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Spes ultima dea, recita il vecchio adagio latino volendo indicare che non bisogna mai arrendersi e che occorre lottare e così sperare che le cose possano cambiare od almeno migliorare.

 

Libertà va cercando, ch'è sì cara diceva Dante nel I canto del Purgatorio della Divina Commedia( sono parole rivolte da Virgilio a Catone).

Parafrasandola oggi possiamo scrivere che “Verità vò cercando” per sapere a cosa andranno incontro domani gli amanteani.

Una verità che cerchiamo da tempo e che da ancora più tempo si rifiutano di farci conoscere perché come disse la partigiana Amelia nel saggio di Giampaolo Pansa “…non capiresti. Ci vorranno anni perchè certe scelte vangano comprese e giudicate con equità. Ma allora ti sarai dimenticato di me ed io di te”.

 

Che nessuno sappia, allora!

Ed è questa la logica che sottende alcuni( se non tanti) comportamenti della politica e della pubblica amministrazione: meglio che il popolo non sappia, non capirebbe, giudicherebbe istintivamente e senza valutare la difficoltà di governare una città, di mantenersi politicamente vivi nella parte di popolo al quale abbiamo dato un po’ di pane e companatico ad al quale faremo credere di impegnarci a farlo anche in futuro, né capiranno l’obbligo morale di mantenere gli impegni preelettorali, quali essi siano.

Ma poi l’ imprevisto.

 

Per una o mille ragioni il sistema di bugie e di compromessi crolla.

Crolla grazie allo Stato che si è interposto tra il popolo ed il governo del paese, grazie ad uomini come Giancarlo Verde della direzione centrale della Finanza locale, come Anna Aurora Colosimo e Domenico Giordano, nuovi commissari straordinari di Amantea, come Emanuela Greco ed Ugo Dattis, già commissari prefettizi del comune di Amantea.

Ed ecco la verità: Amantea è al dissesto ed oggi od al massimo venerdì sarà dichiarato.

Finirà la farsa nella quale la città di Amantea e gli amanteani abbiamo più o meno consapevolmente vissuto.

Si invertirà la visione ingannevole alla quale siamo stati abituati.

Forse finirà la pur consapevole ipocrisia sociale e culturale nella quale abbiamo vissuto

Il popolo se vorrà potrà informarsi sulla verità ( “ma si vene sa cosa- il dissesto- i contributi ni dununu?” Mi ha chiesto un giovane di Amantea)

Forse il popolo normalmente “diviso ed in lotta febbrile l’uno contro l’altro su argomenti piccoli e irrilevanti” potrà orientare la propria attenzione verso i veri e gravi problemi della nostra comunità e chiedersi ( sperando che capisca) di chi sia la responsabilità.

Sarà necessario aiutarlo continuando a dire la verità.

Dovremo farlo tutti. Quelli che cono i veri responsabili( la politica e l’amministrazione) senza differenza tra chi ha voluto e disposto o semplicemente tollerato.

 

Dovrà farlo la stampa non venduta alla politica

Dovrà farlo la cultura , soprattutto quella nobile che finge di educare gli altri senza aver educato se stessa , fautrice di una filosofia screditata che assomiglia a una religione dogmatica;

Dovrà farlo la scuola chiusa nel proprio limbo, seppur auto didatticamente, finendo di educare i giovani ad un mondo teorico, inesistente.

Ce lo chiedono i nostri figli ed i nostri nipoti che inconsapevolmente sono le vere vittime dio u sistema malato che scarica su di loro i debiti delle passate generazioni

Bene, benvenuti nel mondo della verità!

Pubblicato in Primo Piano

Se dovessimo semplificare la questione del dissesto ad Amantea basterebbero le due foto allegato al presente articolo.

 

 

La prima è quella della strada che crolla improvvisamente, una foto atta a segnalare la reale situazione del comune di Amantea, cioè un percorso apparentemente pianeggiante ed agevole ma che, all’improvviso, crolla verticalmente non sappiamo di quanto.

Certo che la strada non è più percorribile. E non è questione di mezzo. In queste condizioni non i procede nemmeno a piedi. Bisogna essere scalatori. Bravi, molto bravi!

La seconda è quella della posizione attuale del commissario ( intendiamo non solo il commissario Colosimo ma anche il sub commissario, il ragioniere, la segretaria, eccetera) in piedi, in posizione precaria, su un masso addirittura tondeggiante che è in bilico tra due rocce distanti poco meno dello spessore del masso.

Una posizione realmente difficile da mantenere e che non offre alcuna prospettiva tanto che l’unica cosa logica da fare è quella di allontanarsi il prima possibile, cercando di porsi in salvo.

 

Sembra ne sia fortemente convinto anche il PD che avendo in animo di essere presente nella corsa al governo del paese( o meglio dei suo resti) ha voluto sentire il parere di uno dei principali esperti della cittadina.

