BANNER-ALTO2
A+ A A-

Redazione TirrenoNews

Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.

 

LogoTirrenoNews

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il sistema Scalea è il sistema di tutta la Calabria

Lunedì, 12 Agosto 2013 11:54 Pubblicato in Calabria

Dico subito da garantista quale sono, che non mi piace vedere le scene di cittadini con manette e condotti a sirene spiegate in carcere come se fossero i peggiori assassini. Gli arrestati di Scalea,sono indagati e imputati e tali resteranno fino al terzo grado di giudizio, per cui potevano benissimo essere condotti agli arresti domiciliari in attesa del processo, dal momento che i reati di cui vengono accusati non potevano essere reiterati. Esiste ancora la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e questo dovrebbe valere per tutti. Detto questo, non sono rimasto per niente sorpreso di quanto avvenuto a Scalea con l’arresto del sindaco Basile e di tutta la sua giunta o banda con al seguito avvocati e geometri.

Nel senso che se la magistratura, a qualsiasi livello, piuttosto che perseguire, come fa quotidianamente, piccoli fumatori d’erba e piccoli personaggi dediti all’illegalità diffusa, (dal momento che si lamenta di mancanza d’organico), si dedicasse ai colletti bianchi , ai grossi investimenti che avvengono in tutti i comuni della regione , agli appalti di grandi opere, alle concessioni facili di licenze edilizie, farebbe venire fuori tutto il marcio che esiste nella nostra costa tirrenica ed in Calabria .

D’altra parte si capisce a vista d’occhio che la costa tirrenica non è quell’oasi di pace che tutto il mondo politico vorrebbe far intendere. Troppi scandali vengono subito coperti, troppi scempi vengono fatti passare come legali. Il mondo politico del tirreno, così come quello di tutta la Calabria, vive di queste cose. Di licenze date a seconda di chi ne fa richiesta, di appalti concessi ad amici e compari , di opere pubbliche inutili e dannose fatte e collocate alla rinfusa nel territorio, di favoritismi che il mondo imprenditoriale riceve quotidianamente . Tutto questo in nome del sacro sviluppo moderno, del turismo intoccabile, del progresso ad ogni costo, del lavoro da dare che non c’è mai nonostante i tanti cantieri esistenti.

Il sistema Scalea non esiste solo a Scalea ma quasi in tutti i comuni della Calabria.

Di sicuro in quei comuni dove si punta sulle grandi opere, sui grandi appalti, sui finanziamenti a pioggia che poi non producono nulla. A Scalea tutti sapevano e votavano Mario Russo proprio perché sapevano di poter riceverne favori. E quando Mario Russo non potè più presentarsi, sindaco, essendo scaduto il secondo mandato, ecco uscire dal suo cilindro Pasquale Basile, emerito sconosciuto. I voti c’erano a Scalea ed erano una caterva. Era un peccato disperderli. Mario Russo sindaco per dieci anni dal 2000 al 2010 , la prima volta , nel 2000,venne eletto con 3167 voti, la seconda volta nel 2005 aumentò i voti fino a prenderne 3863. Nel 2009 venne eletto consigliere provinciale prendendo nel collegio di Scalea 3863 voti.

Insomma , una macchina da guerra elettorale che non ha eguali in tutto il tirreno cosentino. Alla fine del mandato di Basile, Mario Russo sarebbe ritornato in pista e sarebbe stato di nuovo sindaco. Ma con Basile, emerito sconosciuto qualcosa non funzionò da subito. Basile vinse le elezioni nel 2010 , con l’apporto di Mario Russo ma prendendo solo 2597 voti. Forse per la frammentazione di liste, ma Basile vinse lo stesso. La politica di Basile non si scostò di molto da quella di Russo. Le direttrici fondate da Russo vennero ricalcate da Basile: il porto, la discarica , l’aviosuperficie, le concessioni demaniali, la sfrenata speculazione edilizia, gli appalti dovevano essere la ricchezza di Scalea e tutto doveva ruotare attorno a questi progetti, portatori di finanziamenti nonostante sin dall’inizio alcuni di questi si mostrassero fallimentari. Sul porto per esempio si scatenarono vari appetiti e ci furono anche ricorsi e denunce fra comune e progettisti che si risolsero a favore di questi ultimi . L’aviosuperficie fu un altro disastro per la gestione, ma un affare per la sua costruzione. Ben venti miliardi di lire buttati lungo il fiume Lao. Una promessa di 90 posti di lavoro finiti nel nulla . Ma della gestione dell’avio superficie evidentemente interessava poco ai due sindaci. L’affare era stato già fatto. Sulla discarica l’affare invece era in progress. La volle Russo, e la volle a tutti i costi. La volle a meno di due chilometri dalla cittadina, in mezzo a villaggi turistici, a poche centinaia di metri dall’ospedale ( un altro affare di miliardi di lire abbandonato a se stesso ), in una zona dove vi sono falde acquifere e dove il percolato finiva in un torrente che sfociava nel mare davanti la splendida Torre Talao. I cittadini scaleoti se ne fregarono di quanto avveniva attorno a loro.

