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Riceviamo e pubblichiamo:

 

“IMPORTANTI CHIARIFICAZIONI  - ESCLUSIONE DALLA GITA SCOLASTICA

Facendo seguito al precedente articolo ed essendo rimasto personalmente “in sospeso” su degli appunti personali, mi ero riservato di effettuare un’ulteriore ricerca/approfondimento sull’argomento e, con l’aiuto del Web mi sono imbattuto in un articolo ritenuto personalmente esplicativo, pubblicato dalla Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) , dal quale si desumono i diritti degli studenti disabili che partecipano alle gite d’istruzione nonchè le responsabilità della scuola, che riporto in toto al fine di evitare interpretazioni errate e far riflettere ed aggiungo: “spesso …chi non vive anche in famiglia un disaggio, probabilmente non sa di che cosa parliamo”.

“..……La scuola, lo diciamo sempre, è un momento importante nel quale gettare le basi dell’integrazione. Partecipare alla vita di classe senza esserne separati, abituarsi a condividere attività ludiche e formative con i compagni con disabilità , è il modo più naturale di crescere con la consapevolezza che la diversità fa parte della vita. Fanno parte di questi momenti anche le gite scolastiche , piccoli eventi che nel vissuto della classe danno la possibilità di rafforzarne l’unione, con la condivisione di esperienze al di fuori dell’aula scolastica.

Considerato ciò, va detto che talvolta succede che proprio le gite scolastiche siano gravate di problemi di gestione pratica dell’alunno disabile, tali da impedirgli di prendere parte a questo importante momento formativo , con il giusto disappunto di genitori che, talvolta, pur di non far perdere al figlio l’esperienza, si attivano per colmare le carenze della scuola. Ma quali sono i diritti degli studenti con disabilità , quanto alle gite scolastiche? Cosa deve garantire la scuola in merito a questo importante momento relazionale dell’alunno e di tutta la classe? E’ necessario che lo studente siaaccompagnato da un famigliare? L’eventuale costo aggiuntivo per il suo trasportoè a carico dell’intera classe?

 

Su questo torna utile un approfondimento del servizio legale dellaLedha- Lega per i diritti delle persone con disabilità -, che proprio su questo mette in chiaro alcuni elementi. In primis l’appello all' art. 3 della Costituzione Italiana e del principio di integrazione scolastica, ribadendo il diritto degli alunni con disabilità a partecipare a viaggi di istruzione e visite guidate, esattamente come tutti gli altri compagni, sulla base del principio di uguaglianza.

Come fare, quindi, a garantire parità di diritti a tutti gli studenti, anche nel corso della gita scolastica? Innanzitutto partendo da una organizzazione che tenga conto delle esigenze e delle difficoltà dell’alunno con disabilità . Ricordiamo infatti che è la singola scuola a decidere circa le gite d’istruzione, quindi sarà necessaria una seria valutazione circa il luogo da visitare , ma anche il trasporto da utilizzarsi, il programma di visite e l’ accessibilità di spazi e servizi relativi. E’ quindi a capo dell’istituzione scolastica la messa in atto di tutti gli accorgimenti necessari (c.d. accomodamenti ragionevoli ) a far sì che l’alunno con handicap possa partecipare al viaggio d’istruzione. Se così non fosse, si entrerebbe in contrasto con l’articolo 2 della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili, configurandosi come discriminazione.

Partendo quindi dall’organizzazione del viaggio, chiariamo subito che, come ricordato dal testo di Ledha, la scuola non può in alcun caso subordinare il diritto di partecipazione di un alunno con disabilità alla presenza di un suo familiare che lo accompagni . Questo significa che la scuola non può pretendere che ci sia un familiare ad accompagnare l’alunno. Può essere un familiare, ma non è obbligatorio . Spetta infatti agli organi collegiali della scuola designare un accompagnatore qualificato che può essere un qualunque membro della comunità scolastica (docenti, personale ausiliario, o familiari) .

Come ricorda la nostra esperta scuola, inoltre, nel caso dei disabili è necessario che tra gli accompagnatori ci sia il docente di sostegno e, qualora previsto, l'assistente all'autonomia. Quest'ultimo deve essere pagato dall'ente locale dal quale dipende anche se, di solito, la quota non è dovuta perché gli organizzatori prevedono alcune gratuità .

E’ sempre la scuola, poi, che in fase di organizzazione del viaggio, per la definizione dei costi, deve comunicare all’agenzia viaggi la presenza di alunni disabili e relative loro necessità (ivi compresa la presenza di un accompagnatore). La spesa di viaggio relativa alla presenza di un accompagnatore va attribuita a tutta la classe , e non alla singola famiglia con alunno disabile: se così non fosse si tratterebbe di discriminazione…….”.

Amantea 22.05.2017                                              Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo:

 

“AMANTEA: LUNIMARIE PUBBLICHE E PRIVATE

Ho letto l’articolo stampa pubblicato in relazione alla problematica delle luci natalizie (pur se posizionate privatamente) che di certo in ognuno di noi portano allegria, anticipando il Natale e le festività di fine anno.

