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Amantea Migranti senza “caporali”

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Nei giorni scorsi Amantea è finita su tutte le televisioni e su tutte le pagine dei quotidiani.

Probabilmente finirà anche sulle pagine dei settimanali in preparazione.

Tutto per via di alcuni migranti che lavoravano in nero, che venivano pagati in modo differenziato a seconda del colore della pelle.

Due gli arresti ai domiciliari. Italiani.

Tutto è nato da una denuncia.

A Poggibonsi ieri ne hanno arrestato 3 ma in carcere. Erano curdi.

Sempre per sfruttamento dei lavoratori.

Altri tre soggetti sarebbero indagati.

Anche qui tutto è nato da una denuncia.

Orari di lavoro estenuanti; paghe inferiori agli orari svolti( massimo 6,5 euro l’ora, ben al di sotto di quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro dell’agricoltura che prevede un compenso pari a 9,78 euro l’ora) ; alloggi fatiscenti; squadre di lavoro con gerarchie rigide: così venivano sfruttati operai agricoli stranieri, che venivano accompagnati con furgoni nei luoghi di lavoro ed erano costretti a sostenere faticose attività agricole.

Sono inoltre emersi episodi di maltrattamento e comportamenti vessatori ai quali i lavoratori erano stati sottoposti e ai quali avevano dovuto assoggettarsi, pur di conseguire una retribuzione.

Ci sarebbe stata anche disparità nei trattamenti economici a seconda delle etnie dei componenti delle squadre stesse.

Per i lavoratori africani le paghe erano ancora più basse degli operai di altre etnie.

Scarsa in questo caso la risonanza mediatica.

Ora in Calabria ed in Toscana al vaglio degli inquirenti ci sono le posizioni di numerosissime aziende agricole.

La differenza è che gli Italiani si aspettano solidarietà ( leggi welfare), i migranti si danno da fare , accettano qualsiasi lavoro , anche sottopagato, anche senza assicurazioni.

Ma c’è di peggio ( almeno così ci sembra)

Due giorni fa sono andato fino all’aeroporto di Lamezia Terme

Già prima delle 07.00 decine di migranti viaggiavano in direzione sud su biciclette sgangherate pedalando contro vento( come faceva mio padre negli ani 50-60 quando andava in bici a lavorare a Gizzeria-Falerna sulla ferrovia)

Nessuno veniva a prenderli con i pulmini che abbiamo visto nei filmati.

Non so se poi abbiano lavorato.

Al ritorno poco prima delle 08.00 altri profughi procedevano sulla SS18 in direzione nord.

Questa volta mentre pioveva.

Anche in questo caso nessuno era venuto a prenderli con i pulmini.

Giuseppe Marchese

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