I commercianti pensavano all’isola pedonale, alla pompa di benzina da spostare ed a come sistemare i figli, o i nipoti o gli amici nella gestione delle spiagge. A proposito, Scalea, l’unico paese della costa tirrenica dove non esiste più la spiaggia libera. Mario Russo da sindaco, rivendicò questa scelta in un’intervista asserendo che a Rimini ed in Emilia Romagna , tutte le spiagge sono a pagamento e non vedeva il motivo per cui a Scalea non dove essere lo stesso. Per questo la gente votava per Mario Russo. Quel sistema faceva comodo a tutti, senza rendersi conto che giorno dopo giorno , quel sistema dilaniava il corpo stesso della gente. Sventrava il territorio, abbassava la qualità della vita, del turismo stesso. Nascevano super mercati come funghi , ma chiudevano i piccoli negozi. Il sistema faceva assumere giovani nei supermercati ma intanto si perdevano centinaia di posti di lavoro che i piccoli negozianti garantivano ogni anno. I cittadini erano contenti così. Certo non tutti i cittadini. C’era chi votava contro Russo e Basile. Esiste un’opposizione a Scalea a questo sistema, ne conosco di gente onesta a Scalea, ma la gente dimostrava paura a partecipare. Votava nell’ombra, quasi di nascosto e non partecipava a nulla. La dimostrazione venne quando Russo aprì la discarica. La puzza si sentiva per tutta la cittadina. I turisti scappavano dai villaggi vicini alla discarica, ma solo una cinquantina di persone parteciparono al comizio organizzato dagli ambientalisti. Peggio andò quando si tentò di bloccare la discarica. Nessuno fu d’accordo. E quando , io stesso lanciai un appello a giornalisti e blogger per visitare la discarica ed entrare dentro per documentarla, solo uno si presentò all’appello. Vi entrammo in due, e fummo subito minacciati di uscire da alcuni operai che vi lavoravano senza mascherine e senza alcuna protezione. Dissero che violavamo la legge. Ma quando dicemmo loro di chiamare i carabinieri si allontanarono subito facendoci fare quello che volevamo dentro. La discarica venne chiusa dai carabinieri qualche mese dopo. Era illegale e si sapeva. Russo non disse niente, anzi venne premiato da Scopelliti che lo nominò commissario all’interno dell’ARPACAL. Fu come nominare dirigente di un asilo un pedofilo. Ma la politica in Calabria funziona così. Più sei mediocre ed ignorante di un problema più sali in alto. Appunto, non è Scalea che funziona così. E’ un po’ tutta la Calabria. Dove ci sono discariche, appalti giganteschi ed inutili, c’è malaffare.

Per decenni ho segnalato nelle mie inchieste opere inutili, abbandonate. Un elenco lunghissimo che va dalle dighe, alle chiese, ai porti, alle sale convegno, ai mercati, alle discariche,agli impianti per la termodistruzione. Lavorate su questo e scoprirete un intreccio incredibile fra potere politico, massoneria, ‘ndrangheta, che passa prima di tutto dagli uffici che concedono le autorizzazioni per queste opere. Se si parla di appalti dati, di demanio, di opere pubbliche, bisogna avere il coraggio di alzare il livello ed andare a vedere chi concede queste autorizzazioni, e si scoprirà che dietro la firma del sindaco, c’è prima quella del funzionario del genio civile, di quello della soprintendenza dei beni ambientali, di quell’altro della capitaneria di porto. Si scoprirà che ci sono gli occhi bendati delle forze dell’ordine, di qualche capo dei vigili, del magistrato che cestina la denuncia del cittadino o delle associazioni ambientaliste. E’ qui che nascono i sistemi e non ce ne sono solo a Scalea ma in tutta la Calabria. Buon lavoro.

By Francesco Cirillo da http://scirocco.blog.tiscali.it/?doing_wp_cron

Amantea. Poteri e limiti dell’amministrazione comunale

Domenica, 11 Agosto 2013 19:58 Pubblicato in Politica

Come sarà governata la città dopo la morte di Tonnara?