 

Personalmente, esprimo dispiacere circa l’accaduto, ma vorrei segnalare alcune norme relative all’installazione delle luminarie, sia da parte di privati che da parte pubblica, cosa ben diversa dal semplice decoro delle vetrine e/o portoni di ingresso.

A prescindere dalla complessa normativa (anche europea) che compendia la fabbricazione, installazione, altezze, progettazioni, disegni e decori, sollevatori/cestelli omologati, personale idoneo ecc…., appare vero che le luminarie, sono soggette ad apposite autorizzazioni, in quanto esposte alla vista di ogni avventore, sia se poste sul suolo pubblico che su quello privato e devono essere alimentate da una propria fornitura elettrica.

 

Pertanto non è consentito collegare queste alla fornitura di illuminazione pubblica, perchè hanno trattamento tariffario diverso, salvo diverso regolamento appositamente emanato.

La luminaria è un insieme di catene luminose alimentato da un impianto elettrico e sono assimilate dal punto di vista normativo, a tutti agli apparecchi di illuminazione, quindi devono essere conformi alle norme EN 60598-1 (CEI 34-21) e EN 60598-2-20 (CEI 34-37) e l'installazione sul suolo pubblico è subordinata alla preventiva autorizzazione degli enti proprietari, oppure dai gestori di tali aree.

Ad ogni modo, per un riferimento normativo segnalo:

ü  D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 "Regolamento concernente l'attuazione dell'art.11 - quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici". 

ü  Legge n.186 dell'1 marzo 1968 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici".

ü  Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza, approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 giugno 1931.

ü  Codice della strada DL n. 285 30/04/92 e s.m.i..

Amantea 16.11.2016                                                 Cav. Giovanni LISCOTTI

Nota della redazione: Nel ringraziare il cavalier Liscotti per questi primi riferimenti normativi invitiamo chi ne fosse a conoscenza a parteciparci gli articoli specifici che impongono questa supposta autorizzazione amministrativa ed ovviamente le norme che la regolamentano con impegno a darne piena pubblicazione e quindi conoscenza. Tirrenonews.

PS nelle foto piccoli esempi delle incredibili luminarie di Salerno. Ci chiediamo quante autorizzazioni il comune dovrà chiedere e dare per il loro impianto?

liscottiDa diverso tempo non si sentiva parlare più della Festa dell’Unità” che oggi nel nostro comprensorio (Amantea – Campora S.G) ritorna alla ribalta.

 

Ho avuto modo di leggere vari articoli e visionare la brochure della citata manifestazione che si protrae per diversi giorni con svariati argomenti.

Preciso che queste poche righe non sono, e ribadisco non sono assolutamente di carattere Politico, ma una semplice e riflessione personale scaturita dagli ultimi fatti accaduti nel territorio Nazionale e precisamente all’evento naturale del Terremoto scatenatosi da 72 ore or sono, provocando circa 270 morti – 390 feriti e un’immensa popolazione di sfollati (anziani – giovani – bambini ecc..) per il quale, i nostri governanti hanno giustamente proclamato lo stato di “lutto Nazionale”.

 

Orbene, ben venga la “Festa dell’Unità” ad Amantea, per la quale non ho nulla in contrario, ma personalmente sento il dovere di esprimere un personale pensiero riflessivo di UNITÀ e vicinanza ai concittadini che si trovano nello stato di assoluto bisogno:

  1. è giusto continuare nei festeggiamenti (balli – suoni – gastronomia ecc..)? ---- NO
  2. è utile (visto che si è ancora in tempo) effettuare solo ed esclusivamente le conferenze programmate nel contesto organizzativo? ---- probabilmente SI.

 

Sono certo che gli organizzatori della manifestazione avranno personalmente contribuito in svariati modi a sostenere i citati concittadini, ma sarei come tanti rammaricato se quanto asserito al punto 1 della presente non fosse percepito e capito.

Amantea 26.08.2016                                                                     Cav. Giovanni LISCOTTI

Giovanni Liscotti non perde occasione per evidenziare la sua posizione sociale e politica.

Questa volta dichiara che la iniziativa dell’Aiuto ai disabili è una bella iniziativa.

E forte della sua conoscenza di questo settore( ha frequentato un corso denominato “Il Volontariato protagonista nei Piani di zona”) suggerisce:

“… Mi auguro che detti fondi non siano utilizzati quali supporto diretto delle famiglie, alle quali già l'INPS per certi versi contribuisce con le relative pensioni spettanti, pur se alcune volte esigue.

Si potrebbe invece, innanzitutto utilizzare (gratuitamente) tutti i soggetti che oggi, sono in cassa integrazione e/o in mobilità, alle quali lo Stato elargisce oneri, ai quali spetta a mio personale avviso, il “diritto di dignità” di qualsiasi lavoratore.

Credo che sia bello, dire ai propri familiari soprattutto ai figli, “oggi vado a lavorare per il bene degli altri” e guadagnarsi quel poco che gli viene elargito.

