
Il fatto è successo ad una studentessa universitaria di 20 anni, filmata a sua insaputa mentre stava facendo la doccia.
Poi il filmato di questo momento intimo, ripreso da una telecamera nascosta, è finito in rete, visto da tantissimi utenti di mezzo mondo.
Un fatto avvenuto un giorno di forte caldo quando la colonnina di mercurio passa i 30 gradi ed una doccia fresca è graditissima.
Poi qualche giorno dopo alcuni suoi amici bussano alla porta . Toc, toc. “ Apri dobbiamo dirti una cosa urgente” e la ragazza li fa entrare.
Poi continuano “C'è una cosa che devi vedere e anche subito".
Entrano nel web e la ragazza si accorge di essere lei la ragazza nuda filmata mentre si fa la doccia. Arrossisce. Poi la rabbia si fa strada. Le lacrime le riempiono gli occhi. Si consiglia ed alla fine decide di andare dai Carabinieri per denunciare il tutto e soprattutto per far sparire il filmato dal web.
Davanti ai carabinieri la ragazza è vinta dall’imbarazzo ma si fa forza e denuncia “"qualcuno è entrato in casa mia e ha piazzato una microcamera. Trovatelo, vi prego". Poi ricorda di aver notato sul suo accappatoio qualche foro all'altezza delle tasche, ma di non averci fatto caso.
Ma non basta , la ragazza va anche alla Polizia Postale perche più competenti a cercare chi ha messo in rete il filmato. Ci penseranno gli uomini del vicequestore Maria Giovanna Rizzo, che proveranno a individuare il pc sorgente.
E’ l’unico modo per togliere il filmato oltre che per cercare il responsabile
Poco importa se si tratta di uno scherzo di cattivo gusto od una vendetta personale, magari proprio da parte di qualcuno che “ti frequenta”.
Il Comandante della Polizia Provinciale di Cosenza, dott. Giuseppe Colaiacovo, ci precisa quanto segue:
“Il Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, istituito alla fine del 2005 dalla Giunta Provinciale presieduta dall’on. Mario Oliverio e reso operativo nel primo semestre del 2006, ha svolto in questi anni un corposo volume di attività riguardanti la prevenzione e la repressione dei reati ambientali che ha portato al sequestro di una estensione di unmilionecentotrentaseimiladuecentosessanta (1.136.260) metri quadrati di aree e alla relativa denuncia all’Autorità Giudiziaria competente di n° 388 persone.
Per quanto riguarda le aree ricadenti lungo l’asta del fiume Crati, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012, la Polizia Provinciale ha sottoposto a sequestro novecentotremiladuecento (903.200) metri quadrati riguardanti aree in gran parte interessate da impianti agrumicoli e ricadenti, in particolare, nei territori dei comuni di Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro.
Il sequestro dell’area pubblicato sul sito della Provincia di Cosenza il 2 marzo scorso è soltanto l’ultimo dei tanti sequestri che la Polizia Provinciale ha effettuato nel corso di questi anni, nonostante la insufficienza degli organici imposta dalla legislazione nazionale vigente.
Affermiamo ciò per evitare che un’informazione non puntale e non rispondente alla realtà dei fatti possa, seppur inconsapevolmente, presentare l’immagine deformata di un Corpo di Polizia che svolge, con costanza ed abnegazione, una funzione di servizio per l’affermazione della legalità e della tutela del territorio, tanto da meritare l’apprezzamento dei cittadini e di importanti associazioni ambientalistiche a livello nazionale.
Tanto si doveva per amore di verità e per una corretta informazione ai cittadini. Cordialmente”.
Cosenza, 06.03.2013 Il Comandante del Corpo di Polizia Provinciale Giuseppe Colaiacovo
Per amore di verità pubblichiamo la nota evidenziando la gravità del fenomeno della occupazione abusiva di aree demaniali fluviali “tra il 2006 e il 2012, la Polizia Provinciale ha sottoposto a sequestro novecentotremiladuecento (903.200) metri quadrati riguardanti aree in gran parte interessate da impianti agrumicoli e ricadenti, in particolare, nei territori dei comuni di Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro”.
Prendiamo, e diamo, in conseguenza, atto del lavoro fatto dalla Polizia Provinciale cosentina ma continuando a chiederci sempre chi avrebbe dovuto tutelare prima del 2006 le aree demaniali fluviali dall’impianto abusivo di aranceti, uliveti e quant’altro invade gli alvei fluviali e torrentizi “terra nullius”
Corigliano. Questa volta l’abuso su una ragazzina di11 anni.
I fatto risalirebbero alla scorsa estate.
Si tratta di un operaio di 44 anni, tale Antonio Apa.
Ora è nel carcere di Rossano.
Le indagini sono state effettuate dai Carabinieri di Corigliano Calabro
L’ordinanza di arresto è stata emessa dal gip del tribunale di Rossano e notificata dai carabinieri di Corigliano Calabro.
L’uomo è accusato di diversi episodi di atti sessuali