Parliamo del dr Rocco Giusta.

Il PD ed il suo segretario Enzo Giacco sembrano realmente interessati a concorrere decisamente a trovare una nuova strada da percorrere anche insieme ad altre persone oneste per salvare il paese dalla grave situazione nella quale si trova.

Ovviamente a concorrere saranno solo quelle persone che non portano la piena responsabilità della grave situazione finanziaria dell’ente .

E’, infatti, probabile che appena la gente dopo le elezioni comunali si accorgerà di quanto sia grave, se non drammatica, la situazione dell’ente e di quali e quanti sacrifici saranno richiesti alla comunità, non tollererà di certo che coloro che sono i certi responsabili continuino a governare il comune e magari a nascondere gli errori che saremo chiamati a pagare tutti, non solo ora ma anche le future generazioni.

Per avere chiarezza della gravità della situazione quindi il PD ha voluto sentire di dr Giusta.

Nessun comunicato è stato però emesso.

Anche da tale mancanza si può induttivamente desumere la complessità della situazione del comune di Amantea.

Forse è meglio , almeno in questa situazione, avere amministratori esperti.

Pubblicato in Cronaca

Bella domanda. Già! Ma quale è la differenza tra dissesto e pre-dissesto?

Intanto registriamo che si tratta , comunque, di un momento difficile per le casse del comune e, quindi, del comune medesimo e dei suoi cittadini.

Sotto il profilo tecnico giuridico:

Il predissesto si ha quando il deficit è in qualche modo recuperabile con un piano di sacrifici che la Corte dei conti approva e quindi si può accedere alla "procedura di riequilibrio finanziario pluriennale", il pre dissesto.

Il dissesto, invece, si ha quando "l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili" o se i creditori vantano crediti cui non si può far fronte con mutui o entrate proprie.

Su 84 Comuni in crisi finanziaria, infatti, ben oltre la metà (60,7%) si concentra in due Regioni, Calabria (25 enti) e Campania (24 enti, di cui 16 nella sola provincia di Caserta).

Ancora più significativa in termini numerici è la questione degli enti che hanno aderito alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.

Al 28 giugno 2016, risultano infatti in pre-dissesto 146 enti locali, di cui 10 Province.

Anche nel caso del pre-dissesto, gli enti che hanno fatto ricorso alla procedura sono concentrati prevalentemente nelle regioni meridionali, con picchi in Calabria (29), Sicilia (25) e Campania (18).

Ma il Settentrione non ne è certo immune: le regioni interessate da casi di pre-dissesto sono infatti 15, a fronte delle 11 in cui sono localizzati gli enti dissestati

Insomma l’Italia è sempre più il “ paese dei comuni falliti”

Ma perché lo scenario politico amministrativo dei Comuni italiani è così drammatico?

Semplice. La colpa è di due parametri .Bilanci sono gonfiati da crediti di dubbia esigibilità e tagli alle entrate.

Si è vero che lo Stato ha dato sempre meno ai comuni in termini di trasferimenti ma è vero che siamo sempre in presenza di cattive gestioni finanziarie

Per anni il debito è stato la grande leva che ha permesso ai sindaci di poter disporre di notevoli entrate aggiuntive per finanziare, tra l'altro, propagande elettorali e clientelismi.

Disponibilità di cassa – priva di reali coperture - che ha consentito di presentare ai propri elettori, di volta in volta, bilanci allegri e immaginifici, lasciando in eredità alle amministrazioni successive l'onere di dover far fronte ai deficit che man mano si accumulavano.

Ma la colpa non è soltanto dei sindaci .

NO!. Che cosa hanno fatto revisori dei conti, la Corte dei conti, le prefetture, il ministro dell'Economia ed ministro dell'Interno che avrebbero dovuto controllare?

Poco o niente. Anzi spesso hanno fatto funta di non vedere.

Ma poi la svolta.

Dal 2015 il ministero dell'Economia, che fino a quel momento aveva tollerato il fenomeno, ha deciso, anche su pressione dell'Unione Europea, di porre fine al sistema dei falsi in bilancio legalizzati e ha imposto ai Comuni un'operazione di ripulitura dei conti.

Il nuovo regime ha introdotto in particolare il principio della "competenza finanziaria potenziata o a scadenza", un istituto molto simile al bilancio di cassa, che obbliga l'ente a spendere solo quei soldi che hanno effettivamente incassato.

Se riscuote contanti, può spenderli. Se vanta crediti, no.

I crediti non esigibili vengono sterilizzati in un fondo svalutazione crediti e ora l'equilibrio di bilancio è dato dal pareggio tra tutte le entrate reali e tutte le spese..

Una colpa diffusa, allora?