Sul territorio sono esistenti molti soggetti in tale situazione, che molto spesso sono figure professionali del settore, le quali certamente potrebbero dare un aiuto nell'assistenza domiciliare alle famiglie.

I fondi di cui si parla, sarebbero utili a far funzionare quelle associazioni reali che lavorano sul territorio, nel settore dell’assistenza disabili (mi pare che ce ne siano diverse), mediante una cernita di personale addetto per ogni esigenza dei familiari con orari flessibili come: accompagnamento – supporto psicologico – assistenza domiciliare – aiuto scolastico – e perché no anche al fine dell’ integrazione sociale di chi per svariati versi è stato più sfortunato nella vita, e non magari dare fondi a “iosa” senza alla fine ottenere quello per cui sono stati erogati..

Amantea 22.09. 2014                                    Cav. Giovanni LISCOTTI”

Rinviamo tali suggerimenti a chi di dovere .

Riceviamo e pubblichiamo la soluzione “colombiana” di Giovanni Liscotti.

Anticipiamo le soluzioni:

  1. Viene eletto Assessore chi ha preso più voti, a prescindere( da che?)
  2. Nessuna divisione tra Campora ed Amantea perché non sono due comuni( un chiaro invito alla guerra!)
  3. Posto che nessuno “è nato m’paratu” basta un po’ di intelligenza per fare l’amministratore (Resta però il problema che nessuno mai “ è riuscito nel tempo ad applicare quanto previsto dalle norme basilari che regolano e guidano la Pubblica Amministrazione?).
  4. Nomina di figure estranee all’amministrazione (c.d. commissioni permanenti) tanto da dare ancora di più la certezza al cittadino di una trasparenza sugli atti posti a deliberazione?. Ma perché Cavaliere ritiene che si debba fare ricorso agli esterni per avere trasparenza? Ed a chi pensa cavaliere?
  5. Attivazione di una camera di ascolto e confronto per la frazione Campora San Giovanni costituita “magari dal Vice sindaco e dai delegati assessorili” che abbiano il loro ufficio permanente presso Campora S.G. quale prova di un’amministrazione presente sul territorio.
  6. E’ necessaria una opposizione “agguerrita” e giusta, ma soprattutto propositiva e costruttiva.

E le giriamo all’amministrazione comunale.

“Prendendo spunto dagli articoli pubblicati sui siti Web circa le nomine assessorili, sarebbe ritengo che sia giusto dare a chi ne ha diritto (maggioranza di voti ricevuti) i dovuti meriti, mediante le cariche assessorili ad essi più appropriate a prescindere.

Nessuno “è nato m’paratu” (poi a quanto pare gli eletti non sono del tutto sprovveduti ma intelligenti) e oltretutto nessuno è riuscito nel tempo ad applicare quanto previsto dalle norme basilari che regolano e guidano la Pubblica Amministrazione. Tale affermazione è suffragata da quanto stabilito dal T.U.E.L. (Testo Unico Enti Locali – D.lgs 18.08.2000 nr. 267 e ss.mm) che chi ha avuto modo di leggerlo, anche per sommi capi, sa di cosa si parla.

La norna citata regola perfettamente le funzioni degli amministratori e dei funzionari degli Enti Locali e a tal proposito, invito i lettori e chi né ha il piacere di conoscerne i dettati oltre che a leggere in particolar modo gli articoli dal 37 al 147/bis e seguenti, i quali se attuati con rigore e trasparenza sicuramente non permettono errori di sorta.

Gli articoli, non fanno altro che descrivere dettagliatamente le funzioni amministrative dell’ente oltre ai “poteri” demandati a tutti gli organi (sindaco-giunta-consiglio- assessori-funzionari-segretario-) nonché l’iter che gli atti devono seguire. Alla luce di ciò:

perché si continua a pensare ad incarichi “separati” per Amantea e Campora, come se fossero due distinti Comuni?

perché non si pensa ad nominare tra gli aventi diritto un apposita delegazione di frazione, composta magari dal Vice sindaco e dai delegati assessorili, tanto da fare il loro ufficio permanente presso Campora S.G. a comprova di un’amministrazione presente sul territorio? (anche se quest’ultimi non avrebbero potere decisionale ma solo di confronto con il cittadino e portavoce delle varie esigenze di esso)

perché non promuovere e/o individuare figure estranee all’amministrazione (c.d. commissioni permanenti) tanto da dare ancora di più la certezza al cittadino di una trasparenza sugli atti posti a deliberazione?

Ora, potrei proseguire con il mio personale pensiero in tante proposte, magari concrete e non favorevoli a tutti, ma messe a paragone con le norme vigenti, sicuramente sarebbero contenute in un buon “fascicolo” di legalità e trasparenza, che sicuramente, vista la maggior presenza giovanile degli eletti verrà messa in atto.

