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Sarà curioso, ove possibile, vedere, un domani, l’album fotografico che sembra si stia realizzando in occasione delle attuali consultazioni elettorali.

 

Trattandosi di foto di persone se ne parla con molta discrezione, anzi si sussurra.

Forse per timore che qualcuno stia ascoltando.

Non sappiamo chi sia il fotografo( od i fotografi) e chi sia o siano i fotografati.

Né sappiamo a cosa servano queste foto( che dicono, anzi si sussurra, siano tante), e tantomeno a chi servano.

 

In fondo non sappiamo nemmeno se la notizia sia vera o sia solo supposta.

Più certa, invece, l’altra notizia sull’album video.

In particolare quello relativo ai comizi.

Addirittura, sembra che da uno di essi sia scaturita una denunzia-querela per porre fine al dileggio tra candidati.

Un dileggio dai toni talmente esplosivi da essere stato ritenuto non solo volgare ma soprattutto offensivo

Nessuna sorpresa. Anche in passato queste cose sono successe ed hanno dato luogo a fatti giudiziari che ancora non si sono conclusi.

 

Un dileggio che serve a tenere alta la attenzione dell’elettore e ad orientarlo nel voto, sulla base dell’assunto che se il dileggiato non si difende allora non si tratta di scherno, ma di verità.

Dileggiare significa deridere, schernire, con un tono di disprezzo e oltraggio che fuga qualunque nesso con la presa in giro giocosa.

Insomma il dileggio dal palco è, in fondo, Mors tua, vita mea, nel senso che la tua morte (è) la mia vita.

E’ una locuzione latina di origine medievale che si usa quando all'interno di una competizione ci può essere un solo vincitore e quindi l’insuccesso dell’uno significa il successo di un altro.

Certo che se fosse vera la notizia delle foto dovremmo aspettarci un book di un certo spessore e di una notevole importanza non tanto politica, quanto sociale ed altro.

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Ci fu un tempo in cui la statua del santo patrono della città venne portata in giro per Amantea per ringraziarlo di aver salvato la città e gli abitanti dai più gravi danni del terremoto del 1905.

Ricordiamo l’evento ed il rapporto particolare della città con il suo patrono.

Lo ricordiamo perché questa volta, forse nemmeno invocato, il nostro Patrono non ha fatto, o potuto fare, niente, contro il ben più grave terremoto che è stato e sarà il dissesto finanziario, quello che è stato negato da tanti e contro il quale si intende fare ricorso al TAR.

E ne paga anche lui le conseguenze se il programma dei festeggianti civili, senza il contributo del comune, appare fortemente ridimensionato come si vede dalla locandina.

Per fortuna che padre Rocco continua a dare significato al programma religioso iniziando proprio da oggi la tredicina in suo onore.

Speriamo che la città voglia continuare a tributargli la attenzione dei fedeli non dimenticando che essa è fatta di preghiere, di intense tradizioni quali gli indimenticabili altarini, quali la esposizione dei “Tumaschj”, quali la distribuzione del pane in memoria di uno dei suoi grandi miracoli.

E speriamo che sant’Antonio vista la fede degli Amanteani( hai visto mai!?) non faccia questo grande e nuovo miracolo per la nostra città?

E salvi gli amanteani dalle gravi ambasce del dissesto finanziario.

VIVA SANT’ANTONIO

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L’ultimo articolo sul toponimo “Vetrioli” apre la strada ad una migliore conoscenza della nostra città e ella sua storia.

Continueremo a raccontarvi tante cose della nostra città che noi amanteani ignoriamo.

 

 

La differenza tra alcuni ( noi tra questi, ma per fortuna non siamo soli) e la gran parte della città è che noi, tra i pochi, abbiamo piena consapevolezza di questa nostra grassa ignoranza e ci sforziamo di scoprire sempre nuovi fatti, nuovi elementi, nuove storie e di porgerli a tutti.

Potremo apparire provocatori e forse un po’ lo siamo, ma lì obbiettivo è solo quello della conoscenza , conviti come siamo che conoscere significa amare.

In questo sforzo di ricerca e di nuova ed intensa attenzione per la storia delle nostra città siamo riusciti, con un lavoro certosino , un po’ di intuito ed una bella botta di fortuna, a trovare una stampa di Amantea, ancora sconosciuta quasi a tutti ( ne ho fatto dono solo ad un amico che ha la stessa mia passione e che per alcuni versi è co-protagonista di queste ricerche).

Dalla stampa abbiamo estratto, per ora, un pezzettino che mostra per la prima volta la chiesa di San Francesco d’Assisi, ancora sostanzialmente intatta .

La immagine conferma quanto da noi affermato circa l’orientamento est-ovest dalla chiesa.

La immagine , inoltre, completa la conoscenza della chiesa e dell’annesso convento di cui restano purtroppo scarse tracce.

Nei giorni scorsi ci siamo recati una ultima volta a vedere i ruderi con Robert Cirillo, Roberto Musì e Gregorio Carratelli e con loro abbiamo discusso di come accedere agli spazi a nord ovest definiti dalle volte ancora avvertibili e di come poter entrare nella chiesa stessa .

Quest’ultimo grazie ai suoi studi di ingegneria aveva intuito la presenza di un vero e proprio fabbricato ad ovest e di cui ora resta ben poco.

Una intuizione ora confermata dalla immagine che vi anticipiamo in attesa di mostrarvi tutta la stampa che ritrae la Amantea degli inizi del mille ed ottocento.

E non finisce qui, ovviamente.

Più avanti vi mostreremo anche la parte che ritrae il castello di Amantea come non lo abbiamo mai visto.

Cordialmente

Giuseppe Marchese

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