Certo ma a pagare sono sempre e soltanto i cittadini

Anche quelli ancora non nati, perché i mutui relativi alle spesa passate sono stati trasferiti alle future generazioni.

Ed ora?

Ora forse le procure della Corte dei Conti e del Tribunale potrebbero anche iniziare procedimenti a carico di chi ha dichiarato scientemente il falso.

Ma forse resta almeno da capire e far capire agli elettori chi sono stati i responsabili dei momenti molto difficili che stanno per arrivare.

Tasse altissime e servizi sempre minori sono dietro l’angolo.

Che almeno chi ha ridotto Amantea sul lastrico se ne stia a casa a fare la calza od a giocare a carte e non vada a fare ulteriori danni ed a nascondere gli imbrogli precedentemente fatti!

Pubblicato in Politica

Apriamo questo nostro contributo alla ricerca della verità sulla situazione del nostro comune giocando con la famosa domanda " Sogno o son desto?" con la quale Cartesio iniziò la filosofia moderna, quella caratterizzata dal senso critico, quello che ci fa interrogare sulle cose

e non invece di accontentarci di ciò che ci viene raccontato.

Ci interroghiamo, allora.

Quale è la situazione delle finanze comunali?

E’ una situazione “normale”, nella accezione, cioè, di “simile” a quella di tanti altri comuni, che non pagano i propri debiti con la immediatezza disposta dalle leggi che impongono a tutti gli enti della pubblica amministrazione di pagare le fatture legittime entro 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni, quali gli enti sanitari, che consentono il pagamento entro 60 giorni, termini il cui rispetto è un fattore cruciale del buon funzionamento dell’economia nazionale?.

O siamo in pieno profondo, irreversibile dissesto?

E se la situazione finanziaria dell’ente è normale perché il comune è costretto a chiedere costose anticipazioni bancarie ?

Ed ancora, se la situazione finanziaria dell’ente è normale perché il comune non paga i propri debiti?

Domande destinate a restare senza risposte.

Anzi domande che infastidiscono.

E poi sono pericolose perché la dichiarazione del dissesto crea problemi a chi lo ha determinato.

Ed allora meglio il silenzio.

Ed è per questo che nessuno dice niente.

Per esempio con quale ritardi paga il comune di Amantea?

Ed ancora i pagamenti vengono effettuati con relazione alla maturazione del debito o ci sono figli e figliastri?

Il problema è che nessuno dice alla comunità la verità sulla situazione debitoria del nostro comune.

Quel poco che veniamo a sapere ci arriva dagli enti creditori. Ma solo dalla regione, sia per l’acqua che per la spazzatura. Per esempio il debito del comune per la spazzatura del 2015 ammonta a ben 627.112,96 euro( aggiornato con i pagamenti al 31.112.2016). Perché non è stato pagato?

Mai o quasi mai dai privati. Di questi ultimi non si conoscono nemmeno i pignoramenti.

Per esempio quanto avanzano le cooperative? Quanto avanza la Multiservizi?

Vi chiederete perché insistiamo su questo tema. Semplice , anzi semplicissimo.

Se qualche persona ( pia, coraggiosa, incosciente, fate voi) vuole candidarsi alle prossime elezioni e guidare il nostro comune, secondo noi, dovrebbe sapere se siamo o meno in dissesto.

Od almeno sapere se la situazione è davvero così seria, come pensiamo, che sarà molto difficile gestire il comune in questo 2017 e più avanti negli anni.

Non cerchiamo responsabili. Non siamo giudici né penali per eventuali falsi in bilancio, né contabili, né civili.

Ma certo vorremmo sapere se il comune potrà l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili.

Ricordiamo che il TU 267/2000 dispone che “Si ha stato di dissesto finanziario se l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell'ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all'articolo 193, nonché con le modalità di cui all'articolo 194 per le fattispecie ivi previste”.(art 244 e seguenti)

Ma è necessario sapere se il comune che finora ha pensato e pensa a ponti e passerelle riuscirà a bituminare le nostre strade, aggiustare i marciapiedi, pagare i dipendenti, garantire i servizi indispensabili, eccetera.

Altro che sogno, allora, forse è un incubo.

La verità nascosta ai cittadini!!

 

Il 2017 è appena iniziato e per i cittadini questo nuovo anno si preannuncia foriero di novità terribili sul fronte delle tasse.

E’ arrivato il nuovo revisore dei conti ed è andato via quello che, più politico, ha ritenuto di non sollecitare la dichiarazione di dissesto, anche se forse si sarebbe dovuto.

Non che il dissesto sia la panacea, la soluzione ai mali della nostra città, ma, come si dice, “ a mali estremi, estremi rimedi”, cioè se la situazione è gravissima la dichiarazione di dissesto diventa obbligatoria.