Per definire invece, la problematica degli incarichi “con delega” è da dire che, chi usufruisce dell’incarico demandatogli, se ben ho interpretato le norme in materia, non ha alcun potere, tantomeno decisionale e pertanto, può solo espletare le funzioni (c.d. di rappresentanza, organizzazione e/o sostituzione figurativa) dell’assessore di riferimento, a cui comunque deve rapportarsi oltre a rapportare quanto ha acquisito in ambito delle funzioni delegate. Quindi il delegato, non potrà mai accavallarsi ai poteri demandati e dettati ai reali amministratori dal T.U.E.L

Comunque, a parte le proprie ideologie politiche e i propri sentimenti, ritengo che tutti siamo chiamati per svariati versi (anche quella di un’opposizione “agguerrita” e giusta, ma soprattutto propositiva e costruttiva) a collaborare con la propria amministrazione osservando quantomeno i regolamenti e le norme basilari, tanto da ottenere e vantarci della nomina che AMANTEA merita: “LA VERA PERLA del TIRRENO”.

29.05.2014                                                                                                    Cav. Giovanni LISCOTTI

Ecco allora la giunta di Liscotti:

Ecco quindi la Giunta di Liscotti:

Emma Pati                                                             preferenze 499

Linda Gagliardi                                                      preferenze 461

Giovanbattista Morelli                                          preferenze 434

Sergio Tempo                                                        preferenze 368

Caterina Ciccia                                                     preferenze 362

E presidente del Consiglio Antonio Rubino         preferenze 330

 

Pubblicato in Politica

In questo periodo, distratti dalle vari performances pubbliche, qualcuno naturalmente ha messo da parte il pensiero di quello che il futuro ci riserva, a prescindere. Mi auguro che chi prenderà le redini, possa in qualche modo prendere ulteriormente atto di quanto sotto riportato (già oggetto di mio altro intervento in epoca prevedente sulla TARES) e che trovi la soluzione giusta.

La mia è: Deliberare i pagamenti in 12 rate annuali, (e non di più) che da un calcolo approssimativo (per le abitazioni Amanteane mq. 100) sulla base dell’intero importo da pagare, (397,00 € annui) risulterebbe più vantaggiosa a tutti, circa € 34,00 mensili (rifiuti).

Tassa rifiuti, scadenze e pagamenti

La Tari (tassa sui rifiuti) è stata introdotta dalla Legge n. 147 del 2013, meglio nota come Legge di Stabilità 2014. Insieme alla Tasi, costituisce la componente servizi della nuova IUC, (Imposta unica comunale), entrata in vigore il primo gennaio 2014.

Tari, una definizione. La Tari (tassa sui rifiuti) è stata introdotta dalla Legge n. 147 del 2013, meglio nota come Legge di Stabilità 2014. Insieme alla Tasi, costituisce la componente servizi della nuova IUC, Imposta unica comunale, entrata in vigore il primo gennaio 2014. La Tari, in ambito rifiuti, prende il posto della Tares: la differenza principale tra le due è che la vecchia tassa finanziava anche i costi di altri servizi comunali (ad es. illuminazione pubblica, polizia municipale, costi del personale degli uffici amministrativi).

A che cosa serve. Le entrate garantite dalla Tari serviranno a coprire i costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. La tassa si compone di due parti: una fissa, per coprire i costi permanenti del servizio, e una variabile, che varia in base all’utilizzo del singolo utente.

Chi la deve pagare. Pagano la Tari i soggetti che possiedono o detengono a qualsiasi titolo (occupando in locazione, comodato o godimento di fatto) locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. E’ escluso dal versamento chi detiene i locali per meno di sei mesi: in tal caso è proprietario a dover pagare la tassa.

Ma cosa succede se lo stesso locale o area appartiene a più proprietari? Tutti i soggetti sono obbligati in solido: le persone coinvolte sono obbligate per il totale dell’importo, ma il versamento di uno libera gli altri dal versamento.

Facciamo un esempio: la Tari da versare per un immobile è di 100 euro. La proprietà dell’immobile è di 4 individui, quindi ciascuno dovrebbe versare 25 euro. I soggetti devono necessariamente completare il versamento. Nella pratica, il pagamento può essere effettuato per quote (ognuno paga 25 euro) o anche da un solo soggetto (che versa 100 euro). Nel caso in cui nessuno paghi la propria quota, lo stato può richiedere l’importo totale (100 euro) a qualsiasi dei 4 soggetti fino al conseguimento della somma.

Non dovranno pagare la Tari, invece, i soggetti che detengono o posseggono aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili non operative, oltre che le aree condominiali non detenute o occupate in via esclusiva.

Come si calcola. Per quanto riguarda la parte fissa della Tari, è assoggettabile alla tassa l’80% della superficie catastale. Per la componente variabile, invece, sono presi in considerazione altri aspetti, come ad esempio il numero di componenti del nucleo familiare. Sul sito dell’Ama di Roma è disponibile un simulatore di calcolo per i cittadini.

Quando si paga. In termini generali, la Tari deve essere versata in almeno due rate, a scadenza semestrale: è consentito però anche il pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno. In base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2014, tuttavia, sono direttamente i comuni a stabilire il numero preciso delle rate e le scadenze di pagamento del tributo. Per questo motivo è consigliabile interessarsi direttamente presso il proprio comune di riferimento per avere le informazioni necessarie.

