Della serie #Quello che pochi sanno e che nessuno dice.
Mi sono chiesto spesso, e mi chiedo ancora adesso, se il “diritto” del cittadino alla informazione debba essere prevalente sul resto, dalla privacy, al diritto al silenzio, fino alla omertà.
E la risposta è stata, ed è, SI, visto che la Costituzione porta con sé, in dote, per gli Italiani l’articolo 21 :” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Ma c’è voluta la sent. 7 dicembre 1994 n. 420 della Corte per capire che è necessario "garantire il massimo di pluralismo esterno, al fine di soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all'informazione".
Una affermazione che trova un analogo nel mondo anglofono al Primo Emendamento della Costituzione statunitense.
Ed è per questo diritto che molto spesso non abbiamo remore.
Nemmeno questa volta.
Nessuna remora a segnalare che tra i profughi, ospiti ad Amantea ci sono diversi ammalati.
Malattie infettive diffusive.
Parliamo di quelle più semplici come la scabbia.
Ma senza dimenticare quelle più serie come l’Aids.
E non ci sentiamo certamente di escludere che le stesse malattie , ed altre, siano presenti anche in altri luoghi di loro permanenza.
Il problema reale è che per ragioni ignote al popolo (e tali dovranno restare per evitare la generalizzazione della paura) viene imposto il silenzio omertoso e spesso chi parla viene mandato via, come è successo a Siracusa, a Salvatore Rossitto, pneumologo, già responsabile dell’ex dispensario tubercolare di Siracusa, sospeso per aver denunciato casi di Tbc
Né possiamo dimenticare che l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine ha fatto sapere che, nell’arco degli ultimi 2 anni, il numero dei ricoveri per causa della tubercolosi presso la Clinica Malattie Infettive diretta dal dottor Matteo Bassetti, è aumentato del 30 per cento ed addirittura raddoppiato negli ultimi 10 anni.
Eppure c’è chi, come Mario Affronti, presidente della Simm (Societa' Italiana di Medicina delle Migrazioni), sostiene che la “maggior parte degli immigrati sono sani”, e quindi occorre dire basta alla "sindrome degli untori", e se la questione viene a galla è perché noi che ne parliamo siamo stupidi.
Non solo ma per completezza di argomentazioni dobbiamo dire che secondo Fiore Crespi, presidente ANLAIDS onlus, (Associazione nazionale per la lotta contro l’aids), “Gli immigrati non rappresentano, dunque, in alcun modo un rischio per la salute pubblica. Eppure in molti, denuncia Crespi, ne sono convinti e la paura, ingiustificata, si tramuta per loro in indifferenza se non in malcelata acredine o, peggio, in odio e violenza. In un paese, il nostro troppo spesso accusato (che tremenda vergogna) di essere razzista e dove esiste il rischio reale di misure eccessive come il blocco dell’immigrazione”.
Tutto a posto allora.
Cioè non c’è pericolo se ad Amantea ci sono ammalati sia di scabbia che di Aids!
Ah, e non scherziamo,( vedi cancello scuola elementare di Via Dogana) meglio evitare i rapporti sessuali!
Area di presenza dell'AIDS