Aveva bollato come «inumano» il pestaggio del giovane nigeriano ubriaco che aveva frantumato i parabrezza delle auto in sosta, denunciando un clima di intolleranza dilagante alimentato dal disagio sociale. Ma è stato ricoperto di insulti pesanti e di commenti irriguardosi sui social.
Nel tritacarne delle offese virtuali è finito monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, che aveva scelto nei giorni scorsi di intervenire sulla vicenda del 21enne immigrato picchiato e investito con uno scooter da alcuni residenti, inferociti perché aveva danneggiato le loro auto.
L'articolo del «Mattino» con le dichiarazioni del vescovo, postato sulle pagine Fb «Sei Acerrano se», ha scatenato in poche ore una pioggia di commenti oltraggiosi nei confronti del prelato.
I MESSAGGI
«Voi siete la chiesa, perché non li fate dormire da voi? Perché il vescovo non li ospita nel suo appartamento? I preti dovrebbero dire messa ed occuparsi delle spiritualità delle persone, non fare comizi. Anche la chiesa hai suoi interessi nel business dell'accoglienza»: queste alcune delle frasi rivolte al vescovo. Molte altre sono irripetibili, e ci sono anche post che contengono offese gratuite di carattere personale davvero pesanti.
LA SOLIDARIETÀ
Il sindaco Raffaele Lettieri ha espresso subito con una nota il suo sostegno nei confronti di monsignor Di Donna.
«Conosciamo la provenienza e il tipo di critiche subite, finalizzate sempre e solo a dividere e pronte a ripetersi allo stesso modo, ogni volta, contro qualsiasi provvedimento assunto anche dall'amministrazione comunale, tutti noi siamo preoccupati dei messaggi di violenza che vengono usati da più parti e che spingono alcuni cittadini allo scontro, all'intolleranza, Acerra crede nei valori dell'accoglienza, della solidarietà e dell'incontro fra culture. E lo mette in pratica nel quotidiano, ogni giorno.
Gli acerrani dicono no al razzismo, alla violenza e all'odio, e sono per il rispetto della dignità degli esseri umani e delle regole».
LA VICENDA
Tutto è cominciato la scorsa settimana, quando un 21enne nigeriano in evidente stato di ubriachezza aveva sfasciato i parabrezza delle auto in sosta e in transito tra via Soriano e San Francesco d'Assisi, a poche centinaia di metri dalla cattedrale.
A scatenare la rabbia del migrante (munito di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari e noto alle forze dell'ordine) era stata una rissa tra suoi connazionali a cui aveva partecipato come paciere.
Una piccola folla inferocita in seguito al raid vandalico aggredì il giovane africano, che venne picchiato e addirittura travolto con uno scooter; una notte di violenza «pubblicizzata» poi con video e foto sui social.
«Ciò che accaduto è gravissimo perché rompe un equilibrio sociale che era consolidato in una città dove non c'erano stati finora episodi significativi di intolleranza - commentò don Antonio Di Donna - siamo in un clima che vede il migrante come nemico e che ha finanche un'espressione di governo».
E tanto è bastato per scatenare le offese sul web
Da il mattino di Napoli di Enrico Ferrigno