Come si paga. I comuni hanno ampio potere decisionale anche sulle modalità di pagamento. Ogni soggetto interessato riceverà in ogni caso un avviso di pagamento contenente le informazioni necessarie per rispettare l’adempimento. Le modalità di versamento più frequenti sono il MAV e il modello F24 (l’Agenzia delle Entrate ha fornito tutti i codici tributo necessari per la corretta compilazione del modello con la Risoluzione 45/E del 25 aprile 2014).

Archiviata l’Imu sulla prima casa, arriva la Trise, che mette insieme Tari e Tasi e servirà a finanziare smaltimento dei rifiuti ma anche strade, illuminazione e sicurezza pubblica. Come funziona e quanto ci costerà…

La tassa scioglilingua

Trise, lo scioglilingua che unisce Tari e Tasi. La Trise è la nuova tassa rifiuti e servizi con la quale dal 2014 faranno i conti proprietari di casa e inquilini. La componente rifiuti, simile alla vecchia Tarsu, si chiamerà Tari. L’altra componente, la Tasi, è una novità: servirà a finanziare strade, illuminazione e sicurezza, servizi fino a ora pagati con le restanti tasse. La Trise, quindi, mette insieme Tasi e Tari e andrà in parte a sostituire l’Imu (imposta municipale unica) sulle prime case, abrogata dalla legge di Stabilità.

A proposito di prima casa. La componente rifiuti, quindi la Tari, dovrà essere pagata anche sulla prima casa. Per la componente sui servizi, la Tasi, saranno i comuni a decidere se e quanto far pagare sulle abitazioni principali. La Tari sui rifiuti continuerà a pagarla chi occupa l’immobile, quindi il proprietario se ci vive o l’inquilino. La seconda componete sui servizi (Tasi) sarà dovuta invece in massima parte dai proprietari mentre gli inquilini dovranno versarne una quota che potrà variare tra il 10 e il 30%, a scelta dei Comuni.

Quando si paga. Anche se divisa in due, la Trise si paga in quattro rate: 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre. Chi vuole può pagare in un’unica soluzione, il 16 giugno.

Quanto si paga. La Tari sui rifiuti sarà rapportata alla superficie dell’immobile e al numero dei componenti della famiglia. La tariffe varieranno da comune a comune e dovranno coprire per intero il costo del servizio smaltimento rifiuti. La componente servizi (Tasi) si calcolerà, a scelta dei comuni, o sulla rendita catastale rivalutata del 65%, così come avviene per l’Imu, o sui metri quadrati. Definita la base imponibile si pagherà l’uno per mille sulla rendita o un euro a metro quadrato. Quote che i comuni possono aumentare, con un limite: la Tasi non dovrà comunque costare più dell’aliquota massima dell’Imu maggiorata dell’uno per mille, ossia non dovrà superare il 7 per mille sulla prima casa e l’11,6 per mille sulle seconde.

Le agevolazioni. La tariffa sarà ridotta per chi fa la raccolta differenziata. La Tasi diventa poi mini se il servizio raccolta rifiuti non è svolto o è interrotto per motivi sindacali. In questo caso si deve solo il 20%. Tariffe ridotte saranno fissate dai comuni anche per single, per chi vive oltre sei mesi in altra abitazione e per i fabbricati rurali a uso abitativo.

Chi continuerà a pagare l’Imu. Tutti i proprietari di seconde case e chi vive in dimore principesche, classificate A1, A8 e A9 continueranno a pagare l’Imu. Per tutte le altre prime abitazioni l’Imu nel 2014 è abrogata. L’Imu si continuerà a pagare anche per capannoni industriali e opifici ma sarà deducibile al 50% dall’Ires.

Una stangata per chi tiene le case sfitte. Che succede a chi possiede una casa e la tiene sfitta? Subirà una vera stangata perché, a sorpresa, nella bozza di legge di Stabilità oltre a Imu e Trise spunta anche il ritorno dell’Irpef, anche se in misura inferiore rispetto ai tempi dell’Ici. La casa sfitta “farà reddito” nella misura della rendita catastale rivalutata del 17% anziché del 34. I conti li ha fatti la Uil: per una casa di dimensione media in una grande città, chi ha un reddito di 40mila, euro finirà per pagare 114 euro in più di Irpef, che sommati a Imu e Trasi fanno un aggravio di quasi 200 euro.

Pagheremo meno del 2012. Secondo la Cgia di Mestre la Trise peserà mediamente 366 euro a famiglia. Facendo un raffronto con le attuali Imu e Tares, nel 2014 si pagherà un po’ di più rispetto al 2013 ma di meno rispetto al 2012.Amantea 24.05.2014     Cav. Giovanni LISCOTTI

Riceviamo e pubblichiamo:

Relativamente a quanto appreso circa la pacifica manifestazione fatta da alcune componenti politiche (anche se il momento magari non era dei migliori) e da altri spontanei cittadini, cui va il mio plauso per l’iniziativa messa in campo circa la destabilizzazione del Distretto Sanitario di Amantea, vorrei riproporre all’attenzione di chi legge, quanto a suo tempo evidenziato dallo scrivente pubblicamente, (senza riportare anche l’impegno personale fatto in modo silenzioso con persone del settore) ed in merito, considerata l’odierna situazione mi chiedo:

  • a suo tempo i soggetti preposti (Direttori Sanitari – Forze Politiche – Associazioni di Volontariato - Dipendenti – cittadini ecc..) hanno fatto il possibile affinchè il Distretto Sanitario di Amantea non ricadesse nuovamente nella proposta di chiusura e/o riduzione dei servizi?