E’ la prima volta che un evento similare colpisce la nostra città ( per fortuna) e nessuno può vantare esperienza su come assicurare il governo della città.

Sovviene l’articolo 53 del Dlgs 267/2000, il quale nel suo articolo 53 comma 1 dispone :” In caso di decesso del sindaco, la giunta decade e si procede allo scioglimento del consiglio”

Successivamente il comma recita che “Il consiglio e la giunta rimangono in carica sino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco”

In sostanza la Giunta decade ed il consiglio è sciolto, ma entrambi gli organi sono “mantenuti provvisoriamente in carica sino alle nuove elezioni in regime di prorogatio”, solo per assicurare il governo della città( o della provincia)

Si tratta tuttavia di uno scioglimento solo formale, finalizzato a consentire le nuove elezioni nel primo turno utile, stante che la legge 8 giugno 1990, n.142 prevede che fino alle nuove elezioni il consiglio e la giunta rimangono in carica.

Infine il comma continua disponendo che “ Sino alle predette elezioni, le funzioni del sindaco sono svolte dal vicesindaco.”

Secondo il Ministero dell’Interno:

a) Nel caso di decesso del sindaco si concretizza l’ipotesi di reggenza da parte del vice sindaco che si protrae fino al rinnovo del consiglio comunale e del sindaco. Al vice sindaco, pertanto, figura istituzionalizzata dall’art. 16 della legge 81/93, potrà essere corrisposta l’indennità prevista per il sindaco per tutto il periodo in cui sono esercitate le relative funzioni.

b) E’ chiaro che l’evento del decesso del sindaco provoca la decadenza del consiglio e della giunta che rimangono in carica sino all’elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco. Tanto al fine di garantire la continuità dell’azione amministrativa, condizione che impone che in ogni momento vi siano soggetti giuridicamente legittimati ad adottare tutti i provvedimenti oggettivamente necessari nell’interesse pubblico, di talché il vice sindaco, la giunta ed il consiglio sono legittimati, ciascuno per quanto di rispettiva competenza, a compiere tutti gli atti occorrenti nella pienezza dei loro poteri.

Inoltre secondo il parere del CdS n 94/96 del 21 febbraio 1996 il vicesindaco è reggente e diviene titolare di tutte le competenze sindacali, anche se in via temporanea e straordinaria. In sostanza può compiere tutti gli atti che avrebbe potuto compiere il sindaco, compresa la revoca di un assessore e la nomina di un assessore mancante per reintegrare il plenum.

Sempre lo stesso parere stabilisce che non è possibile surrogare la nomina del vicesindaco quale componente del consiglio in quanto la disposizione richiamata è eccezionale ed espressamente riferita alla fattispecie del decesso del sindaco.

Può invece essere sostituito il consigliere dimissionario.

Ovviamente in caso di successivo impedimento, rimozione o decesso del vicesindaco reggente viene, invece, nominato un commissario.

Andiamo alle perplessità

Come può un vicesindaco nominato avere i medesimi poteri e le medesime prerogative di un sindaco eletto dal popolo? Possibile questa totale equivalenza?

La perplessità non è stata sciolta nemmeno dal più recente parere del CdS n. 501/2001 reso in data 14 giugno 2001, nel quale il supremo organo amministrativo dopo avere affermato perentoriamente che «è ormai pacifico che il Vice Sindaco possa svolgere con pienezza di poteri tanto le funzioni di vertice politico dell’Amministrazione quanto quelle di ufficiale di Governo», si chiede se «il Vice Sindaco possa o meno nominare (o revocare) gli assessori ed in particolare (nei comuni ove lo statuto preveda un numero fisso di assessori) l’assessore destinato a prendere il suo posto nella Giunta». Il Consiglio di Stato, quindi, osserva che nei casi di decadenza del Sindaco, la Giunta ed il Consiglio «rimangono in carica (circostanza questa assai significativa) con pienezza di poteri visto che (argomenta ex art. 38, comma 5, T.U. n. 267/2000) solo dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali tali organi devono limitarsi ad adottare gli atti urgenti e improrogabili».