Ci sono comuni che danno l’ incarico di redigere una perizia economico – contabile e così scoprire lo stato delle proprie finanze a società specializzate ed, anche, indipendenti.

 

Ma ad Amantea nessuno ha voluto dare questo incarico.

L’ultima indagine sullo stato del comune di Amantea risale al 1899, cioè 116 anni fa!

Nessuno oggi, ha cioè voluto conoscere la verità.

Secondo l’Anci su dati del ministero a giugno 2016 in Italia ci sono ben 84 amministrazioni in dissesto finanziario ed altri 146 enti locali a un passo dal crack.

 

Spesso con i bilanci si è scherzato perché sono state messe in entrata somme virtuali, impossibili da riscuotere.

E sul lato delle spese sono state create “ società dello sperpero”.

Una gestione allegra che, almeno in teoria, si è spenta con la spending review e le regole imposte da Bruxelles.

Ma quando i comuni, in base alle disposizioni del titolo VIII della parte seconda del Testo unico delle norme sugli Enti locali, devono dichiarare lo stato di dissesto finanziario?

 

Quando le situazioni debitorie non sono sanabili con risorse proprie e nel caso di impossibilità a svolgere le funzioni e i servizi indispensabili.

Il problema è quello che le pieghe comportamentali politico-amministrative sono spesso talmente intricate che non si riesce a capire nemmeno quale siano la massa debitoria e quella creditoria.

La realtà è che la Calabria vanta il primato dei comuni dissestati. Ci sarà pure una ragione.

Comprendiamo come sia facile dichiarare che l’attuale squilibrio di bilancio provenga da lontano, ma quello che non comprendiamo è come si sia potuto fare debiti fuori bilancio anche per acquisti e non solo come molto spesso avviene per spese legali o giudiziarie.

Né è comprensibile come i maggiori debiti siano quelli per l’acqua, la depurazione la Raccolta rifiuti. Dove sono finite le relative entrate? Come è stato possibile usare entrate specifiche per spese ben diverse da quelle predestinate? Chi lo ha permesso? Nessuno ha visto niente?

E non solo. Come è stato possibile far sparire dai bilanci somme destinate a servizi che comunque sono stati resi?

Non si tratta di compiere un semplice percorso di riequilibrio strutturale, non destinando più le entrate straordinarie per sostenere la spesa corrente.

 

Ed infine perché per redigere una perizia economico–contabile c’è bisogno di una società specializzata?

Le voci sono gravissime.

Ma si tratta di voci, per quanto credibili.

Chissà se almeno con i commissari gli amante ani potranno sapere le verità?

dissesti dal 1991

dissesti ultimi 5 anni

Pubblicato in Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Concetta Veltri

 

 

La città di Amantea non ha bisogno di sentire liti personali ma di avere risposte alle sempre più impellenti ed improrogabili necessità.

I problemi sono “L'emergenza occupazionale, i tardati pagamenti degli stipendi dei dipendenti e dei debiti con i creditori, l’insufficiente se non mancato contrasto alla micro e macro criminalità, lo stato di indecoroso abbandono della città, le strade ed i marciapiedi disastrati, sia di Amantea ma soprattutto della frazione di Campora San Giovanni del cui stato di abbandono parlo da sempre sin dall'inizio di questa legislatura .

Oggi anche altri colleghi prendono coscienza di quanto io denuncio da sempre.

Ed avverandosi la profezia questa maggioranza continua a perdere pezzi.

Non per fare demagogia ma per dovere nei confronti della popolazione credo sarebbe meglio per tutti se questa esperienza politica finisse al più presto.

 

Ammettete il vostro fallimento e tornate ognuno al vostro lavoro: la politica non è per tutti e certamente non lo è per questa maggioranza al governo della città.

Non esagero dicendo che se ve ne andaste subito il 90 % della popolazione di Amantea e di Campora si sentirebbe sollevata da un peso e vi sarebbe grata.

Non vi offendete allora se vi suggerisco fortemente di prendere coscienza della vostra inidoneità ed invece di attendere la fine naturale di questa legislatura ed altrettanto fortemente se vi invito ad andare via prima possibile tentando di evitare di portare al dissesto finanziario il nostro ente..

Anzi apprezzeremmo la vostra sincerità se dichiaraste quello che tutti sospettiamo e che voi sapete e cioè che i debiti sovrastano di gran lunga le entrate che ormai sono sempre più ridotte al minimo, anziché illudersi di poter cambiare le cose come se aveste una bacchetta magica.

Sospettiamo che il dissesto non sia solo una ipotesi remota quanto una condizione fin troppo reale ed un dissesto metterà i cittadini di Amantea e di Campora in seria difficoltà perché significherà pagare le tasse al massimo delle aliquote fino a quando i debiti non verranno ripianati.

 

Non solo,e voi lo sapete, il dissesto spezzerà ogni prospettiva di sviluppo della città.