In merito a quanto pubblicato su di un sito web del nostro Comune, circa le dichiarazioni del Direttore generale dell’ASP di Cosenza dott. SCARPELLI, mi sia consentito di porgere le mie congratulazioni per l’interessamento del Distretto sanitario di Amantea, il quale sembra essere altresì destinato a fare da Capofila a tutto il territorio Regionale per la Distribuzione della Farmaceutica. Mi auguro che tale “progetto” sia al più presto realizzato e soprattutto sia, visto che se ne parla da troppo tempo, potenziata tutta la struttura sanitaria della nostra città, considerato che, come è ormai noto a tutti, non solo raggruppa il comprensorio, ma anche quello fuori provincia (Nocera Terinese – San Mango d’Acquino – Falerna – ecc..) segno che la struttura di Amantea, ha saputo esprimere nelle tante difficoltà un segno di professionalità, e accoglienza che di questi tempi non guasta, pur se dovrebbero essere rivisti in modo organizzativo alcune cose.”

Lo scrivente, comunque fa presente che già tempo addietro aveva per certi versi, commentato sulla eventuale chiusura della struttura di Amantea e precisamente:

24.08.2011

Prendendo spunto e notizia dell’articolo pubblicato dal Dott. Giuseppe Marchese, quale cittadino e volontario in alcune associazioni presenti sul territorio Amanteano, vorrei ulteriormente SPRONARE e far RIFLETTERE tutti i concittadini, circa l’eventuale chiusura del Laboratorio analisi presente presso il Distretto Sanitario Locale, eccellentemente diretto dal Dott. Pino Innamorato, collaborato da ulteriori figure professionali che, per diretta conoscenza o per sentito dire da turisti e altre persone provenienti dal comprensorio, sono state sempre disponibili e presenti con cordialità verso l’intera utenza. Quale volontario e Donatore di Sangue da diversi anni, posso ben dire che, la chiusura o lo spostamento in altri “lidi” del laboratorio analisi di Amantea, comporterebbe non solo GRANDI DISAGGI all’utenza, ma anche un mancato introito per il miglior funzionamento di tutto il Distretto sanitario, che accoglie oltretutto una miriade di persone provenienti anche da paesi vicini che si trovano per di più in un’altra provincia. La chiusura della citato struttura, a parere strettamente personale comporterebbe oltretutto la “disfatta” per tante persone che, appartenenti alla medesima associazioni di donatori di sangue (FIDAS- Gruppo di Amantea) si è prodigata per l’apertura di un probabile punto “fisso” per le donazioni, che a quanto di mia conoscenza è in corso di realizzazione, tramite contatti e richieste unitamente al Direttore del Distretto dott. Tullio LUPI, al quale rivolgo il personale pensiero, affinchè si adoperi con tutte le proprie forze per la NON chiusura del Laboratorio Analisi del Distretto Sanitario di Amantea. Per tale problematica, mi rivolgo a tutti gli attuali Amministratori locali ed in particolare all’amico Sindaco Franco TONNARA nonchè ai componenti di opposizione, che sicuramente, a prescindere da ideologie politiche e/o suggerimenti di svariata natura, sapranno prendere atto di tale “sciagurata” decisione da parte di altri organi governativi e intraprendere adeguate “contromisure” affinchè ciò non avvenga.. Mi auguro anche che l’intera cittadinanza, in tale circostanza e in quelle future riguardanti il bene sociale, sappia essere unita”.

Orbene, a tal punto, viste le dichiarazioni del Direttore generale dell’ASP Provinciale – Dott. SCARPELLI, non resta che pensare alle solite “destabilizzazioni” politiche che spesso, nei nostri territori provocano tensione e ansia nei soggetti in questo caso più bisognosi e non solo e cercano di destabilizzare e distruggere quello che in effetti funziona. Mi auguro che la positiva iniziativa dei Sindaci del comprensorio faccia ancor più chiarezza in merito alla vicenda del Distretto sanitario di Amantea, cosa che mi auguro faccia anche il Direttore del Distretto Amanteano per tranquillizzare ulteriormente gli utenti. Amantea 01-09-2012

Cav. Giovanni LISCOTTI

Scrive Liscotti che:

“ In un relazione alle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno nel nostro Comune, appare opportuno portare all’attenzione, l’imminente approvazione del DDL (Disegno di Legge) inerente i Debiti della Pubblica Amministrazione, tanto da ricordare oggi le ulteriori incombenze da rispettare e che non fanno parte di alcun programma di lista, ma di Leggi dello Stato:

“il citato DDL prevede che le Pubbliche Amministrazioni che pagano in ritardo i fornitori non potranno più assumere dipendenti a nessun titolo e se hanno in corso procedure di stabilizzazione di precari dovranno essere obbligatoriamente interrotte.

