Potrebbe essere la sintesi dell’assemblea pubblica svoltasi oggi 26 novembre 2014 presso la sede della Confcommercio di Cosenza alla quale hanno preso parte il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, il Presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri, il Comandante dei Carabinieri della provincia di Cosenza, Giuseppe Brancati, le Associazioni provinciali dei consumatori ed i presidenti delle associazioni territoriali e di categoria provinciali, gli ordini professionali dei commercialisti e dei consulenti del lavoro e che si è aperta con gli interventi, in diretta streaming nazionale, del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano e del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
L’iniziativa è stata incentrata sugli effetti negativi delle attività criminali sulle imprese del terziario.
La recessione, che non ha risparmiato nessun settore e territorio, i cui effetti continuano a colpire le imprese, ha acuito i fenomeni illegali, amplificando le azioni della criminalità organizzata e la percezione di insicurezza dei territori.
Ma ecco i numeri dell’illegalità in Calabria come tratti dall’indagine Confcommercio – GfK Eurisko sui fenomeni criminali, e dalla quale emergono anche quest’anno dei dati allarmanti.
In Calabria gli imprenditori entrano in contatto con la criminalità con più frequenza (33%) rispetto alla media nazionale (15%).
Si percepisce maggiormente la presenza dei fenomeni criminali, per 1 imprenditore su 4 i livelli di sicurezza sono peggiorati e le aziende sono sempre più esposte all’attenzione delle organizzazioni criminali.
Per il 68% degli imprenditori calabresi il fenomeno maggiormente dannoso è rappresentato dai venditori abusivi, seguito dalla contraffazione (51%) e dai furti (43%).
Il 52% degli imprenditori ha subito esperienze di taccheggio nella propria attività.
Le problematiche maggiori che gli imprenditori riscontrano sul territorio sono: presenza di venditori abusivi (63%), negozi sfitti (40%), presenza di nomadi (28%), presenza di tossicodipendenti (14%), spaccio di droga (8%).
Le misure messe in atto per la sicurezza della propria impresa per contrastare racket e criminalità sono: telecamere/impianti d’allarme (32%), assicurazione (20%), vigilanza privata (14%), vetrina blindata (12%), denuncia alle autorità (15%), rivolgersi alle associazioni di categoria (13%)”. Sembra non sia più tempo di parole