Catocastro è il vecchio quartiere di Amantea che va, come dice la storia , “da Pinta allu ponti”, cioè dal ponte sul fiume Catocastro- a nord- e fino alla fontanella della Pinta- a sud-(all’incrocio con la salitella che porta a Casa Mirabelli).
Praticamente, comprende, il palazzo delle Clarisse, la Chiesa di Sant’Elia, i ruderi della chiesa dei Gesuiti, o ruderi da poco ristrutturati della chiesa medievale di San Francesco d’Assisi, i ruderi della antichissima chiesa di San Nicola dell’Eremo, il palazzo Mileti, il palazzo Amato, il palazzo Gallo e quel gruppo di case posta sulla metà di Via Indipendenza ed, alla fine, il neo ristorante Ponte vecchio.
In sostanza pochissimi abitanti d’inverno e d’estate anche qualche turista che ha la casa di famiglia o che ha comprato una delle vecchie abitazione, magari appena ristrutturata.
Un quartiere silenzioso ma , comunque, un pezzo importante del centro storico, una parte ricca si storia che cade a pezzi senza ne nessuno se ne curi.
Fino ad ora quei Catocastresi che risiedevano nell’antico quartiere potevano accedere, da nord verso sud, con la propria auto fino alla propria abitazione anche se poi dovevano ridiscendere verso via Dogana
Ma ora, da pochi giorni per effetto della delibera di giunta n 16 del 18 luglio e della correlata ordinanza n 74 del 19 luglio, l’accesso alla abitazione è vietato.
In sostanza i Catocastresi che escono da casa, magari per scendere al supermercato sottostante, per rientrare a casa devono fare un giro lunghissimo, di oltre un km, aggravando il traffico veicolare amanteano e soprattutto quello di corso Umberto primo, in un contesto urbano quest’ultimo dove per causa dell’aumento degli esercizi commerciali e pubblici, si sta determinando un notevole incremento di visitatori che ha creato condizioni di difficile sicurezza per conducenti e visitatori.
I catocastresi lamentano in sostanza una disparità di trattamento, atteso che tutti gli altri abitanti del centro storico hanno per quasi la intera giornata la possibilità del doppio senso di circolazione.
Per queste ragioni vogliono adire le autorità e chiedere la immediata revoca della ordinanza e della correlata delibera
Loro ricordano che l’amministrazione comunale ed il comando della Polizia municipale finora hanno garantito l’accesso alle abitazioni senza che mai sia occorso alcun incidente e che pertanto appare ingiustificata la scelta attuale.