "assenteismo".
I reati contestati vanno dalla truffa aggravata e continuata in danno dell'Ente Pubblico, all' attestazione fraudolenta della presenza in servizio, all'abuso d'ufficio e al peculato.
Tra i tanti dipendenti comunali coinvolti nell'attività investigativa, spiccano anche alcuni impiegati con funzioni di responsabilità amministrativo-contabile che hanno agevolato il personale assenteista non perseguendo determinati comportamenti volti a certificare falsamente la presenza in servizio strisciando il badge ma di fatto assenti dal luogo di lavoro procurando, quindi, verso questi ultimi, ingiusti vantaggi patrimoniali con danni per l'ente che erogava gli stipendi.
Molti dipendenti, tra i quali responsabili di area e di settore, pur risultando regolarmente in ufficio a prestare ore di lavoro in favore dell'Ente pubblico di appartenenza, si trovasse, invece, in tutt'altri luoghi privati, attestando falsamente la propria presenza in ufficio.
Gli indagati, eludendo il sistema di rilevazione elettronica delle presenze, si dedicavano alle più svariate attività personali: vi era infatti chi andava al mercato a fare la spesa, chi stava in auto a leggere il giornale, chi effettuava sortite in circoli ricreativi, in supermercati o nei bar o addirittura chi si recava dal barbiere.
Il caso più simpatico è quello di un dipendente pubblico che in più occasioni, quasi quotidiane, faceva un uso momentaneo di un autoveicolo dell'Ente posto nella sua disponibilità, sottraendolo alla sua destinazione originaria recandosi nei comuni limitrofi per fare shopping o commissioni di natura privata, creando così un apprezzabile danno economico. (Da Il Dispaccio)
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Reggio Calabria
Catanzaro - Quarantuno dipendenti della Regione Calabria sono stati rinviati a giudizio dal gup di Catanzaro, Giovanna Gioia, per abuso d'ufficio, falso e truffa perché assentatisi arbitrariamente dal posto di lavoro.
Secondo l'accusa, i dipendenti, in servizio nei dipartimenti Avvocatura, Attività produttive, Cultura, Politiche energetiche, Bilancio e Lavori pubblici, dopo aver timbrato il cartellino di ingresso si sarebbero allontanati per dedicarsi ad attività private.
Il processo é stato fissato per 19 febbraio.
A inchiodare alle loro responsabilità i 41 dipendenti le telecamere nascoste piazzate dalla Guardia di finanza.
Dopo l'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, avviata nel 2014, la Regione Calabria decise di licenziare 4 dipendenti, di sospenderne altri 5 e di emettere provvedimenti più lievi per altri 41 impiegati coinvolti nell'inchiesta.
Poche settimane fa altri tre dipendenti, già condannati in primo grado col rito abbreviato, sono stati assolti dalla Corte d'appello di Catanzaro.
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Catanzaro
Cosenza: Dalle prime luci dell’alba, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza sono attivamente impegnati nell’esecuzione di sedici misure cautelari.
I soggetti raggiunti dal provedimento sono responsabili accusati di assenteismo in alcuni uffici pubblici della città in questione.
Nel mirino della finanza anche un Comune del cosentino.
Le misure sono in gran parte obblighi di firma per i dipendenti assenteisti.
Maggiori particolari dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza saranno esplicitati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 presso la Procura della Repubblica di Cosenza.
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Cosenza
È incredibile quello che succede alla regione Calabria!
Per anni ed anni un dipendente che nel rispetto della legge e della logica era sempre puntuale e presente al lavoro ha visto intorno a sè gli uffici vuoti.
Magari, visto che era presente al lavoro si è trovato a dover rispondere alle domande del pubblico “lei sa dove trovo il dr……..?” oppure il” mi sa dire quando lo trovo?”.
E lui a sfottersi ; lui era presente ogni giorno al suo lavoro , al suo pubblico, ai suoi doveri , ma doveva fare anche l’usciere.
Forse , alla fine, non prendeva nemmeno lo straordinario che spesso viene pagato ai fannulloni.
Sarà stata la solitudine, la necessità di fare qualcosa per cambiare il mondo, la consapevolezza che migliaia di giovani sono disoccupati e non hanno certezze sul proprio futuro mentre migliaia di fannulloni hanno uno stipendio mensile senza meritarlo, forse, alla fine, la molla che ha fatto scattare la denuncia. Una denuncia puntuale, particolareggiata. Forse utile se il Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro (Gruppo tutela spesa pubblica), al comando del tenente colonnello Simonluca Turriziani, riuscirà nelle non facili indagini chieste dal PM Carlo Villani che ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti.
Certo che se vere le voci sulla regione intestare nominativamente il fascicolo avrebbe chiesto spazi incredibilmente ampi.
L’ipotesi è sempre la stessa: l’ufficio aperto con la luce accesa, la giacca senza niente dentro all’attaccapanni ; qualche carta sulla scrivania, ma il titolare dell’ufficio non c’è; magari qualcuno lo ha anche visto di primo mattino, o forse lo ha visto il giorno prima, ma di fatto non c’è.
Per ora la notizia della acquisizione di documentazione necessaria per comprovare la reale presenza, ma l’indagine promette, promette risultati incredibili
Non resta che attendere sperando che qualcosa cambi alla regione, il che poi vuol dire che cambi in Calabria
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Catanzaro