La verità nascosta ai cittadini!!
Il 2017 è appena iniziato e per i cittadini questo nuovo anno si preannuncia foriero di novità terribili sul fronte delle tasse.
E’ arrivato il nuovo revisore dei conti ed è andato via quello che, più politico, ha ritenuto di non sollecitare la dichiarazione di dissesto, anche se forse si sarebbe dovuto.
Non che il dissesto sia la panacea, la soluzione ai mali della nostra città, ma, come si dice, “ a mali estremi, estremi rimedi”, cioè se la situazione è gravissima la dichiarazione di dissesto diventa obbligatoria.
Ci sono comuni che danno l’ incarico di redigere una perizia economico – contabile e così scoprire lo stato delle proprie finanze a società specializzate ed, anche, indipendenti.
Ma ad Amantea nessuno ha voluto dare questo incarico.
L’ultima indagine sullo stato del comune di Amantea risale al 1899, cioè 116 anni fa!
Nessuno oggi, ha cioè voluto conoscere la verità.
Secondo l’Anci su dati del ministero a giugno 2016 in Italia ci sono ben 84 amministrazioni in dissesto finanziario ed altri 146 enti locali a un passo dal crack.
Spesso con i bilanci si è scherzato perché sono state messe in entrata somme virtuali, impossibili da riscuotere.
E sul lato delle spese sono state create “ società dello sperpero”.
Una gestione allegra che, almeno in teoria, si è spenta con la spending review e le regole imposte da Bruxelles.
Ma quando i comuni, in base alle disposizioni del titolo VIII della parte seconda del Testo unico delle norme sugli Enti locali, devono dichiarare lo stato di dissesto finanziario?
Quando le situazioni debitorie non sono sanabili con risorse proprie e nel caso di impossibilità a svolgere le funzioni e i servizi indispensabili.
Il problema è quello che le pieghe comportamentali politico-amministrative sono spesso talmente intricate che non si riesce a capire nemmeno quale siano la massa debitoria e quella creditoria.
La realtà è che la Calabria vanta il primato dei comuni dissestati. Ci sarà pure una ragione.
Comprendiamo come sia facile dichiarare che l’attuale squilibrio di bilancio provenga da lontano, ma quello che non comprendiamo è come si sia potuto fare debiti fuori bilancio anche per acquisti e non solo come molto spesso avviene per spese legali o giudiziarie.
Né è comprensibile come i maggiori debiti siano quelli per l’acqua, la depurazione la Raccolta rifiuti. Dove sono finite le relative entrate? Come è stato possibile usare entrate specifiche per spese ben diverse da quelle predestinate? Chi lo ha permesso? Nessuno ha visto niente?
E non solo. Come è stato possibile far sparire dai bilanci somme destinate a servizi che comunque sono stati resi?
Non si tratta di compiere un semplice percorso di riequilibrio strutturale, non destinando più le entrate straordinarie per sostenere la spesa corrente.
Ed infine perché per redigere una perizia economico–contabile c’è bisogno di una società specializzata?
Le voci sono gravissime.
Ma si tratta di voci, per quanto credibili.
Chissà se almeno con i commissari gli amante ani potranno sapere le verità?