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Scrive Gigi El Tarik:

“Un giorno, mi sono posto una domanda: “Se fossi sindaco, quali sarebbero le priorità del mio programma?

Partirei da una convinzione di fondo: il Sindaco e i suoi più stretti collaboratori dovrebbero essere anzitutto i rappresentanti, i tutori, i fautori del bene comune.

Già pensare a questo fa venire un po’ i brividi.

Il Bene Comune comporterebbe la consapevolezza che si tratta di un bene che riguarda ogni cittadino, inteso in quanto persona come soggetto di diritti; e dal fatto che naturalmente è soggetto anche di doveri deriva che il bene si fa comune perché ogni cittadino fa parte di una comunità, la quale appunto è un insieme, si spera armonico, di diritti e di doveri.

In sintesi, il bene comune dovrebbe riguardare il bene della comunità, che è composta di soggetti con diritti e doveri.

Il bene comune non riguarda solo i diritti e i doveri dei cittadini, ma anche e anzitutto il contesto ambientale.

Qui un sindaco dovrebbe avere convinzioni chiare e coraggiose.

Non dovrebbe scendere a compromessi.

Non dovrebbe assolutamente mettere il contesto ambientale al servizio di un vantaggio economico, con l’assurdo o il grottesco che con i proventi di uno scempio ambientale potrebbe costruire servizi ai cittadini: strade, scuole, fognature ecc.

Assurdo, grottesco!

Il bene comune dovrebbe essere anzitutto il rispetto dell’ambiente, perché l’ambiente è la prima casa di ogni cittadino.

Trovo paradossale che un’amministrazione comunale ponga il contesto ambientale al servizio dei diritti fasulli dei cittadini.

Forse sarebbe il caso che come Sindaco sentisse come primo dovere il bisogno o, meglio, l’urgenza di istituire scuole ecologiche, allo scopo di educare i cittadini, a partire dai più piccoli, al rispetto del contesto ambientale.

Se un Sindaco non lo capisce bisognerebbe farglielo capire con le buone o con le cattive.

Non può scendere ad alcun compromesso!

“E’ bello occuparsi del “bene comune” !

Così si esprimeva il neo eletto sindaco di Amantea, subito dopo le elezioni.-

Detto da Lui è senz’altro una boutade, una battuta di spirito, che però non fa ridere.

Perché il Bene Comune che ha in testa il sindaco di Amantea non coincide con quello dei cittadini. Si sta veramente occupando, insieme alla sua junta” del Bene Comune, da conservare ed ampliare, perché esso si traduca nel “benessere” di tutti i cittadini?

Ne dubito fortemente.

Carissimi Amministratori, il bene comune lo si deve prima amare, farlo proprio, lasciarlo palpitare dentro, farlo pulsare con i battiti del proprio cuore. Utopia?

Certo, per i mestieranti.

Ma dei mestieranti gli Amanteani dovrebbero farne a meno.

Toglierli dalle liste elettorali.

Bandirli da ogni campo educativo.

E’ ora di smetterla di dire che sono parte necessaria di una società imperfetta.

La società è imperfetta proprio perché permettiamo ai mestieranti di assumere incarichi che comportano grandi responsabilità nel campo degli ideali.

Il bene comune va gestito da mani sicure, affidato alle coscienze prima che ai titolari di uffici burocratici.

E non va assolutamente consegnato a gente che si prende gioco dei diritti dei cittadini per fare il proprio sporco interesse.

Sarebbe bene ricordare al Sindaco di Amantea che il bene comune non ha partito, e non ha religione. Si inserisce in quei valori umani e sociali che fanno parte dell’Umanità.

E l’Umanità non è soggetta a spartizioni di potere né politico né religioso.

L’Umanità è un patrimonio di tutti, accessibile a tutti, prerogativa di tutti, purché ciascuno se ne senta responsabile, fortemente responsabile.

Responsabile di essere Uomo o Donna: il sesso non conta, conta la dignità che è insita nell’essere “umano”.

Il bene comune purtroppo, sia per lui che per quelli che lo hanno preceduto, è rimasto solo una parola di convenienza in occasione di programmi elettorali.

Del bene comune ne è piena la bocca di politici mestieranti e degli imbonitori accalappia-allocchi.

Né lui né la sua junta si sentono a disagio quando parlano di bene comune, e non tremano di paura al solo pensarci.

Non capiscono che il bene comune è un bene così prezioso che non può essere “comune” nel senso peggiore del termine.

Quando si parla di bene comune, lui e la sua giunta pensano: “Ecco: questo è nostro!”.

Il bene comune dovrebbe essere l’amore totale al proprio paese, così totale che lo si dovrebbe dividere tutto per ciascuno degli abitanti.

Non solo un pezzo per ciascuno, ma ogni pezzo dovrebbe far parte del tutto.

Forse tutti noi Amanteani ci siamo distratti e non abbiamo notato come siano migliorate le condizioni di vita, come si sia riaccesa la speranza, come siano diminuite la disoccupazione e la precarietà, come tanti piccoli imprenditori abbiano chiuso le loro botteghe per andare a divertirsi.- Insomma, tutto va bene Madama la Marchesa.-

Siamo abitanti di una cittadina, governata da persone di grande intelligenza politica, di grande generosità , di grande umanità, di grande saggezza e lungimiranza, di grande sobrietà ed umiltà !!.- Siamo veramente fortunati !! Evviva!

Roma 24 agosto 2018                                               Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Ci rivolgiamo di nuovo a quel lettore non troppo distratto, per dirgli che a tre mesi dall’ultima alluvione di Acquicella, ecco la doppietta del 20 e 21 agosto.

