Finalmente la Chiesa si preoccupa dei bisogni dei calabresi.
Forse è un effetto del corso avviato dal nuovo papa Francesco Bergoglio. Comunque sia , era ora!
Il tema è stato la difesa dell'ospedale di Locri.
Ed a Locri il vescovo mons. Francesco Oliva ha dichiarato «E' un bene che ci appartiene, un diritto di civiltà che nessuno può toglierci. Difendiamolo e non rassegniamoci. Aderiamo e partecipiamo compatti alla manifestazione in difesa dell’ ospedale contro tagli e ridimensionamenti. Ci saremo per dire: abbiamo una dignità, che nessuno ci può togliere».
Poi il Presule ha continuato: «Locride rialzati e cammina. Difendi la tua dignità. Difendila di fronte ad ogni tentativo di usurpazione dei diritti che ti spettano. Non rassegnarti quando questi vengono negati: il lavoro da diritto diviene privilegio di pochi, le famiglie sono abbandonate a se stesse, i giovani fuggono in cerca di un destino migliore e tanti nostri borghi, di rara bellezza, si spengono nel loro isolamento. Difendiamo anzitutto il primario diritto alla salute».
Ed allora l’invito al presule ionico di venire ad Amantea.
“Monsignore, per favore, può venire a svegliare anche gli amanteani ai quali vogliono togliere non l’ospedale che non c’è , ma addirittura il laboratorio di analisi?
Monsignore può venire ad Amantea per chiedere che sia acquistata la nuova MOC, che sia acquistato un nuovo mammografo, che sia sostituita la otorina che dopo 30 anni è andata in pensione?
Ha ragione monsignor Oliva , il diritto alla salute è un diritto irrinunciabile ma sembra che i politici e i loro scherani non se ne curino ed in nome della nuova religione chiamata “spending rewiew” oltraggiano il nostro popolo inerme e da sempre abituato a soffrire in silenzio .
Allora venga ad Amantea a spiegare agli amanteani che difendersi e difendere i propri servizi soprattutto sanitari è un dovere civico irrinunciabile”
E pensare che un tempo calabrese era sinonimo di brigante!
Giuseppe Marchese