E che dire, infine, dell'assessore Cannata che continua a sostenere di prodigarsi ma che nonostante sia assessore dal "1916" non è conosciuto da nessuno nè ad Amantea nè a Campora.

Ma passiamo oltre, altrimenti rischio di fargli avere troppa notorietà.

E che dire, infine, del sindaco . Io e tanti come me pensiamo che non sia necessario che continui con questo sacrificio di responsabilità, come da lei stessa dichiarato.

Ma forse tornando a fare il suo mestiere principale di insegnante si sentirà più gratificata e sicuramente la città di Amantea gliene sarà grata.

Non ci sono più scuse, nè tempo da perdere, la città ha immediato bisogno di essere liberata dalla vostra presenza e governata a dovere. Prima che sia troppo tardi.        Concetta Veltri

Pubblicato in Campora San Giovanni

Fu profeta il vice sindaco ed assessore alle finanze di San Lucido, Leverino Bruno quando, a giugno del 2013 a pochi giorni dall' insediamento, evidenziò la situazione difficile per l'ente.

 

«La situazione delle casse comunali è disastrosa e, dopo una prima verifica da noi portata a termine, emergono una serie di criticità che, purtroppo, rischiano di portarci al dissesto finanziario.

L’eredità lasciataci dall’amministrazione Staffa pesa come un macigno su ogni cittadino san lucidano”.

 

Poi Leverino Bruno divenne un ex della Giunta Pizzuti con ampia risonanza degli attriti e delle polemiche tra i due.

Ora è la Corte dei Conti decretare che il comune di San Lucido è in dissesto economico finanziario.

Il sindaco e la squadra di governo da tre anni ed oltre avrebbe provato a risanare i conti dell’ente ma sarebbe tutto vano dinnanzi alla decisione della corte dei conti che pesa come un macigno.

 

Il primo cittadino di San Lucido ha espresso tutta la propria amarezza sulla propria bacheca social, rendendo pubblica la decisione.

“Non penso di essere un pessimo amministratore; se sono stato eletto Sindaco per tre volte qualche ragione ci sarà; sono innamorato del mio paese, e conseguentemente ho sperato che gli sforzi che abbiamo prodotto avrebbero potuto portare ad un risultato positivo evitando il dissesto, ma non è andata cosi.
Purtroppo le premesse c’erano tutte, fin da quando la precedente amministrazione, nel febbraio 2013, aveva dichiarato, con deliberazione di Consiglio Comunale, di non aver raggiunto il riequilibrio economico, non aveva riconosciuto i pregressi debiti ed aveva presentato alla Corte dei Conti ed al Ministero degli Interni un piano di risanamento”.

“Comunque, cari concittadini, come avete già letto da altri commentatori, i sanlucidani non subiranno aumenti dei tributi”.

Pubblicato in Paola

Questo il duro documento che il Segretario PD Amantea Enzo Giacco ed il Segretario GD Amantea Stefano Spina hanno inviato al Sindaco della Città di Amantea, dott.ssa Monica Sabatino, in data 6 ottobre 2016.

 

Il documento apre con alcune puntualizzazioni relative alla risposta del Sindaco alla lettera aperta (sempre a firma dei Segretari PD e GD Amantea) inviata il 28 settembre 2016 e continua ponendo alcuni interrogativi sulla bontà delle finanze dell'Ente, con particolare riferimento a quanto emerso nell'ultima Assise del 30 settembre.

Il documento chiude con la richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc sul tema del bilancio. Eccovelo:

“Al Sindaco della Città di Amantea dott.ssa Monica Sabatino

Gentile Sindaco, il fatto che la dialettica politica ed il dovere di un Partito di «interrogarsi ed interrogare nell’interesse della Città» vengano confusi con mere accuse, rappresenta bene il momento di difficoltà che vive l’amministrazione comunale e la nostra cittadina.

Davvero si pensa di poter liquidare le questioni poste dicendo che quella attuale è «l’amministrazione del fare» e con una dose di provocatoria retorica?

Riteniamo che, in mancanza di un ordinato disegno di sviluppo, il rischio in cui ci si può imbattere sia quello di seminare interventi qua e là senza una prospettiva armonica in grado di invertire la non tranquilla rotta che ha preso Amantea, e magari sprecando pubbliche risorse.

Le battaglie intraprese dal Partito per la Casa della Salute, per il potenziamento socio-sanitario e socio-assistenziale del territorio, a difesa del Poliambulatorio – giusto per fare qualche esempio - vanno nella direzione di un disegno legato ad un’idea di Amantea.

Perché la questione di fondo è proprio l’idea di paese per cui ci si vuole adoperare.

