Riceviamo e pubblichiamo:
Rovistando nella melma di una convivenza sociale che si basa sulla banalità e sulla superficialità artefatta, sui luoghi comuni, sulla falsità, in fondo sulla più assoluta inconsistenza, gli atteggiamenti pseudo-estetici sono semplicemente sterili e inopportuni.
In questo vuoto culturale e morale, sempre più individui sono impegnati a produrre fango con il quale si vorrebbe ricoprire tutto e tutti. Eccetto la propria vergogna.
Anche le persone più semplici e impegnate quotidianamente nel cercare di sopravvivere, rischiano di affogare nella gelatina del quieto vivere, del politically & existentially banale.
Ci si adegua pian piano senza nemmeno accorgersene ; ci si trasforma in eunuchi, in fuchi , in venditori di fumo, di pseudo perle, e di nuove scoperte senza terra e orizzonti.
Senza più neanche un’idea in testa ci si aggrappa a qualsiasi cosa che immediatamente diventa “fantastica” pur nella sua ordinaria inconsistenza.
Questi moderni nichilisti costituiscono la loro espressione politica, il loro modo di relazionarsi con gli altri, di affermare il loro “pensiero”, sulla falsa riga di Porta a Porta, ovvero nella familiarità spettacolare e stucchevole con la quale s’apostrofano tra loro, compiaciuti, i divi, protettori e punti di riferimento della “new generation”.
Nel frattempo si accantonano i temi seri, le parole che vengono dal cuore, il sentimento, la vena comunicativa, il desiderio di dire le cose come sono, chiare e subito; pian piano “si matura” come un frutto che sta per cadere; altro che uomo nuovo !
Ed anche quando si decide di scomunicarli tutti questi arrivisti bigi dell’ultima ora, non ci si avvede che ci si auto- emargina anche quando si cerca la strada impervia della solitudine dura e pura, si continua a parlare il loro linguaggio gestuale e sintattico; l’unica differenza sta nell’atteggiamento mascellare e nel lodevole richiamo a simboli forti, dal cuore dei quali però ci si ritrova quasi sempre lontanissimi perché ci si è formati nella melassa degli anni di gomma che hanno fatto seguito all’ultimo meriggio postbellico.
Altro che alternativa radicale !E così, un giorno dopo l’altro, come cantava , prima di togliersi la vita, Luigi Tenco, la vita se ne va e non ce ne rendiamo conto. La conseguenza estrema della crisi sociale attuale e delle difficili condizioni psicologiche individuali, ha le caratteristiche di una tendenza alla distruttività, che è rivolta contro l'esterno ma molto spesso contro l'individuo stesso che la esercita. La distruttività rappresenterebbe l'epilogo del travagliato rapporto con l'oggetto, caratteristico del disturbo narcisistico e delle tendenze sadiche e masochistiche.
L'oggetto identifica simbolicamente il mondo esterno, e con esso tutti i disagi e le paure, che si prospettano all'individuo man mano che egli prende coscienza della propria esistenza. Le possibili pseudo-soluzioni (che corrispondono ad altrettante patologie), a cui si ricorre per superare l'angoscia dell'isolamento e dell'impotenza, sono: la dipendenza simbiotica dall'oggetto (simbiosi incestuosa, sado-masochismo), la sua interiorizzazione (narcisismo), la sua sottomissione (sadismo) ed infine, nel caso di un orientamento distruttivo, la sua eliminazione.
Queste parole? Rimbalzeranno pure queste.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik