Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa
Catanzaro. Presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini di Catanzaro è stata utilizzata con successo la tecnica ECMO per curare una gravissima forma insufficienza respiratoria acuta, causata da una delle patologie gravate dal più elevato tasso di mortalità, la ARDS.
La paziente era stata trasferita tramite elisoccorso da un ospedale della Regione perché non trattabile con i metodi tradizionali di ventilazione meccanica per essere sottoposta ad ECMO.
La tecnica consiste nel prelevare il sangue povero di ossigeno da un grosso vaso venoso, per essere ossigenato all’esterno dell’organismo attraverso un polmone artificiale per poi reimmetterlo in circolo. L’ECMO è stata utilizzata con successo per il trattamento della terribile epidemia di Influenza H1N1 una decina di anni fa e da allora è disponibile in molte regioni italiane.
Tuttavia a sud di Roma l’ECMO viene eseguita solo presso il Policlinico di Bari e l’ISMETT di Palermo, unico centro in grado di garantire il trasporto in elicottero dei pazienti sottoposti a ECMO.
Fino ad oggi, in caso di necessità i pazienti calabresi più fortunati venivano trasportati a Palermo in elicottero con costi elevati per la Regione Calabria e solo qualora vi fosse disponibilità.
Da alcune settimana anche in Calabria presso la Terapia Intensiva dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, diretta dal Prof. Paolo Navalesi, è possibile utilizzare l’ECMO per il trattamento delle gravi insufficienze respiratorie acute.
La paziente ricoverata presso il Reparto Rianimazione e Terapia Intensiva dell’AOU Mater Domini di Catanzaro ha risposto con successo alla terapia, che ha consentito di risolvere nell’arco di alcuni giorni il grave quadro respiratorio, conseguente a una polmonite diffusa ad entrambi i polmoni.
Tutto questo è stato possibile grazie ad un team che si è formato presso l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, centro di coordinamento nazionale della rete ECMOnet, composto dai medici rianimatori strutturati presso l’Azienda Ospedaliera Mater Domini, Eugenio Biamonte e Francesco Tropea e dai Medici in formazione specialistica in Anestesia e Rianimazione presso L’università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro Eugenio Garofalo ed Andrea Bruni, che hanno a loro volta contribuito alla formazione di tutto il personale medico e infermieristico del reparto.
“È stato raggiunto un traguardo importante. Il risultato ottenuto è frutto dell’organizzazione e del lavoro di squadra dei medici, coordinati dal Dr Gabriele Alvaro, gli infermieri, coordinati da Anna Froio, e i perfusionisti coordinati da Aldo Cuda. Da oggi molti pazienti che erano costretti alla migrazione sanitaria potranno ricevere questa cura avanzata anche in Calabria.” – è quanto affermato dal Prof Paolo Navalesi, Direttore della unità operativa di terapia intensiva-
“Ma è importante sottolineare come, intorno a questo progetto, che ora speriamo venga supportato e riconosciuto dalla Regione Calabria, sia nata una rete di collaborazione che coinvolge tutti i centri di Rianimazione della Calabria e della Basilicata, fortemente voluta da tutti i Primari di Anestesia e Rianimazione, finalizzata alla collaborazione tra i diversi presidi e tesa a centralizzare le cure dei pazienti con insufficienza respiratoria grave, non trattabili con le terapie tradizionali.
Un ringraziamento – conclude il Prof. Navalesi- va al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini Antonio Belcastro e al Direttore Sanitario Caterina De Filippo che hanno condiviso e sostenuto sin dal mio arrivo a Catanzaro questo ambizioso progetto”.
Nella foto allegata da sinistra a destra l’ECMO TEAM: Dr Francesco Tropea, Dr Eugenio Biamonte, Dr Eugenio Garofalo, Prof Paolo Navalesi, Dr Gabriele Alvaro, Dr Andrea Bruni
Catanzaro - Quarantuno dipendenti della Regione Calabria sono stati rinviati a giudizio dal gup di Catanzaro, Giovanna Gioia, per abuso d'ufficio, falso e truffa perché assentatisi arbitrariamente dal posto di lavoro.
Secondo l'accusa, i dipendenti, in servizio nei dipartimenti Avvocatura, Attività produttive, Cultura, Politiche energetiche, Bilancio e Lavori pubblici, dopo aver timbrato il cartellino di ingresso si sarebbero allontanati per dedicarsi ad attività private.
Il processo é stato fissato per 19 febbraio.
A inchiodare alle loro responsabilità i 41 dipendenti le telecamere nascoste piazzate dalla Guardia di finanza.
Dopo l'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, avviata nel 2014, la Regione Calabria decise di licenziare 4 dipendenti, di sospenderne altri 5 e di emettere provvedimenti più lievi per altri 41 impiegati coinvolti nell'inchiesta.
Poche settimane fa altri tre dipendenti, già condannati in primo grado col rito abbreviato, sono stati assolti dalla Corte d'appello di Catanzaro.
E ti pareva?
Possibile che i centri di accoglienza fossero esenti dalla ingerenza della mafia?
Certo che no!
E così dopo il commissariamento – nei giorni scorsi – di tre centri nel Vibonese ora arriva il momento del catanzarese.
Ancora pochi giorni e chiuderanno 4 centri del catanzarese.
Lo ha anticipato il Prefetto Latella nel corso della manifestazione per la firma dei protocolli sui progetti Sprar che si è svolta a Taverna, nella Sila catanzarese, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti.
Il prefetto non ha fornito ulteriori elementi, rinviando tutto alla prossima settimana.
I tentacoli dei clan, attraverso forniture di servizi e assunzioni di personale, sembrano stringere il settore dell’accoglienza.
E i corposi finanziamenti che lo riguardano
Sul fronte centri accoglienza, l’allarme resta, dunque, alto a causa della presunta pervasività della criminalita’ organizzata anche in questo settore.
Poi ha aggiunto il prefetto:“Dobbiamo cercare di razionalizzare i percorsi di accoglienza per non fare prevalere in questo settore l’aspetto affaristico.
Abbiamo lavorato in grande sintonia con l’Anci e la Regione per portare avanti un lavoro sinergico che e’ la migliore soluzione che si possa fare”.
A diverse ore di distanza forte è il silenzio della politica.
Si sente solo il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, Arturo Bova, che ha detto "Quanto sta emergendo dai provvedimenti della Prefettura di Catanzaro e di quella di Vibo Valentia.
Dopo quanto già emerso dall'inchiesta 'Jonny' è un quadro preoccupante.
Condivido in pieno le parole del ministro Minniti: il modello dei Centri di accoglienza presta, inevitabilmente, il fianco alla possibilità concreta che nel sistema di gestione dei migranti si infiltrino gli interessi criminali delle cosche di 'ndrangheta.
Le inchieste dicono anche che quando ciò avviene c'è una pericolosa responsabilità della politica. Ben venga, quindi, un nuovo modello di gestione dei migranti nel nostro Paese, un modello basato su accoglienza e integrazione diffuse sul territorio.
Un po' com'è avvenuto a Riace grazie al sindaco Mimmo Lucano: sono felice che tanti sindaci calabresi abbiano dato disponibilità a dare vita a progetti Sprar nei loro Comuni.
La nostra regione è terra ospitale".
Fosse solo questo onorevole Bova!
E lo spaccio di droga da parte dei migranti?