Amantea ha una naturale vocazione turistico-commerciale. Ed allora gli investimenti da fare dovrebbero riguardare la missione di sviluppo della Città, che nella visione del PD si traducono in: Lungomare, Centro storico, sviluppo di Campora.

Purtroppo abbiamo appreso – non di certo senza un pizzico di irritazione - che sulle questioni poste la lista civica Rosa Arcobaleno non intende dare risposte al Partito Democratico («ma direttamente alla società civile»). Sono scelte!

Oggi, però, è il più complessivo tema degli investimenti ad attirare l’attenzione.

Ci preoccupa non poco, infatti, quanto emerso nell’ultima riunione del Consiglio comunale relativamente all’indebitamento dell’Ente.

Anche perché quello del bilancio è un altro argomento su cui il Partito è più volte intervenuto ed a più riprese ha chiesto lumi. Citiamo gli atti:

-          un anno addietro, il 10 novembre 2015, palesavamo una forte preoccupazione per via di «un’importante anticipazione di cassa di cui si è già beneficiato e del deliberato utilizzo di fondi vincolati per coprire le spese correnti»; tant’è che nel confronto tra Partito e amministrazione comunale del 23 novembre 2015 venivano chiesti chiarimenti proprio sullo stato finanziario dell’Ente;

-          il 10 dicembre 2015, in un documento del Partito, venivano avanzate idee e proposte per avviare una necessaria politica di risanamento;

-          il 12 aprile 2016 dei nove capitoli del documento assembleare, ampiamente discusso dagli iscritti, uno – denominato «una città senza cassa» – veniva interamente dedicato alla situazione finanziaria dell’Ente. Nel testo, tra l’altro, si auspicava la necessità di «invertire il senso di marcia, passando dal sistematico ricorso all’indebitamento ad una politica di risanamento»;

-          nel documento del 16 maggio 2016 veniva sottolineata una «preoccupazione relativa alla capacità di indebitamento» e si invocava maggiore attenzione nei confronti di una «tematica che rappresenta il termometro della salute economica (e non solo) della città». Non a caso si suggeriva una «riflessione rispetto all’opportunità di un bilancio partecipato»;

-          nell’intervista, del 3 luglio 2016, rilasciata alla stampa locale si ribadiva «una preoccupazione riguardo alla complessiva capacità dell’ente di indebitarsi, e dunque di fare investimenti»;

-          nel documento del 28 settembre 2016, infine, venivano «sollevati dubbi su diversi aspetti che incidono sulle prospettive della città» (tra cui, appunto, le potenzialità di bilancio).

C’è da dire che, nonostante le tante sollecitazioni su evidenziate, le risposte sono state sempre atte a minimizzare le difficoltà ed a rassicurare.

Ma alle continue preoccupazioni del Partito Democratico oggi si aggiunge quanto dichiarato dall’Assessore al Bilancio durante l’ultima Assise, nella quale è stato pubblicamente ammesso l’esistenza di un debito – di cui pare nessuno sapesse niente! - superiore ai tre milioni di euro vantato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (che ha già trattenuto l’intera quota IMU riscossa lo scorso mese di giugno).

Ovvi sono i conseguenti interrogativi:

a) Com’è possibile che un debito datato e di tale portata emerga solo oggi “casualmente” durante una discussione in Consiglio?

b) Questo debito emerso nei confronti del Mef è presente nei bilanci approvati?

c) Qual è la reale situazione debitoria dell’Ente?

d) Quali implicazioni ci sono rispetto alla liquidità del Comune?

e) Ci sono pericoli di default per l’Ente?

Ti chiediamo, a tal riguardo, di convocare con urgenza un Consiglio comunale ad hoc, in modo che l’Assessore al Bilancio possa finalmente comunicare alla Città la reale situazione finanziaria dell’Ente e se quanto emerso durante l’ultima Assise ponga concreti pericoli di default.

Cordialmente

Amantea, 6 ottobre 2016

Enzo Giacco – Segretario PD Amantea

Stefano Spina - Segretario GD Amantea

Pubblicato in Primo Piano

Ormai è a tutti evidente (anche se gli amministratori comunali tentano di negarlo) che Amantea è prossima al dissesto.

Escono debiti da tutte le parti.

Anche se l’amministrazione cerca in tutti i modi di nasconderli.

 

Dei debiti con il comune di Nocera Terinese abbiamo riferito.

In questo articolo vi evidenziamo i debiti con la Ge.ri.ca scarl di cui al precedente articolo.

 

A nulla è valso nascondere il verbale di cui abbiamo già detto.

E tutta grazie al dr Andrea Ianni Palarchio che ci ha partecipato la allegata sentenza del TAR Veneto.