Meno grave, perché ad Acquicella avevamo provveduto alla pulizia dei fossi terminali, ma di nuovo stiamo spalando fango.

Non è lo spalamento che ci disturba, siamo gente con i calli alle mani, ma piuttosto la raccapricciante latitanza del Comune al quale avevamo fatto assegnamento.

A seguito dell’ultima alluvione di maggio scorso, di cui ricorderai, caro lettore non distratto, abbiamo inoltrato al Comune solleciti corredati da elaborazioni tecniche e documentazione fotografica, sottolineando il pericolo incombente e proponendo per soluzione un’Ordinanza che stabilisca il ripristino e la manutenere dei fossi di guardia a Camoli inferiore, previo incontro con i proprietari interessati di cui è stato fornito elenco e indirizzi.

Costo zero a carico dell’Ente, solo un po’ di impegno da parte degli Amministratori i quali, ricordiamolo, sono lì per governare!

Eppure, nonostante i solleciti, le segnalazioni verbali e protocollate, le carte e le relazioni, ecco di nuovo il fango sulla strada ad ogni pioggia, senza che sia stato fatto niente.

Né più né meno come l’Amministrazione precedente, ricordi, lettore caro?

Quella dell’Ordinanza sbagliata, mai corretta e mai eseguita, e degli operai mandati alla vurri vurri.

Capirai, caro lettore non troppo distratto, come non possiamo che essere incazzati.

Viene da domandarsi: a che serve un’Amministrazione se non a governare il territorio raccogliendo le sollecitazioni, se del caso giovandosi della collaborazione offerta dai cittadini?

E invece:

NON UNA CONVOCAZIONE;

NON UNA COMMISSIONE;

NIENTE, NIENTE, NIENTE, NIENTE.

Solo la cosa più semplice da fare, operai e mezzi mandati qua e là a danno avvenuto, che fanno quello che possono, con ulteriori costi per l’Ente.

Non era meglio prevenire?

Non è vero che la sottovalutazione dei problemi e l’assenza di prevenzione produce danni, disastri e diseconomie?

Perché non è stata indetta l’apposita Commissione consiliare?

Forse la cosa non è di pubblico interesse? Forse non sono sufficienti tre mesi di tempo per convocare una Commissione?

Forse non è stato sufficiente averne parlato con l’Assessore competente il quale ha detto che avrebbe sollecitato il Presidente di Commissione?

A che serve l’Assessore?

A che serve la Commissione?

A che serve il Presidente di Commissione?

Forse avremmo dovuto fare più anticamera affollando ulteriormente (e inutilmente) i corridoi del Comune? Non è sufficiente come cittadini mostrarsi disponibili a collaborare?

Ma chi se ne fotte del fango, facimm a ‘mmuina, feste e celebrazioni?

In verità, caro Lettore, temiamo che intorno a questo Sindaco ci sia un vuoto, altrimenti, di fronte al pericolo che stiamo prospettando e i danni per privati e comunità che stiamo segnalando, qualcuno avrebbe dovuto attivarsi con preoccupata ed estrema premura.

E invece, ribadiamo, NIENTE. E siamo incazzati!

L’efficienza e la capacità di un’Amministrazione comunale si misura con la competenza, certo, ma anche con la prontezza e l’impegno con cui si affrontano i problemi, e ciò di cui parliamo, se ancora non s’è capito, E’ UN PROBLEMA GRAVE, UNA MINACCIA IDROGEOLOGICA INCOMBENTE di cui in questi ultimi tre mesi abbiamo visto solo un segno.

Caro Lettore non troppo distratto, è lecito a questo punto affermare che la politica sia una cosa troppo seria per essere intesa con la “leggerezza” che purtroppo registriamo ad Amantea. E non aggiungiamo altro, perché siamo troppo incazzati.

Ci accingiamo a rinnovare la questione al Nostro Sindaco, in quanto titolare della Sicurezza pubblica, ma non nascondiamo la delusione per l’assenza totale di risposte sinora riscontrata.

Subiamo danni, temiamo un disastro. E per favore, smettiamola di domandarci perché la Politica arrivi sempre dopo la Magistratura.

E temiamo un disastro!!!!

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Anche Simone Vairo

Ecco come:

“Amantea è in pezzi...si raccontano solo favole...e pure false....

Purtroppo chi parla di noi come città...non riesce più a farlo in modo positivo....

 

 

Il fallimento dell'amministrazione Pizzino è evidente, sotto gli occhi di tutti.

Assenti tutto l'anno dalla casa comunale dimostrano una mancata produttiva amministrativa senza precedenti.

Non riescono a garantire l'ordinaria amministrazione..non riescono a programmare nulla...

Dopo un lungo inverno arriva la primavera... ma se il letargo è retribuito allora meglio continuare a dormire.

Durante il periodo delle elezioni non hanno valutato i veri problemi della Città...pensavano già a come spartirsi la torta...

Al posto della grande umiltà di Don Giulio Spada citato più volte dallo stesso sindaco, hanno preferito l'arroganza di saper tutto e di conoscere tutti...

Andando a finire ancora una volta su tutte le maggiori testate nazionali...per le motivazioni che tutti conosciamo.

Colui che doveva essere il paladino rappresentante della legalità, offendendo tutti diceva: nessuno di noi e mai stato in galera.

Il sindaco Pizzino non conosce i suoi componenti di giunta... non è stato lui a sceglierli e metterli insieme...come non è lui ad amministrare questa città...

Assessori e consiglieri che si criticano e si ammazzano uno con l'altro per un pò di visibilità e per deleghe che non sono nemmeno in grado di gestire...

Amantea ha bisogno di votare un progetto politico serio...non l'amico o il parente di turno.

#DIMETTETEVITUTTI.

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