Tale provvedimento, contiene molte norme atte a prevenire l’accumulo di ulteriore debito, di cui quella di rilievo, è quella sul blocco delle assunzioni per enti che registrano ritardi nei pagamenti superiori a 60-90 giorni per l’anno 2014 e a 30-60 giorni per l’anno 2015.

Il punto cardine per verificare il livello di rispetto della norma nei pagamenti sarà quello dei prospetti che dovranno essere redatti ed allegati alle relazioni dei bilanci consuntivi, i quali al loro “interno” dovranno essere riportati gli importi dei pagamenti effettuati in ritardo e il tempo medio impiegato per saldare le fatture presentate dai creditori.

In caso di accertati ritardi, le relazioni dovranno riportare in toto le indicazioni e le misure che l’Amministrazione intende adottare per colmare il deficit.

E’ da evidenziare che se il ritardo supera la soglia massima di tollerabilità (cioè i 90 giorni per l’anno 2014 e 60 per il 2015), dall’anno successivo alla violazione, scatterà in automatico la sanzione del blocco delle assunzioni.

Quindi, i Comuni, ad esclusione degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, dovranno avere maggiori interessi ad adeguarsi alle nuove misure, poiché, rispettando i termini imposti potranno godere di sconti sul patto di stabilità.

In breve il DDL prevede:

•             dal primo Luglio le Pubbliche Amministrazioni dovranno provvedere a protocollare tutte le fatture per somministrazioni, appalti, forniture e prestazioni professionali, annotandole entro 10 giorni nel registro fatture;

•             dal primo Giugno i creditori potranno comunicare, mediante la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti, i dati delle fatture emesse dal primo gennaio 2014;

•             entro il 15 di ogni mese la singole amministrazioni dovranno comunicare, sempre tramite la piattaforma elettronica, i dati relativi ai debiti non ancora estinti, certi, liquidi ed esigibili per i quali siano stati superati i termini di pagamento imposti dall’Unione europea con la conseguente applicazione del tasso di mora previsto dal Decreto Legislativo 09.11.2012 nr. 192;

Il DDL infine, per non rallentare ulteriormente la procedura di pagamento degli arretrati proroga fino alla fine dell’anno la possibilità per gli enti locali di fare ricorso ad anticipazioni di tesoreria pari a 5/12. (cinque/dodicesimi)”. Cav. Giovanni LISCOTTI

Pubblicato in Primo Piano

Va controcorrente Liscotti e lo fa per amore di Amantea; per evitare che si trovi piena di rifiuti. Ma ecco la sua nota:

“In relazione all’articolo relativo “alla guerra dei rifiuti”, riferito alla chiusura se così possiamo definirla, vista che è parziale, in quanto vieta agli altri comuni fuori del circondario lametino a conferire nella discarica di Pianopoli “il surplus” dei rifiuti previsti, vorrei ritornare sull’argomento:

Giorni addietro, avevo espresso un parere su quanto si dovrebbe realizzare in agro del comune di Lago, per il trattamento dei rifiuti, ma probabilmente anche in tal caso, e chiedo venia, sono stato interpretato in forma errata.

Voglio precisare che, il sottoscritto non voleva avvalorare l’idea della discarica da realizzare nella località stabilita, che non è di mia competenza riferire se è idonea a ricevere i rifiuti o no, ma avvaloravo l’iniziativa dell’Amministrazione di lago che ha avuto l’idea di portare avanti un progetto che fatto a norma (ricordiamoci che siamo nel 2014) sicuramente gli consentirà non solo dei ritorni economici, ma anche meno problemi per la concentrazione dei rifiuti nel proprio circondario, considerando che, anche i comuni limitrofi qualora autorizzati a depositare rifiuti in tale luogo, spero già differenziato, dovranno pagare l’amministrazione Laghese per questo servizio.

Ecco perché a mio avviso, ogni comune dovrebbe tornare a trattare i propri rifiuti a norma delle leggi vigenti, (152/2006 e ss,mm) che gli consentirebbero meno oneri da versare ad altri istituzioni e/o aziende, oltre a poter creare pur se miseri, alcuni posti di lavoro (differenziata – spazzamento strade – trattamento rifiuti nel sito – vigilanza del sito ecc…).

Se si prende in considerazione quanto anche il nostro Ente versa alla discarica di Pianopoli in termini di conferimento dei rifiuti non differenziati, certamente saremmo in grado di poterli meglio gestire localmente, ribadendo, sempre in modo corretto ed adeguato, iniziando da noi cittadini.

E’ vero che i rifiuti nessuno li vuole sotto casa, visti anche i cassonetti trasferitisi lungo la SS 18, ma purtroppo è un argomento che va affrontato in modo serio e concreto. Oggi e per i prossimi giorni, ci ritroveremo ad avere la nostra Amantea certamente invasa da rifiuti, sino a che il Sindaco di Pianopoli non decida di poter far accedere gli altri comuni in quella discarica, oltre i limiti singolarmente stabiliti.