 

Con sentenza n 660/2016 la prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto ha statuito l’obbligo del Comune di Amantea di pagare al Curatore del Fallimento GE.R.I.CA. s.c. a r.l. "la somma di € 201.516,46 oltre interessi per ritardato pagamento ex artt. 29¬30 D.M. 19.04.2000 n° 145 fino al saldo effettivo e spese del presente procedimento che liquida in complessivi € 2.249,00 di cui € 338,00 per spese esenti, € 811,00 per diritti ed € 1.100,00 per onorario, oltre accessori di legge.

 

Si tratta della esecuzione della sentenza con la quale il Tribunale di Rovigo ha ingiunto al Comune di Amantea di pagare il saldo delle prestazioni relative al servizio di conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti di depurazione e sollevamento della rete fognaria.

Parliamo sempre del depuratore di Nocera Terinese.

Il ricorso è pervenuto in decisione alla Camera di Consiglio dell’8 giugno 2016 e l’amministrazione comunale non solo non i è costituita in giudizio ma non ha inviato alcuna comunicazione per smentire, in fatto, la pretesa attorea.

Ed allora la condanna.

 

Ed oltre alle somme sopra evidenziate anche la condanna per il Comune di Amantea del pagamento delle spese di giudizio, liquidate in complessivi € 2.000,00 oltre oneri accessori.

Il Tribunale amministrativo Veneto ha ordinato al Comune di Amantea, in persona del Sindaco pro tempore, di dare esecuzione al decreto ingiuntivo del Tribunale di Rovigo, n. 752/12, datato 8.08.2012 e depositato il 9.08.2012, in epigrafe indicato, nel termine di quaranta giorni decorrenti dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente sentenza ed ha altresì disposto che in caso di mancata esecuzione, nel termine predetto, nomina sin d’ora quale Commissario ad Acta il Segretario generale del Comune il quale dovrà provvedere agli adempimenti sostitutivi, dietro presentazione di specifica istanza dell’interessato, entro l’ulteriore termine di trenta giorni dalla ricezione della predetta istanza;

 

Ed ecco la sentenza integrale.

 

TAR VENETO

 

SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 333 del 2016, proposto da:

Fallimento Gestione Risorse Idriche Calabria S.C. A R.L., rappresentato e difeso dagli avv. Valerio Migliorini, Alessandra Sichirollo, Antonella Pietrobon, con domicilio eletto presso Antonella Pietrobon in Venezia, San Polo, 2988;

contro

Comune di Amantea;

 

per l'ottemperanza del decreto ingiuntivo del Tribunale di Rovigo, n. 752/12 Ing., n. 1821/12 R.G.A.C. n. 4490 Cron, n. 1100/12 Rep dell'8.8.2012, passato in giudicato per mancata opposizione, con il quale il predetto Tribunale ha ingiunto al Comune di Amantea di pagare al Curatore del Fallimento ricorrente le somme dovute.

 

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l 'art. 114 cod. proc. amm.;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 8 giugno 2016 il dott. Nicola Fenicia e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Con il presente ricorso per ottemperanza il Fallimento GE.R.I.CA. s.c. a r.l. espone che:

Con ricorso ex artt. 633 e ss. c.p.c. datato 23.07.2012 e depositato il 2.08.2012, il Fallimento Ge.R.I.Ca. s.c. a r.l. aveva chiesto al Tribunale di Rovigo che venisse ingiunto al Comune di Amantea di pagare il saldo dovuto dal predetto Comune per prestazioni relative al servizio di conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti di depurazione e sollevamento della rete fognaria;

 

Con decreto ingiuntivo n. 752/12 Ing., n. 1821/12 R.G.A.C., n. 4490 Cron., n. 1100/12 Rep., datato 8.08.2012, depositato il 9.08.2012, il Tribunale di Rovigo ha ingiunto al Comune di Amantea di pagare al Curatore del Fallimento GE.R.I.CA. s.c. a r.l. "la somma di € 201.516,46 oltre interessi per ritardato pagamento ex artt. 29¬30 D.M. 19.04.2000 n° 145 fino al saldo effettivo e spese del presente procedimento che liquida in complessivi € 2.249,00 di cui € 338,00 per spese esenti, € 811,00 per diritti ed € 1.100,00 per onorario, oltre accessori di legge";

 

Detto decreto ingiuntivo è stato notificato al Comune di Amantea il 14.09.2012;

 

II Comune di Amantea non ha proposto opposizione avverso il predetto decreto ingiuntivo, che quindi è passato in giudicato;

Decorso il termine di 120 gg. dalla notifica dei titolo esecutivo, il Fallimento GE.R.I.CA. s.c. a r.l. ha intimato precetto senza esito alcuno, non avendo a tutt'oggi il Comune di Amantea provveduto a pagare neppure parzialmente le somme di cui al predetto decreto ingiuntivo;

Il Fallimento GE.R.I.CA. s.c. a r1. ha nuovamente notificato il decreto ingiuntivo in forma esecutiva con il decreto ex art. 647 c.p.c. che ne dichiarava l'avvenuto passaggio in giudicato, notifica perfezionatasi il 10.07.2015.

