In un recente “grido di dolore” comparso su facebook, un’ausiliaria del traffico non riconfermata dalla Ditta che si è aggiudicata l’appalto delle strisce blù, si domanda perché “la NOSTRA AMMINISTRAZIONE (si, anche mia in quanto rispettosa cittadina), NON sia in nessun modo INTERVENUTA nonostante essa sia TENUTA a VIGILARE affinché la Legge Speciale del BANDO da LEI STESSA EMANATO venga rispettato. Datemi una spiegazione ve ne prego se ne avete una sensata!”.
L’ex ausiliaria in questione, con sobrietà, e devo dire anche con stile, ha comprensibilmente lamentato la disperazione per il proprio futuro e quello di persone che si trovano o dovessero in futuro ritrovarsi nelle medesime condizioni, cioè di lavoratori sacrificati da una politica che trita tutto, anche un principio, quello della salvaguardia occupazionale, ispirato alla giustizia sociale e alla solidarietà, sulla base di logiche che utilizzano e trattano cinicamente i bisogni primari della gente.
Certo, adesso c’è qualcun altro che lavora al posto degli ausiliari non riconfermati, magari qualcuno che aveva bisogno, brave persone, per carità, ma disattendere un criterio che tutela l’occupazione sulla quale poggia il progetto di vita di persone, di gente che si è ben comportata in quel lavoro, con famiglia a carico e magari debiti contratti, non è una bella cosa.
E’ piuttosto, a mio parere, la plastica dimostrazione di una politica mediocre, tetra, una politica che tende a distruggere le cose buone, interviene dove le conviene e ignora ciò che vuole, aggirando con gelida disinvoltura finanche princìpi condivisi e accettati, almeno fino a qualche mese fa.
Si poteva fare in modo che gli ausiliari fossero riconfermati? Veramente crediamo che non si potesse fare nulla? Io dico che si poteva e si doveva fare.
I ricorsi preannunciati dagli ausiliari per la violazione della salvaguardia apriranno un altro fronte giudiziario, come quello aperto in relazione alla stabilizzazione dei vigili precari, questioni dall’incerto esito ma destinato, probabilmente, a determinare ulteriori spese pubbliche.
Oltre a manifestare la personale solidarietà alla neo disoccupata con famiglia a carico, e a quanti abbiano subito il medesimo triste trattamento, ancora una volta protesto la mia contrarietà ad una scelta e ad un sistema che non si fa scrupolo di mortificare la dignità delle persone, pur sapendo che la mia protesta non serve a niente, se non a significare che in fondo anch’io, come Consigliere comunale, probabilmente valgo niente.
Sergio Ruggiero