Carissime iscritte e carissimi iscritti,
dello scorso 4 marzo resterà indelebile nella mia mente il crescente triste presagio, diffuso tra noi militanti, del racconto rivelato poi dalle urne. Dopo è stato tutto una spirale di sensazioni, emozioni, di intima condivisione e consolazione.
Sarebbe sbagliato banalizzare le ragioni che hanno determinato l’insuccesso del Partito. Tanto più imputare l’esito elettorale ad un mero vizio comunicativo. È chiaro che le motivazioni sono più profonde.
Tuttavia, ciò non significa lasciarsi andare a facili catastrofismi. Il dato cittadino è in linea con quello calabrese. Paradossalmente, prendendo a riferimento i risultati nel collegio, il Partito presenta percentuali leggermente migliori. Ma, allo stesso tempo, è necessario dire con chiarezza che il nostro Partito le elezioni le ha perse. Ed ha pagato dazio tra i giovanissimi. Lo dimostra lo scarto minimo nei voti assoluti tra Camera e Senato. Una circostanza che impone una riflessione.
Bisogna riconoscere, e rispettare, l’ondata emozionale che ha spinto i cittadini a preferire il Movimento Cinque Stelle nel Mezzogiorno ed il Centrodestra - con forte prevalenza della Lega - nel Nord del Paese.
Un esito, per noi, dal sapore amaro.
Non sono, però, le percentuali a preoccuparmi. Bensì le aspettative che hanno spinto tanti cittadini a determinarsi. Sarebbe un errore sottovalutarle. Sembra chiaro, infatti, come molto elettorato sia stato sedotto, da una parte, dal tema della sicurezza – specificatamente facendo leva sulla paura nei confronti dello straniero – e dall’altra, dall’illusione che tutto il malessere singolarmente percepito - dalle questioni legate alla disoccupazione ed al reddito, al più generale diffuso senso di insoddisfazione - sia colpa dei governi, dei Partiti, dei politici.
L’idea che basti cambiare tutto per cancellare le insoddisfazioni degli italiani può generare disillusione. Il fatto che nel Paese possa radicarsi un sentimento di intolleranza nei confronti dello straniero e di ciò che è diverso dal modello dominante, rischia di aprire una ferita sottoculturale molto preoccupante.
Ciò detto, resta il dispiacere per il mancato apprezzamento di quanto fatto negli anni del nostro impegno al Governo. Il Partito Democratico ha consegnato oggi un Paese libero dalle pressioni dei mercati finanziari, le cui mani stringevano come morse al collo del nostro futuro. È riuscito ad approvare, con il contributo determinante della delegazione parlamentare calabrese – con in testa l’On. Enza Bruno Bossio – misure di contrasto alle povertà ed alle fragilità, quali il Reddito d’Inclusione, che non hanno precedenti. Ha colmato l’inaccettabile divario civile con le altre grandi democrazie occidentali. Ha ridato credibilità internazionale all’Italia.
Sono gli elementi di una trama ancora viva che necessita di continuare ad essere scritta. Non bisogna, infatti, eccedere con i pensieri negativi. È necessario “buttar via il rospo dal cuore” per non consentire a nessuno di rubare i nostri sogni. Quelli di un Paese che fa dell’accoglienza e della tolleranza baluardi di un modello multiculturale che si adopera per riconoscere sempre maggiori diritti economici, sociali e civili, che alimenta l’unità e non le divisioni, l’inclusione e non l’esclusione, la generosità e non l’egoismo.
Che tale aspirazione morale, etica e culturale rappresenti la motivazione più intima presente nella nostra comunità per rinnovarne l’impegno.
Enzo