La Calabria è, purtroppo, terra di terremoti. Ce ne sono stati tanti. Alcuni disastrosi. Ma tutta l’Italia è più o meno terra di terremoti. E quando capitano questi eventi ci sono alcuni calabresi che si prestano a portare soccorso.
È successo in occasione del terremoto dell’Aquila, quando un gruppo di amanteani sono partiti per aiutare i fratelli aquilani.
Poi il premio. Un attestato. Di quelli che si attaccano al muro, magari incorniciati . Ma il premio è stata la presenza e la possibilità di aiutare gli altri.
Scoprirete che è così leggendo questo breve racconto.
“L'esperienza è una di quelle che ti segna.
Dopo la forte scossa che sconvolse il territorio abruzzese, mi fu proposto di partecipare alla missione della Protezione Civile locale in terra Aquilana.
Partimmo senza esitazione.
Il gruppo era formato da me ( Naccarato Francesco: al centro nella foto) Cima Rocco, Di Puglia Ottaviano, Mannarino Eugenio, Bazzarelli Giacomo, De Santo Roberto, Del Rosario Antony.
L'unico gruppo calabrese ad operare di stanza nella sala operativa a Coppito.
Ognuno di noi partì con la consapevolezza che lì ci sarebbe stato tanto da fare.
Ognuno preoccupato di poter saper fare qualunque cosa.
Io….oltre a questa consapevolezza che comunque qualsiasi cosa ci sarebbe stato da fare avrei fatto, ho pensato di caricare nel mio Pick up i miei attrezzi del mestiere.
Ero certo che sarebbero serviti….e così è stato.
Non potete immaginare la ventata positiva di un servizio ormai scomparso in quelle zone. Una volta preso insediamento nella nostra tendopoli…mi collocai nello spogliatoio di quello stadio che la ospitava.
In una stanza misi su una sorta di salone ( sono un parrucchiere) e provai a far girare voce che da quel giorno in poi esisteva tale servizio interamente gratuito a favore degli sfortunati terremotati.
Non passarono nemmeno pochi minuti che la fila divenne interminabile e durò sino a sera. Feci centinaia e centinaia di tagli di capelli ed altrettanto barbe regalando anche solo per un attimo una ventata di sollievo.
Un giorno venne un bambino di circa 8 anni con un braccio ingessato. Gli feci un taglio molto bello, come voleva lui. Poco dopo venni a sapere che sua mamma era morta sotto le macerie e lui si era salvato per un pelo rimanendo con il braccio sotto una trave.
Non potete immaginare cari lettori, la soddisfazione che ebbi in quei giorni di lavoro.
Credo di non aver mai avuto tali sensazioni nei miei saloni.
Gli occhi di quella gente alla fine di ogni taglio…ripagavano più di qualsiasi denaro.
Gli abbracci impolverati divennero ogni volta motivo d'orgoglio….e la gente, ne ero certo, aveva gradito di vero cuore quella mia iniziativa più di ogni altra cosa.
Persino i pompieri facevano la fila per potersi fare una barba alla fine di una giornata di lavoro.
Il Prete di quel paese mi benedisse per la bella iniziativa.
Era l'unica tendopoli che aveva il servizio di parrucchiere. E mentre io continuavo a tagliare e sbarbare gli altri freneticamente si dimenavano chi a distribuire cibo e bevande, chi era alle prese con impianti elettrici, chi con impianti idraulici mentre altri operavano nella logistica del territorio.
Ancora oggi ricordo vivamente questa magica esperienza…dopo la quale non esiterei un istante a ripartire in caso di sfortunata ripetizione di evento.
Nei miei quasi 40 anni di carriera lavorativa, certamente fù il periodo nel quale il mio pur umile lavoro…mi diede un immensa gratitudine che ripeto, nessuna ricchezza potrà mai eguagliare.
Alla fine, e concludo, dopo anni, uscirono fuori gli scandali, gli sciacallaggi, le mazzette, le costruzioni fasulle….
Voglio dirvi la mia verità. La vera PROTEZIONE CIVILE….siamo stati noi….I volontari che non hanno mai percepito un centesimo e che sono ritornati ricchi di gioia.
Amantea 23 gennaio 2014 Francesco Naccarato