Afferma, quindi, che «il quadro normativo esibisce risultanze sufficientemente univoche, confermando che nell’ipotesi della vicarietà ... nessuna norma positiva identifica atti riservati al titolare della carica e vietati a chi lo sostituisce». Aggiunge che «l’esigenza di continuità nell’azione amministrativa dell’Ente locale postula che in ogni momento vi sia un soggetto giuridicamente legittimato ad adottare tutti i provvedimenti oggettivamente necessari nell’interesse pubblico», per concludere che «è giocoforza riconoscere al Vice Sindaco reggente pienezza di poteri anche per quanto concerne la revoca o la nomina degli assessori».

Ma è lo stesso CdS che si pone dubbi e si chiede: «può destare perplessità che poteri incisivi, come quelli oggi attribuiti al Sindaco in virtù dell’elezione popolare diretta, vengano esercitati per periodi di tempo, anche considerevoli, da un vicario privo di analoga investitura» e che «sotto il profilo dell’opportunità può ritenersi che nella situazione suddetta il Vice Sindaco dovrebbe fare uso di responsabile autolimitazione».

La stessa responsabile limitazione ovviamente dovrebbe essere usata anche dalla Giunta e dal Consiglio comunale.

Ci sembra infatti che si possa ritenere la ricadenza delle medesime condizioni richiamate dall’ art. 38, comma 5, T.U. n. 267/2000, che impone che Giunta e consiglio debbano limitarsi ad adottare atti urgenti ed improrogabili dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali.

Di fatto la Giunta è decaduta ed il consiglio è sciolto come disposto dall’art 53 comma 1 e le elezioni avverranno alla prima tornata utile.

Opinare diversamente sarebbe come supporre che nulla sia successo!

Non si invoca certo un governo riduttivo della città ma una presa di coscienza della mancanza del sindaco eletto dalla cittadinanza, un fatto questo unico e non sottovalutabile.

Non sarà facile dimenticare la vicenda della scomparsa delle offerte al Santuario di san Francesco di Paola.

Due le posizioni espresse, due le strade percorse.

Da un lato c’è chi invoca il Papa Bergoglio e la nuova strada della evangelizzazione . E’ il caso di don Fausto Cardamone, parroco di San Nicola di Cosenza, che accusa i frati del santuario di San Francesco di aver” tradito l'insegnamento del Santo". Don Fausto Cardamone durante l’Omelia ha tuonato “I frati hanno tradito l’insegnamento di San Francesco. Come è possibile accumulare tanta ricchezza? Comprensibile per un laico, non cosi per la chiesa che ha principi, leggi, regole ben diverse. I soldi devono servire per realizzare opere, per sostenere le comunità religiose per fare del bene, non certo per speculazioni finalizzate all’arricchimento. Io non so i dettagli della vicenda ma resto perplesso di fronte a certe cifre: un milione e mezzo, tre miliardi delle vecchie lire!.”

E la mente viaggia obbligatoriamente verso un altro evento avvenuto recentemente e nei pressi di Paola. Parliamo di quanto avvenuto nell’istituto Papa Giovanni 23° di Serra d’Aiello di proprietà della curia. Anche lì tanti i soldi spariti ed in aggiunta tanta la sofferenza degli ospiti , tanta sofferenza delle centinaia di lavoratori rimasti senza lavoro. Una ferita mai chiusa della società civile ma soprattutto della diocesi cosentina

Una posizione della di Don Fausto Cardamone che farà sicuramente discutere. Ma come non essere d’accordo con quanto afferma il parroco di san Nicola che invoca il ritorno ad una chiesa evangelica ed evangelizzante, sobria, non legata alla ricchezza, ai privilegi, al potere, al carrierismo.

L’altra strada è quella percorsa da monsignor Nunnari il quale ha fatto visita al santuario di San Francesco di Paola incontrando i padri Minimi ed esprimendo «Solidale vicinanza spirituale ai frati» che secondo il prelato sono stati vittime di una truffa.

Pur affermando che il fatto non incide certamente : «sulla trasparente figura di San Francesco di Paola, che esprime nella sua calabresità, il meglio della nostra gente e il costante richiamo alla permanente tensione di riforma della Chiesa», il vescovo sollecita «una celere risoluzione del caso, confidando nell'impegno della magistratura e di quanti sono chiamati ad indagare affinchè sia fatta piena luce sull'incresciosa vicenda nella quale non dovrà mancare la sincera collaborazione dei frati per l'accertamento della verità.”

Forse è il caso di rivedere qualcosa nella Chiesa cosentina.

Non è una soluzione alzare muri di silenzi protettivi quando gli scandali colpiscono la chiesa.

Anzi è proprio in questi casi che la società vuole che la chiesa si apra alla ricerca degli errori da chiunque fatti.

BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy