Nella Gazzetta Ufficiale n. 77/2011 l'Autorità per le Telecomunicazioni ha autorizzato con propria delibera la Telecom Italia alla rimozione delle cabine telefoniche.
Le rimozioni sono iniziate a partire dal 20 giugno 2011.
Le cabine telefoniche, in Italia, erano ben 300.000, ma negli anni scorsi la Telecom Italia le ha portate a 130.000.
La rimozione, però, sarà graduale, perchè la delibera dell'AGCOM prevede che ogni anno la Telecom Italia ne potrà rimuovere 30.000, quindi ci vorranno più di quattro anni per non trovarne più.
Si tratta per lo più di cabine telefoniche cadute in disuso.
L’ incredibile è che l’Italia è quella che vanta il record europeo per il maggior numero di cellulari.
Saranno risparmiati solo i telefoni presenti in ospedali, scuole e caserme.
La rimozione delle vecchie cabine a gettoni porterà notevoli risparmi di gestione che saranno reinvestiti nelle attività di manutenzione delle postazioni che resteranno attive.
A tale proposito il ministero dello Sviluppo economico ha assicurato di verificare il rispetto, da parte di Telecom Italia, degli obblighi derivanti dallo svolgimento del servizio universale, soprattutto nelle zone territorialmente disagiate o non coperte dal servizio di telefonia mobile
Ecco allora come salvare poche ma importanti cabine telefoniche.
Basta mandare una email all'AGCOM all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. "per chiedere che questo telefono resti attivo" e specificando i propri " dati, un recapito, l'indirizzo della cabina e le motivazioni della richiesta".
Ovviamente non guasta che il comune si attivi nella medesima attività inoltrando specifica delibera all’AGCOM
Era solo questione di tempo. Ora ci siamo. Ad ognuno i rifiuti prodotti.
Basta con gli ipocriti furbetti di quartiere che non vogliono le discariche nei loro territori ed in quelli dei comuni loro prossimi e preferiscono inviare i propri rifiuti in comuni distanti e dove non ci sono i furbetti come loro!
Lo ha deciso l’ assessorato regionale alle Politiche dell'ambiente, con il Piano di interventi approvato, che prevede 250 milioni di investimenti, puntando a completare e ammodernare il sistema impiantistico calabrese dei rifiuti.
Obiettivi principali del Piano sono le politiche di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, attraverso azioni di recupero, riciclo e valorizzazione della raccolta differenziata.
Ma è fondamentale perseguire e raggiungere due principi basilari della normativa sui rifiuti.
Il primo è quello della “prossimità”, secondo il quale ogni territorio deve gestire, riciclare e smaltire i rifiuti che ha prodotto, presso impianti vicini, quanto più possibile, al luogo di produzione.
Il secondo è il principio della “autosufficienza gestionale", secondo il quale la dotazione impiantistica deve garantire la completa autosufficienza dei territori (ognuno deve gestire i rifiuti che produce) ed evitare impatti ambientali (inquinamento atmosferico, rumore, pressione sulla rete stradale), relativi al trasporto.
Per raggiungere tali condizioni, nel territorio crotonese, diventa fondamentale realizzare una discarica di servizio, cioè da destinare solo al conferimento degli “scarti di lavorazione”, provenienti dall'impianto di trattamento meccanico Biologico di Crotone e, quindi, solo per il territorio crotonese.
A tale scopo, il 7 febbraio scorso, l'assessorato all'Ambiente ha chiesto, ai 27 Comuni della provincia di Crotone, di voler manifestare la disponibilità alla realizzazione di detto intervento sul proprio territorio.
I Comuni interessati dovranno individuare aree che abbiano idonee caratteristiche geologiche, geotecniche, idrogeologiche, di estensione complessiva di ha 2, nonché adeguato collegamento alla viabilità principale e secondaria.
A breve toccherà anche a noi , ad Amantea.
Il problema è che la produzione di spazzatura di Amantea è pari se non superiore a quella di Aiello Calabro, sommata a quella di Cleto, di Sersa di Aiello, di San Pietro in Amantea, di Lago, di Belmonte Calabro, di Longobardi e Fiumefreddo Bruzio.
Se diciamo no alle discariche nei comuni viciniori toccherà trovare un terreno nel nostro territorio.
Facile capire dove .
“Ho letto, tempo fa, l’articolo di tirrenonews che lanciò l’allarme sul pericolo delle cicche di sigarette che vengono buttate per terra e che poi finiscono nella rete delle cosiddette acque bianche, sfaldandosi così da lasciare il tabacco e le ceneri del tabacco fino al mare.
Proprio per averlo apprezzato quando ho visto i portacenere pubblici mi sono rallegrato.
E vederli sufficientemente pieni mi ha anche dato l’idea di una città che , in qualche modo, è rispettosa dell’ambiente.
Però vorrei segnalare al vs sito che questi portacenere non mi appaiono affatto idonei
Non è curiosità che mi spinge a chiedere se possibile di sapere con quale logica sono stati scelti
Quando piove si riempiono di acqua, come si vede nella foto, e l’acqua scioglie le cicche accelerando l’immissione degli inquinanti nell’ambiente.
Non solo ma l’acqua poi resta fino a quando il sole non la fa evaporare
Non mi sembra una scelta felice
E’ possibile partecipare al comune la opportunità di una scelta diversa?”
E’ questo il senso del “richiamo” che ci è pervenuto stamani da parte di un concittadino e nostro lettore.
Giriamo la domanda al nostro comune anche se temiamo di non ricevere mai una risposta .
Ricordiamo tre cose.
La prima è che esistono posacenere da esterno specificatamente realizzati per evitare di riempiersi di acqua
La seconda è che il comune potrebbe acquistare posacenere portatili intestati al comune da affidare per il loro uso nelle spiagge, nei campi sportivi ed in altri luoghi di incontro ed al fine di educare al miglior rispetto dell’ambiente.
La terza è che tutti posacenere dovrebbero ( potrebbero ) recare la scritta “Il comune di Amantea invita a non fumare”.