Siamo alle solite. Sta per arrivare una strage di uffici postali.
Negli anni scorsi le Poste hanno ipotizzato la chiusura o rimodulazione oraria di 1156 uffici postali di cui 100 in Calabria e di questi100 ben 38 in provincia di Cosenza.
Ricorderete che ci fu una levata di scudi.
Tra i tanti l’allora presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio il quale affermò che :” Ancora tagli e tagli. Altro che macelleria sociale. Qui, in nome dell`affermazione esasperata di una logica esclusivamente ragionieristica basata sul rapporto costi-ricavi, si continuano a cancellare, come se nulla fosse, i diritti fondamentali dei cittadini conquistati a fatica con anni di lotte e sacrifici. Agli scippi del governo Berlusconi che ha dirottato verso le regioni del Nord trenta miliardi di euro del Fondo delle aree sottoutilizzate (Fas) destinati al Mezzogiorno e alla Calabria si sono aggiunti prima i tagli lineari del governo Monti alle scuole, alle università, ai treni, agli ospedali, alle Province e agli uffici giudiziari (Preture, Tribunali, Uffici dei Giudici di Pace, ecc.) e ora la chiusura degli uffici postali che, insieme alle farmacie, alle scuole e alle stazioni dei Carabinieri rappresentano, in molti piccoli centri della nostra provincia, gli ultimi avamposti della presenza dello Stato”.
Ora veniamo a conoscenza che non sono più 1156 gli uffici postali interessati ma soltanto 1050 di cui 450 da “ dislocare su uffici vicini” ( che intelligenti ! Invece di dire che vengono chiusi dicono che vengono dislocati!) e 600 da rimodulare negli orari e giorni di apertura!
Migliora invece la situazione in Calabria. Non sono più 100 ma soltanto 66 e cioè 25 uffici da chiudere mentre 41 apriranno a singhiozzo.
Nella provincia di Reggio Calabria il maggior numero di chiusure: ben 15 chiusure e solo 9 razionalizzazioni”.
Ora aspettiamo la dura presa di posizione di Oliverio al quale ricordiamo le sue parole:” . …….. saremo vigili e attenti e ci opporremo a qualsiasi eventuale ipotesi di chiusura degli uffici postali con tutte le nostre forze e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che, soprattutto in molti centri della nostra provincia maggiormente esposti a rischio spopolamento, lo stato sociale non diventi solo un vago e lontano ricordo».
Le Poste Italiane dichiarano che : «Il piano di rimodulazione degli uffici postali adegua l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione e capillarità al servizio e la tenuta dei livelli occupazionali».
Ed Amantea?
Non è dato sapere se la “posta della piazza” sarà chiusa o rimodulata,ricordiamo sono che nel piano degli scorsi anni ne era prevista la chiusura; non si esclude che resti ma rimodulato negli orari.