Ciò premesso il ricorrente chiede che sia ordinato al Comune di Amantea di eseguire il ridetto decreto ingiuntivo ordinando allo stesso il pagamento della somma totale in ricorso determinata di € 201.516,46, oltre interessi e spese legali liquidate con il predetto decreto, e qualora occorra conclude per la nomina di un Commissario ad Acta che proceda come per legge.

 

Il Comune di Amantea non si è costituito in giudizio.

Il ricorso è pervenuto in decisione alla Camera di Consiglio dell’8 giugno 2016.

Il ricorso deve essere accolto, non essendosi l’amministrazione comunale costituita in giudizio né avendo inviato alcuna comunicazione per smentire, in fatto, la pretesa attorea.

Da rilevare, infatti, che ai sensi dell’art. 112, comma 2, lett. c), c.p.a., è ammissibile il giudizio di ottemperanza per i decreti ingiuntivi non opposti o confermati in sede di opposizione (Cons. St., sez. V, 20 aprile 2012, n. 2334). Il decreto ingiuntivo non opposto, in quanto definisce la controversia al pari della sentenza passata in giudicato, essendo impugnabile solo con la revocazione o con l’opposizione di terzo nei limitati casi di cui all’art. 656 c.p.c., ha infatti valore di cosa giudicata anche ai fini della proposizione del ricorso per l’ottemperanza (Cons. St., sez. V, 8 settembre 2011, n. 5045).

Ciò stante, il Collegio deve affermare l’obbligo del Comune di Amantea di dare integrale esecuzione al decreto ingiuntivo del Tribunale di Rovigo, n. 752/12, datato 8.08.2012 e depositato il 9.08.2012, con il quale veniva ingiunto il pagamento della somma di € 201.516,46 oltre interessi per ritardato pagamento ex artt. 29 - 30 D.M. 19.04.2000 n° 145 fino al saldo effettivo e spese del procedimento d’ingiunzione.

Per le superiori considerazioni il Comune di Amantea va dunque condannato al pagamento della predetta somma comprensiva degli interessi legali fino al soddisfo e delle spese legali del procedimento d’ingiunzione entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente decisione.

Per l’ipotesi di ulteriore inadempienza alla scadenza del termine assegnato si nomina sin d’ora quale Commissario ad acta il Segretario generale del Comune il quale dovrà provvedere agli adempimenti sostitutivi entro l’ulteriore termine di trenta giorni, decorrente dalla richiesta della parte.

Il commissario ad acta al momento del suo insediamento dovrà verificare ovviamente se il Comune di Amantea abbia adempiuto.

Le spese del giudizio di ottemperanza vanno poste a carico dell’amministrazione nella misura indicata in motivazione.

P.Q.M.

 

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Prima) definitivamente pronunciando sul ricorso in esame:

Ordina al Comune di Amantea, in persona del Sindaco pro tempore, di dare esecuzione al decreto ingiuntivo del Tribunale di Rovigo, n. 752/12, datato 8.08.2012 e depositato il 9.08.2012, in epigrafe indicato, nel termine di quaranta giorni decorrenti dalla notificazione o comunicazione in via amministrativa della presente sentenza;

in caso di mancata esecuzione, nel termine predetto, nomina sin d’ora quale Commissario ad Acta il Segretario generale del Comune il quale dovrà provvedere agli adempimenti sostitutivi, dietro presentazione di specifica istanza dell’interessato, entro l’ulteriore termine di trenta giorni dalla ricezione della predetta istanza;

condanna il Comune di Amantea al pagamento delle spese di giudizio, spese che liquida in complessivi € 2.000,00 oltre oneri accessori.

 

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 8 giugno 2016 con l'intervento dei magistrati: Maurizio Nicolosi, Presidente, Alessio Falferi, Primo Referendario, Nicola Fenicia, Primo Referendario, Estensore

Pubblicato in Cronaca

Il comune di Nocera Terinese è in dissesto.

 

La d.ssa Teresa Colacione è stata nominata Commissario Straordinario di Liquidazione ed in data 26 agosto ha emanato apposito invito a presentare entro 60 giorni dalla stessa data apposita istanza di ammissione alla massa passiva.

 

La domanda in carta libera, corredata da idonea documentazione dovrà contenere le generalità del creditore, l’importo del debito dell’ente, distinto per capitale ed interessi; l’oggetto del debito; l’epoca in cui il debito è sorto; titolo che comprova il credito; le eventuali cause di prelazione; gli eventuali atti interruttivi della prescrizione.

 

Il modello di domanda è rinvenibile nell’albo pretorio del comune di Nocera Terinese.

Pubblicato in Lamezia Terme
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