L’ultimo articolo sul toponimo “Vetrioli” apre la strada ad una migliore conoscenza della nostra città e ella sua storia.
Continueremo a raccontarvi tante cose della nostra città che noi amanteani ignoriamo.
La differenza tra alcuni ( noi tra questi, ma per fortuna non siamo soli) e la gran parte della città è che noi, tra i pochi, abbiamo piena consapevolezza di questa nostra grassa ignoranza e ci sforziamo di scoprire sempre nuovi fatti, nuovi elementi, nuove storie e di porgerli a tutti.
Potremo apparire provocatori e forse un po’ lo siamo, ma lì obbiettivo è solo quello della conoscenza , conviti come siamo che conoscere significa amare.
In questo sforzo di ricerca e di nuova ed intensa attenzione per la storia delle nostra città siamo riusciti, con un lavoro certosino , un po’ di intuito ed una bella botta di fortuna, a trovare una stampa di Amantea, ancora sconosciuta quasi a tutti ( ne ho fatto dono solo ad un amico che ha la stessa mia passione e che per alcuni versi è co-protagonista di queste ricerche).
Dalla stampa abbiamo estratto, per ora, un pezzettino che mostra per la prima volta la chiesa di San Francesco d’Assisi, ancora sostanzialmente intatta .
La immagine conferma quanto da noi affermato circa l’orientamento est-ovest dalla chiesa.
La immagine , inoltre, completa la conoscenza della chiesa e dell’annesso convento di cui restano purtroppo scarse tracce.
Nei giorni scorsi ci siamo recati una ultima volta a vedere i ruderi con Robert Cirillo, Roberto Musì e Gregorio Carratelli e con loro abbiamo discusso di come accedere agli spazi a nord ovest definiti dalle volte ancora avvertibili e di come poter entrare nella chiesa stessa .
Quest’ultimo grazie ai suoi studi di ingegneria aveva intuito la presenza di un vero e proprio fabbricato ad ovest e di cui ora resta ben poco.
Una intuizione ora confermata dalla immagine che vi anticipiamo in attesa di mostrarvi tutta la stampa che ritrae la Amantea degli inizi del mille ed ottocento.
E non finisce qui, ovviamente.
Più avanti vi mostreremo anche la parte che ritrae il castello di Amantea come non lo abbiamo mai visto.
Cordialmente
Giuseppe Marchese