Allora, noi cittadini prendiamo atto di tutto ciò e iniziamo a differenziare, obbligando gli amministratori a tale forma di smaltimento, pensando anche al fatto che, una conferenza di servizi e/o piani extracomunali (finanziare progetti seri e concreti a realizzare il corretto smaltimento di rifiuti in ambito di siti comunali di proprietà) si potrebbero realizzare non dico e ribadisco discariche, ma altri sistemi di smaltimento (es: i temovalorizzatori o altri sistemi più sicuri), che consentirebbero ritorni economici (energia elettrica – biogas – concimi – ecc…) che potrebbero essere utilizzati in ambito locale e perché no, venduti ad altri.

Mi è doveroso esprimere un ulteriore parere personale, pur se il sottoscritto non è un tecnico del settore in senso stretto della parola: “….oggi non esistono sistemi di smaltimento rifiuti, che possano consentire il 100% di non inquinamento. Tutti i sistemi di smaltimento, chi per un verso, chi per l’altro, producono emissioni inquinanti, ma comunque essendo riduttori di tali agenti sicuramente aiutano a mantenere un ambiente più sano….”. Non sta a me stabilire quale sia quello migliore, ma se ne può parlare. Cav. Giovanni LISCOTTI”

Ecco cosa dice Giovanni Liscotti:

Ancora oggi si continua a vedere che Babbo Natale passa per Amantea e tutti noi continuiamo a “vederlo”, considerato poi come vanno a finire eventuali elezioni amministrative. Apprendiamo dai quotidiani locali e sui siti web notizie che guarda caso vengono “scongelate” in prossimità di una nuova tornata elettorale, che nel nostro Comune sarà a breve.

Si continua ad assistere al consueto “ballo”; - deleghe che vanno e che vengono, dimissioni - salti di posizioni e di pensiero, con relativi cambi di partito e sbandieramenti vari. Ma siamo sicuri che la politica e la trasparenza sia questa.? NON CREDO.

Comunque, leggendo gli ultimi articoli circa la stabilizzazione di parte del personale operante da anni alle dipendenze del nostro Comune, voglio riportare all’attenzione dei concittadini e lettori cosa prevede la norma, che qualcuno dice “…è chiara…”, ma non credo, che deve tener conto del c.d. patto di stabilità ed altre norme molto complesse, a cui rimando la lettura sul sito della Repubblica Italiana di cui cito le norme principali. Il sottoscritto prima di riportarla in sintesi si è confrontato, o meglio ha acquisito ulteriori notizie in merito, interpellando professionisti del settore, (avvocati e docenti di diritto amministrativo ecc.) che trattano e seguono tale argomento.

Decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 204 del 31 agosto 2013), coordinato con la legge di conversione 30 ottobre 2013, n. 125, (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.». (13A08778) (GU n. 255 del 30-10-2013)

decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165   (vedasi art. 35 – 36 )

Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. (GU n.106 del 9-5-2001 - Suppl. Ordinario n. 112 )

In sintesi:

…le disposizioni in tema di precariato e di assunzioni nel pubblico impiego, (D.L. 101/2013) prevede l’indizione di nuovi concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato esclusivamente in assenza di graduatorie vigenti, le quali rimarranno in vigore fino al 2016. Con decorrenza 1° gennaio 2014 è previsto il ricorso del concorso pubblico unico per il reclutamento dei dirigenti statali, la cui organizzazione spetta al Dipartimento della funzione pubblica senza oneri per la finanza pubblica. Per ciò che concerne la stabilizzazione del personale precario, il Governo ha prorogato fino al 31 dicembre 2016 il termine per indire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato di personale precario nelle pubbliche amministrazioni, nel limite massimo del 50 per cento delle risorse disponibili. E' stata ampliata anche la possibilità per le pubbliche amministrazioni di prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato per il personale che abbia maturato almeno tre anni di servizio alle dipendenze di questa.

Si potranno utilizzare contratti a tempo determinato e altre forme “elastiche” di lavoro per far fronte ad esigenze di carattere temporaneo o eccezionale (art. 36, comma 1, del Decreto Legislativo nr. 165/2001). E’ stata ulteriormente confermata la regola generale del contratto di lavoro a tempo indeterminato anche nel pubblico impiego, nonché l’applicazione della disciplina generale dei contratti a termine (d.lgs. n. 368/2001) anche nel pubblico impiego, fermo restando il divieto di trasformazione dei contratti “temporanei o eccezionali” a tempo indeterminato. I contratti a termine posti in essere in violazione di legge sono nulli e determinano anche una responsabilità nei confronti dell’erario.

Invito a leggere le norme in vigore e alla fine ognuno potrà fare la propria valutazione di …“trasparenza”…

Cav. Giovanni LISCOTTI

NdR. prendiamo e diamo atto che si tratta di una nota che porge una posizione esclusivamente personale.

Pubblicato in Cronaca
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