Intanto quando si incontra qualcuno che dice la verità bisogna levarsi il cappello!
Tanto più in Calabria dove la verità è pericolosa, dove la verità non può e non deve essere detta perché diversamente si scopre tutto.
E noi lo facciamo di fronte a Franco Laratta
Lo facciamo perchè Laratta, dirigente Pd e già parlamentare, in un incontro a Cosenza con i giovani dell'aerea renziana della provincia ha detto :
«Litighiamo sui nomi, ci azzuffiamo tra chi è vecchio e chi si crede nuovo, ma non pensiamo al programma e ad un progetto per salvare la Calabria!».
E poi ha affermato: «Lo spettacolo che sta dando il Pd calabrese non è dei migliori. E non si distingue praticamente nessuno».
Ed ancora con una lealtà rara in politica e tanto più nel PD, ha affermato: « L'obiettivo sembra essere uno solo: la conquista del potere.
Ma questo rischia di essere il nostro fallimento, perché non riusciamo ad essere alternativi nelle idee e nelle proposte. Ma non siamo nemmeno credibili e autorevoli.
Tra di noi c'è chi pensa che la Calabria avrà risolto tutti i suoi problemi, solo se andrà uno del Pd alla presidenza della Regione. Un'idea fallimentare in sé.
Abbiamo bisogno di mettere in campo un modello nuovo di Calabria, insieme ad una competente e alternativa classe dirigente, e mettendo in atto la rottura netta con il passato. Se non facciamo questo, le stesse primarie saranno inutili, se non dannose».
Forse Laratta poteva essere ancora più “tosto” ed insieme “vero” evidenziando che PD in Calabria significa anche Partito Diviso. Diviso tra renziani e non renziani. Diviso tra blocchi di potere , l’un contro l’altro armati. Diviso tra passato e futuro. Diviso tra il vecchio ed il nuovo. Tra chi pensa di vestire i panni di re mentre è nudo, tra chi vende i propri voti pur di conservare il potere necessario alla sua sopravvivenza mentre la Calabria muore.
Nessuno si ricorda che c’è una Calabria tirrenica diversa e distinta dalla Calabria ionica, una Calabria Citra diversa e distante dalla Calabria Ultra, una Calabria di ricchi ed una Calabria di poveri, una Calabria di potenti ed una di pezzenti, una Calabria di Baroni della politica e del potere ed una di servi della gleba
E nessun sembra nemmeno ricordarsi che la Calabria sembra pronta a reagire al “vecchio”, o meglio “all’usato”: Rende docet.
Ed allora un po’ di onesta e di coraggio.