Questo, almeno, è quanto dichiara l'Arpacal. Una dichiarazione fondata sulla legge.
Il problema, infatti, è la legge. Parliamo della legge 24 marzo 2006 con la quale è entrata in vigore la Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e che abroga la Direttiva 76/160/CEE.
Tale nuova Direttiva è stata recepita dall’Italia con D.Lgs 30 maggio 2008 n. 116 e resa applicabile dalla emanazione del successivo Decreto Ministeriale Salute Ambiente del 30 marzo 2010.
Le novità più significativa rispetto alla normativa precedente (D.P.R. 470/82 e s.m.i.) è che si valuta solo 2 parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali che sono specifici indicatori di contaminazione fecale e che sono scaricati dai fiumi e dalle fogne.
E così se non si trovano in eccesso Escherichia coli ed Enterococchi intestinali il mare è buono!
Ma si sa nelle acque del mare si trova di tutto e di più anche se sembra che non interessi nessuno!
Tutto il resto che viene scaricato a mare e che inquina le acque di balneazione non interessano a nessuno: nè all'Europa, nè all'Italia, nè alla Calabria.
Ora che i paesi europei che non si affacciano sul mediterraneo, e che quindi non sono veramente balneabili possono legittimamente fregarsene, ci sta, ma l'Italia davvero può evitare i veri e necessari controlli sulle acque di balneazione?
Secondo noi, no! Secondo noi l'Arpacal ( o la regione Calabria) dovrebbe effettuare anche gli altri accertamenti del caso.
La vecchia legge 470/82 lo prevedeva ed , ALMENO, imponeva le seguenti indagini delle acque ( nei famosi transetti)
Temperatura (lungo la colonna d’acqua) pH (lungo la colonna d’acqua)
Salinità (lungo la colonna d’acqua)
Ossigeno disciolto (lungo la colonna d’acqua)
Clorofilla “a” (lungo la colonna d’acqua)
Azoto totale (in superficie)
Azoto ammoniacale (in superficie)
Azoto nitroso (in superficie)
Azoto nitrico (in superficie)
Fosforo totale (in superficie)
Ortofosfato (in superficie)
Silicati (in superficie)
Trasparenza
Analisi quali-quantitativa del fitoplancton*
Analisi quali-quantitativa dello zooplancton* *
Densità delle Diatomee,
Densità dei Dinoflagellati( nella foto le acque sono fluorescenti perchè ricche di dinoflagellati. Non sono le nostre!),
Densità dell’altro fitoplancton
Densità dei Copepodi e dei Cladoceri
E sui campioni di sedimento:
Composti organoclorurati
DDT e analoghi (DD’s); isomeri dell’esaclorocicloesano (HCH’s);
Aldrin,
Dieldrin (Drin’s); esaclorobenzene; PCB’s (4/7 atomi di cloro, specificando quali congeneri sono stati ricercati ed i valori delle singole concentrazioni).
Metalli pesanti
Hg, Cd, Cr, Pb, Zn, Cu, V, As, Ni, Al e Fe
Idrocarburi Policiclici Aromatici
Naftalene, Acenaftene, Acenaftilene, Fluorene, Fenantrene, Antracene, Fluorantene, Pirene, Benz(a)antracene, Crisene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(a)pirene, Dibenzo- (a,h)antracene, Benzo(g,h,i)perilene, Indeno- (1,2,3,c,d)pirene.
Sottovalutazione del problema? Forse. o forse timore che la gente possa impaurirsi di fare i bagni.
Salvo poi preoccuparsi quando come successo in Liguria anni addietro quando molte persone stettero male per la presenza nelle acque di balneazione di un'alga unicellulare tropicale, la Ostreopsis ovata. ( Si nutre di sali di azoto e fosforo per lo più provenienti da acque di fogna)
Non solo ma i biologi marini rilevano un’abnorme diffusione della Pfiesteria piscicida che è responsabile del fenomeno della marea rossa.
Per non parlare delle plastiche per le quali non si fa abbastanza ( nulla).
Insomma fermo restando che il "nostro" mare è il migliore ( o tra i migliori) a che serve rallegrarsi per tanto poco quando, invece, potremmo fare molto di più?