Spes ultima dea, recita il vecchio adagio latino volendo indicare che non bisogna mai arrendersi e che occorre lottare e così sperare che le cose possano cambiare od almeno migliorare.
Libertà va cercando, ch'è sì cara diceva Dante nel I canto del Purgatorio della Divina Commedia( sono parole rivolte da Virgilio a Catone).
Parafrasandola oggi possiamo scrivere che “Verità vò cercando” per sapere a cosa andranno incontro domani gli amanteani.
Una verità che cerchiamo da tempo e che da ancora più tempo si rifiutano di farci conoscere perché come disse la partigiana Amelia nel saggio di Giampaolo Pansa “…non capiresti. Ci vorranno anni perchè certe scelte vangano comprese e giudicate con equità. Ma allora ti sarai dimenticato di me ed io di te”.
Che nessuno sappia, allora!
Ed è questa la logica che sottende alcuni( se non tanti) comportamenti della politica e della pubblica amministrazione: meglio che il popolo non sappia, non capirebbe, giudicherebbe istintivamente e senza valutare la difficoltà di governare una città, di mantenersi politicamente vivi nella parte di popolo al quale abbiamo dato un po’ di pane e companatico ad al quale faremo credere di impegnarci a farlo anche in futuro, né capiranno l’obbligo morale di mantenere gli impegni preelettorali, quali essi siano.
Ma poi l’ imprevisto.
Per una o mille ragioni il sistema di bugie e di compromessi crolla.
Crolla grazie allo Stato che si è interposto tra il popolo ed il governo del paese, grazie ad uomini come Giancarlo Verde della direzione centrale della Finanza locale, come Anna Aurora Colosimo e Domenico Giordano, nuovi commissari straordinari di Amantea, come Emanuela Greco ed Ugo Dattis, già commissari prefettizi del comune di Amantea.
Ed ecco la verità: Amantea è al dissesto ed oggi od al massimo venerdì sarà dichiarato.
Finirà la farsa nella quale la città di Amantea e gli amanteani abbiamo più o meno consapevolmente vissuto.
Si invertirà la visione ingannevole alla quale siamo stati abituati.
Forse finirà la pur consapevole ipocrisia sociale e culturale nella quale abbiamo vissuto
Il popolo se vorrà potrà informarsi sulla verità ( “ma si vene sa cosa- il dissesto- i contributi ni dununu?” Mi ha chiesto un giovane di Amantea)
Forse il popolo normalmente “diviso ed in lotta febbrile l’uno contro l’altro su argomenti piccoli e irrilevanti” potrà orientare la propria attenzione verso i veri e gravi problemi della nostra comunità e chiedersi ( sperando che capisca) di chi sia la responsabilità.
Sarà necessario aiutarlo continuando a dire la verità.
Dovremo farlo tutti. Quelli che cono i veri responsabili( la politica e l’amministrazione) senza differenza tra chi ha voluto e disposto o semplicemente tollerato.
Dovrà farlo la stampa non venduta alla politica
Dovrà farlo la cultura , soprattutto quella nobile che finge di educare gli altri senza aver educato se stessa , fautrice di una filosofia screditata che assomiglia a una religione dogmatica;
Dovrà farlo la scuola chiusa nel proprio limbo, seppur auto didatticamente, finendo di educare i giovani ad un mondo teorico, inesistente.
Ce lo chiedono i nostri figli ed i nostri nipoti che inconsapevolmente sono le vere vittime dio u sistema malato che scarica su di loro i debiti delle passate generazioni
Bene, benvenuti nel mondo della verità!