Perviene la seguente nota di Francesca Menichino dl titolo Le posizioni in politica devono essere molto chiare”. Con la nota il chiarimento finale sulla querelle tra Sergio Ruggiero e Francesca Menichino. Finale sembra eufemistico perché sospettiamo che sia,al contrario, destinata a durare. Intanto la maggioranza ride.
“Qualche giorno fa il consigliere Ruggiero si doleva di una nostra dichiarazione successiva alla sua astensione in Consiglio sulle nostre mozioni, sua e di tutti i consiglieri di minoranza.
Abbiamo riflettuto nel gruppo e abbiamo deciso di intervenire non tanto per rispondere alle dichiarazioni del consigliere Ruggiero ma per affrontare questioni e analizzare temi che possano chiarire intenti e posizioni, lontanissimo da qualsiasi polemica per noi e, pensiamo anche per il consigliere Ruggiero, inesistente.
Entrare nel merito delle questioni e cercare di capire qual è la soluzione migliore per tutti i cittadini, questo è quello che cerchiamo di fare come gruppo consiliare M5S, questo è il nostro modo di intendere la politica: nel momento del voto si consuma la massima espressione del mandato elettorale ed è quindi fondamentale arrivarci adeguatamente preparati e votare non in base a dove si sta seduti o per partito preso o per una posizione concordata, ma in base a ciò che è meglio, a ciò che è più utile per i cittadini.
Va anche bene volere approfondire le questioni in Commissione ma allora bisogna dirlo, motivarlo e verificare (lo si può fare anche adesso) che in entrambe le mozioni era presente il riferimento all’approfondimento in commissione, anche se poi la sede naturale delle decisioni di indirizzo è il Consiglio, nel nostro caso, un Consiglio che non è abituato a discutere le mozioni o le interrogazioni della minoranza, cosa che si dovrebbe fare in modo scontato e abituale. Ovviamente rimane la libertà delle posizioni e il rispetto di esse, ma nel rispetto rimane ed è sacrosanto, anche il diritto di criticare non le persone ma le posizioni, e farlo in modo chiaro, senza offendere nessuno, ma senza nemmeno parlare il politichese che è una lingua che non conosciamo e non vogliamo apprendere. La critica poi, che deve servire a tutti a tendere verso il meglio, nell’esercizio dell’attività politica, è un dovere verso la verità e verso i cittadini che ci hanno eletti.Nei decenni ad Amantea e in Italia si è consolidato un sistema clientelare in cui la politica non è al servizio dei cittadini ma di di centri di potere e gruppi di interesse al fine di creare consenso elettorale e mantenere il poter,e e questo “sistema” vogliamo combattere e cerchiamo di farlo con l’onestà, il disinteresse, l’analisi dei temi e il senso di responsabilità. Ecco perché non siamo riusciti a comprendere l’astensione di tutti i consiglieri di minoranza. Sarebbe stato più comprensibile per noi un no a voler dire “non siamo d’accordo”, ma astenersi significa “non entro nel merito” e forse “non m’interessa” e questo, se siamo stati mandati dal popolo a stare in consiglio, non ce lo possiamo permettere, perché abbiamo, e la dobbiamo avvertire tutti, una grossa responsabilità. Per scendere poi nel merito della questione, se la mozione sulla viabilità del centro storico è più complessa e richiedeva ulteriore trattazione in commissione, quella sugli educatori è cristallina: ci sono 7 educatori pagati dall’Unione Europea attraverso la regione Calabria che dovrebbero essere utilizzati dal Comune di Amantea per 20 ore settimanali e adesso come ha detto il dirigente Mario Aloe, che ne è responsabile, “adesso di fatto non stanno facendo nulla” (erano queste le ragioni meritevoli di Aloe? Oppure la circostanza che gli educatori interpellati si sono rifiutati di farlo?), mentre i loro colleghi dell’ufficio tributi o della manutenzione o l’assistente sociale svolgono regolarmente il loro servizio. Chiedevamo solo che venissero utilizzati anche per venire incontro alle tante famiglie in difficoltà, attraverso piani individualizzati di accompagnamento o attraverso una piccola colonia estiva, cosa che in un comune che si rispetti doveva essere scontata e nemmeno richiesta. Ma il Comune lascia a casa i 7 educatori pagati e poi il 7 luglio con delibera n.142 impegna 2100 euro di soldi pubblici per pagare gli educatori di una cooperativa e fare due o tre piani (il vicesindaco e assessore della materia non sapeva se due o tre) individualizzati per due o tre minori che avevano fatto richiesta, con un comportamento chiaramente discriminatorio, perché non è stata fatta nessun avviso pubblico che mettesse tutti in condizione di sapere e avere le stesse possibilità. (Si allega documentazione relativa)
Detto questo ognuno si senta libero di seguire il proprio “metodo”, ognuno apporti i propri contenuti e ognuno continui in piena autonomia a combattere questa dura battaglia contro l’arroganza dell’amministrazione Sabatino, e noi rimarremo disponibili a convergere ogni volta che le diverse sensibilità si incontreranno e a votare nell’unica direzione del bene comune, da qualsiasi parte provenga il provvedimento sottoposto al voto.
Le posizioni in politica devono essere molto chiare e questa è la nostra, fuori da polemiche e personalismi.”
Ora aspettiamo la risposta già anticipata al di fuori dalle comunicazioni “aperte”