Credo che offendano la Calabria e l’intelligenza dei calabresi onesti gli interventi di Mario Oliverio e di Dorina Bianchi che si fanno vanto di una cosa alla quale non hanno affatto contribuito.
Parlo del fatto che il New York Times ha posto la Calabria tra le mete del turismo mondiale per il prossimo 2017.
Ridondante l’ufficio stampa del governatore Oliverio che gli fa dire:
"L'indicazione della Calabria tra i primi 52 posti da visitare nel mondo, proposti dal New York Times per il 2017, ci riempie di orgoglio".
"Ricevere questo riconoscimento da parte di uno dei più autorevoli organi di informazione al mondo, come unica realtà italiana da esplorare, per apprezzare la sua enogastronomia conferma che la Calabria è sulla strada giusta.( Certamente no grazie a LUI!)
Grazie allo sforzo di una parte crescente di operatori del settore enogastronomico che hanno scelto di percorrere la strada dell'eccellenza e della qualità, il nostro patrimonio agroalimentare finalmente è valorizzato come merita.
La Calabria è tra le prime regioni d'Italia nelle produzioni biologiche e questo è un fattore di assoluta garanzia sul quale la ristorazione più avanzata della nostra regione sta lavorando, innescando un circuito virtuoso che darà buoni risultati in termini di rafforzamento della capacità attrattiva e della crescita".
Ed ancora più grave è l’intervento della deputata calabrese del Gruppo Area Popolare Dorina Bianchi , sottosegretario al MiBACT con delega al turismo che pontifica affermando che "L'endorsement da parte del New Tork Times sulla Calabria inserita tra le 52 mete da visitare nel 2017 è un importante riconoscimento delle potenzialità e delle bellezze della nostra terra.
Il turismo enogastronomico è una risorsa strategica della Calabria che la rende un esempio unico di turismo sostenibile che valorizza il luogo non solo come meta da visitare ma lo rende una esperienza totalizzante da vivere".
Due politici che non hanno fatto nulla per il turismo calabrese e che ora si vantano di ciò al quale non hanno affatto contribuito.
Giuseppe Marchese