F. S. giunse ad Amantea insieme al presidente Giorgio Criscuolo ed a Pietro Tescione nell’agosto 2008 a seguito della nomina della commissione antimafia successivamente allo scioglimento del consiglio comunale.
I tre restarono in carica fino ai primissimi giorni di aprile 2010 quando venne emessa la sentenza del Consiglio di Stato di annullamento del decreto di scioglimento del consiglio comunale disponendo la reintegrazione della intera giunta municipale.
Il vice prefetto ricompare ad Amantea in seguito alla informazione di garanzia inviatagli insieme a Pietro Tescione dal procuratore di Paola, Bruno Giordano, con l’accusa di essersi “segnati” a rimborso viaggi che realmente non sarebbero stati fatti, come emerso dall’attività investigativa svolta dai carabinieri.
Una indagine della quale non si sa dove e da chi abbia avuto origine.
Il dr S. ricompare in questi giorni su Il Tempo del 24 gennaio nel quale si legge:
Ma non ci sono solo gli studi dei commercialisti a favorire l’invasione dei Righi sul mercato romano. Una figura fondamentale è l’avvocato F. S. che passa con disinvoltura dal ruolo di commissario antimafia del comune di Amantea in Calabria (ruolo ricoperto per 18 mesi tra il 2008 e il 2009 grazie alla sua qualifica di vice prefetto dopo lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose), direttamente a libro paga di Righi per il cui gruppo cura gli interessi legali. «S. – scrive il giudice per le indagini preliminari – lavora per i Righi da più di un decennio, ricevendone un compenso. ? Lo provano alcune intercettazioni e alcune fotocopie di assegni, emessi dai Righi e incassati da S. acquisiti nel corso degli accertamenti bancari». S. lavora sodo per il gruppo Righi – ricevendo un compenso di 1500 euro mensili a cui si aggiungono le parcelle per ogni singolo atto – e scalpita per avere più spazio nel sodalizio: «l’emolumento che io prendo – dice l’ex commissario prefettizio intercettato dalle forze dell’ordine – non corrisponde all’effettivo lavoro, però ne faccio un fatto anche di amicizia (...) però, se oggi noi prendiamo una bella torta, questa è per Francesco perché è un nostro convitato e sta sempre a tavola con noi, è un nostro amico che ci sta vicino, no? (...) se io invece, al momento in cui arriva la torta poi... (...) a un certo punto mi sono reso conto che prendevo lo stipendio di un cameriere. Allora ho detto ma promuovetemi, fatemi caposala almeno, no?».
Ma ed ancora da La repubblica( articolo riportato da dago spia del 23 gennaio )Si legge
“Gli affari del clan spaziavano in diversi settori, tra cui anche il calcio, e si basavano su diversi rapporti personali in cui non mancano i colletti bianchi: tra gli indagati c'è un vice-prefetto, F. S., accusato dal procuratore aggiunto dda di Napoli, Giovanni Melillo, e dai pm Marco Del Gaudio, Ida Teresi Filippo Beatrice e Francesco Curcio (questi ultimi due della procura nazionale), di aver fornito consulenza legale e appoggi burocratici ai fratelli Righi, di professione riciclatori, peraltro al servizio di un altro temuto clan campano, i Mazzarella”.
Forte la sorpresa nella città che ancora ricorda il commissario F. S. che ad Amantea annoverava tantissimi conoscenti ed amici.