"Mi piacciono le persone poco istruite", ha detto Donald Trump nel corso di un discorso nel mese di febbraio, durante il quale ha più volte preso di mira l’élite americana e il loro "falso ritornello del globalismo."
Al di qua dell Atlantico, gli elettori in Gran Bretagna, ascoltando le sirene del Brexit degli attivisti a "riprendere il controllo "di un paese apparentemente minacciato da immigrazione incontrollata," una élite non eletta, "e i loro " esperti " hanno annullato cinquant'anni di integrazione europea. Altri paesi europei, così come Israele, Russia, Polonia e Ungheria, ribollono con affermazioni demagogiche di identità etnica, religiosa e nazionale. In India, la supremazia indù ha adottato l’epiteto "libtard" per incanalare la giusta rabbia contro le élite liberali e laiche.
La grande avventura, iniziata nel XVIII secolo, di una civiltà universale armonizzata da un ragionevole auto-interesse, dal commercio, lusso, arte e scienza - l'Illuminismo forgiato da Voltaire, Montesquieu, Adam Smith, e altri - sembra aver raggiunto un turbolento anticlimax di un mondo che si rivolta contro la modernità cosmopolita. Si tratta della realtà, del mondo in cui viviamo.
Una società che dovrebbe riprendere con rinnovato vigore il controllo del proprio pensiero è quella dove scuole e università dovrebbero essere pronte anche a corsi di meditazione e diventare istituzioni dove non dovrebbe esserci più spazio per insegnare pensieri ma modi di pensare, nonché la possibilità di riconoscere, nell’epoca dei motori di ricerca, il valore della domanda giusta. Sono alcuni anni che seguo con molto interesse gli scritti di Nick Bostrom, professore di filosofia a Oxford, sulla pericolosità della nuova tecnologia e le possibili minacce esistenziali per la umanità.
Ci sono innumerevoli pensieri che si possono consultare, in questo preciso istante, solo premendo un tasto del computer. Ma nessun pensiero sarà così prezioso, nuovo e bello come quello di cui proprio adesso, nella nostra coscienza, potremmo avvertire come il vero primo e libero battito d’ali. Questo possibilità è legata indissolubilmente alla capacità degli uomini di sottrarre ai vari Donald Trump, e non solo, il controllo sulla intelligenza artificiale.
Amantea è stata scelta per la Festa provinciale dell’Unità del 2016.
Ignote le ragioni.
Una festa itinerante , quella del 2016, che si snoda tra il capoluogo e la frazione Campora San Giovanni.
Questo il calendario:
26 agosto Campora San Giovanni Piazza san Francesco.
27 agosto Amantea Piazza Calavecchia.
28 agosto Campora San Giovanni Piazza san Francesco.
29 agosto Amantea Piazza Calavecchia.
30 agosto Amantea Piazza Calavecchia.
31 agosto Amantea Piazza Calavecchia.
Politica, dibattiti, incontri, discussioni, musica e colore, sagre e gastronomia.
Una occasione per discutere dell’Italia, della Calabria, della provincia di Cosenza e, perché no, di Amantea.
Parteciperanno politici nazionali, regionali, provinciali e comunali.
Arte, storia, cultura e moda per “Woman fashion night”, una serata evento che ha reso protagonista la lotta contro la violenza di genere.
Nello splendido scenario della costa tirrenica cosentina, presentato da Sergio Arcuri e da Alessandra Giulivo, direttrice della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer, la serata ha voluto lanciare un messaggio forte e deciso: un NO netto a tutte le violenze psicologiche e fisiche che le donne subiscono a volte proprio davanti ai nostri occhi.
Le allieve dell’Accademia New Style di Cosenza contribuiscono al successo della serata “Woman Fashion Night”, con delle elaborate creazioni moda che interpretano la bellezza di essere donna.
A sfilare per questa importante causa le creazioni di Francesca Prostamo, Guenda Lucà e Gabriella Santelli, formatesi all’Accademia New Style, scuola di moda e design di Cosenza che da diciotto anni arricchisce il territorio di fashion designer di grande valore. Le stiliste hanno proposto ciascuna una loro interpretazione sulla bellezza di essere donna: tessuti impreziositi da decori austeri, stoffe pregiate e colori tenui su tagli grintosi e una nuova interpretazione della sposa non solo romantica, ma anche decisa e capace di gestire la sua vita.
Madrina della serata Manuela Arcuri che, genuina ed elegante, ha offerto tutto il suo sostegno all’importante causa, perorata pubblicamente in questa occasione da: l’associazione Radici, Debora Granata per l’associazione Don Mazzi, Manuela Cuconato, consigliera del Centro Italiano Femminile. Intervenuta al dibattito anche Manuela Garritano con il progetto Essenza, in collaborazione con la dottoressa Patrizia Nicotera dell’Asp di Cosenza.
Hanno partecipato e contribuito a rendere suggestiva la serata che ha avuto un enorme successo di pubblico il maestro Paolo Luciani al piano, il giovane Serafino Garzi all’arpa, Altea Graziadio alla tromba e la voce di Alessandro Giordano.
“Woman fashion night”, evento ideato e realizzato da MariMa’ produzioni ed eventi, con la collaborazione di Autori in eventi srl, oltre agli abiti delle giovani fashion designer Francesca Prostamo, Guenda Lucà e Gabriella Santelli dell’Accademia New Style, ha mostrato al pubblico anche le elaborate teste sculture di Giuseppe Fata, presidente della Camera nazionale giovani fashion designer, ideatore di vere e proprie opere d’arte realizzate con estro ed eleganza; le creazioni orafe di Gerardo Sacco, i gioielli di Scintille Montesanto, Dclub e le spose di Pierpaolo Cassone Cuture.