Abbiamo visto prima della fiera gli operai del comune potare alberi ed arbusti per far sembrare la città pulita ed organizzata. Bene. Siamo contenti, ma siamo anche esigenti è conosciamo i problemi del nostro paese ecco perché diciamo che non basta.
Sapete tutti che a noi piace girare per vedere le cose di questo nostro paese, quelle che gli altri non vedono (o fanno finta di non vedere) e su queste cose riflettere e far riflettere.
Siamo così andati a vedere la chiesetta di san Giuseppe. Volevamo “toccare” con mano gli effetti dei teli.
Ahimè, non ci siamo potuti arrivati perché siamo stati costretti a fermarci ben prima.
Il bitume del ponte azzurro era pieno di buche. Buche profonde che manca poco si riesce a vedere il fiume sottostante.
E poi alla fine del ponte scopriamo che l’amministrazione comunale aveva fatto si intervenire il proprio personale dopo le ultime piogge ma poi se ne era dimenticata( vedi foto auto spurgo).
Ed così la griglia all’inizio della salitella per san Giuseppe era piena di residui che ne riducevano il funzionamento così che le acque piovane non andavano a rifiuto.
Il tubo di cemento per lo scolo delle acque era ancora pieno di terra e fango.
Il canale di scolo con le tre griglie era ancora pieno di terra e non funzionava.
Dalle tre griglie usciva perfino il “verde pubblico”, palese segno del suo non funzionamento.
Ecco allora l’inaccettabile stato del bitume sul ponte.
Le acque non avviate a rifiuto si riversano sul ponte dilavando il bitume, così che ogni mezzo ne fa saltare un pezzo. Si comprende allora che è assolutamente necessario intervenire. Altro che il rossetto ed il belletto. Il ponte è l’unico accesso per le persone che abitano dall’altro lato. E chi usa il ponte non trova marciapiedi come in quasi tutto il comune. Non ci sembra giusto che decine e decine persone che abitano nel centro urbano siano così dimenticate.
E rischiano anche di farsi male solo per andare a scuola, per andare dal medico, per andare a fare la spesa. NO!. Non è giusto!
GALLERIA FOTOGRAFICA
Eravamo stati avvertiti, sia pure incidentalmente, dal consigliere Ruggiero quando in occasione dell’incontro sulla raccolta porta a porta era stato evidenziato il rischio che i contenitori potessero diventare barchette galleggianti per causa degli allagamenti di alcune aree cittadine per cause delle piogge. Ruggiero aveva detto che si stava lavorando per superare i momenti critici dei 20 mm di pioggia.
Detto, fatto!
In questi giorni sul lungomare il grande scavo per il bypass della condotta che raccoglie le acque di Via Baldacchini alla quale sono state anche collegate le altre acque che arrivano perfino da via Firenze, Via Lava Gaenza, dalla SS18 e da via Cosenza.
Come detto un mare di acqua che dà luogo ad un vero e proprio fiume alla fine del lungomare.
La soluzione ovviamente era ed è la creazione di un bypass “difensivo”, capace cioè di attivarsi autonomamente o di essere attivato nel caso di grandi piogge e senza che le acque debbano essere sollevate.
Un ritorno all’antico quando le acque seguivano i percorsi ordinari e si scaricavano direttamente a mare.
Qualcuno però resta preoccupato perché sospetta che in queste acque ci sia anche fogna.
Il comune garantisce il contrario ma non vi è certezza; anzi forse vi è certezza del contrario
Questo però non significa che non si possano eliminare totalmente le immissioni abusive di acqua sporca.
Ed è questa attenzione che suggeriamo all’amministrazione comunale.
Basta fare quello che non si volle fare qualche anno addietro! E’ tempo!
L'iniziativa
Sarà Annarosa Macrì, giornalista RAI e per molti anni collaboratrice dei programmi televisivi di Enzo Biagi, ad aprire il cartellone degli eventi “Dalla fiera d'ottobre all'epifania”al Campus Temesa di Amantea. “Da che parte sta il mare” edito da Rubbettino è il libro-racconto che verrà presentato sabato 26 ottobre alle ore 18.00 nella Sala Eventi del Campus. Con l'autrice dialoga l'archeologo Battista Sangineto. A seguire degustazione di cioccolato .
L'iniziativa di sabato, preceduta da una conferenza stampa di presentazione della rassegna (musica, libri, cinema, teatro, cibo, pittura, vini e ambiente), è curata dall'ufficio stampa dell'ente.
Il libro
L'estate di quell'anno la nostra casa fu un capanno di legno ai Bagni Procopio. Quell'anno, c'è un anno nella vita di tutti che è metafora della vita intera, era il 1956 e il capanno era ai Bagni Procopio della punta estrema della Calabria, davanti alla Sicilia e al suo mare. Era la vigilia del boom economico ed era un pezzo di un Sud pieno di ferite e lontanissimo dal resto del Paese. Anna ha otto anni, apre i suoi occhi innocenti sul mondo attraverso le vicende della sua famiglia girovaga, intellettuale, autarchica, e lo racconta con lo stupore crudele che solo i bambini posseggono. Guendalina che nasce e Dio che si nasconde, Il Cittadino che esce e suo padre che muore. Da che parte sta il mare?, chiede Anna a sua madre quando i confini della sua giornata diventano soffocanti. Il mare c'è sempre, anche se non si vede, le risponde sua madre, ed è infinito. Come la scrittura, l'unica arma di libertà e di liberazione, in grado di raccontare quello che si vede, e soprattutto quello che non si vede.