
Stephen Littleword, nel suo “Aforismi”, scrive che “Il primo settembre è un po’ come il primo dell’anno, idealmente si ricomincia”.
Finisce l’estate, il relax, le feste ed è tempo di ricominciare.
Anche a fare politica.
Per questo abbiamo pensato di rivolgere alcune domande ad un politico amanteano che ci ha immediatamente risposto e che vi presentiamo.
Dovessero farlo altri vi faremo conoscere anche il loro pensiero:
1 D)Lei è iscritto al PD di Amantea, il suo partito nel nostro Comune è rappresentato anche da un’intera Giunta comunale. Che impressione ha del rapporto tra il partito cittadino e gli amministratori comunali del PD?
1R)Sinceramente non una buona impressione. Sembra un rapporto non proprio chiaro, dove il partito prende una direzione e gli amministratori del PD ne percorrono un’altra, esattamente quella opposta. Un esempio per tutti, la vicenda del finanziamento sottratto alla ristrutturazione del Lungomare di Amantea, atto amministrativo che, a mio modestissimo parere, è risultato incomprensibile. Anche le ultime uscite pubbliche del Segretario del PD Giacco e del Vice Sindaco Morelli sull’ipotesi di realizzazione della Casa della Salute ad Amantea sembrano smentirsi a vicenda.
Questo “andazzo” non fa bene al partito perché lo rende poco credibile innanzi alla Città. Non è possibile che gli amministratori comunali del PD, in pratica il Sindaco e l’intera Giunta, facciano orecchie da mercante difronte a tutte le indicazioni e le proposte che provengono dalla Segreteria del PD di Amantea. In questo caso a essere screditata, ovviamente, è la Segreteria del partito.
Questo rapporto andava regolato e precisato fin da subito con atti politici conseguenziali, ciò non è avvenuto e questo, secondo il mio punto di vista, è stato un errore politico macroscopico.
“D)Può dare un giudizio complessivo sull’attività amministrativasvolta finora dagli amministratori comunali del PD e più complessivamente dalla Lista “Rosa Arcobaleno”?
2R)Fermo restando che il giudizio finale spetterà a miei concittadini a fine mandato, io posso solo dire che oggi non provo alcun rimorso rispetto alla scelta fatta con gli amici che hanno dato vita alla Lista “La Nuova Primavera”, anzi. Oggi più di ieri è chiaro il fatto che la compagine che governa Amantea è nata esclusivamente sotto la spinta di un comitato elettorale fine a se stesso che non è riuscito a mettere in campo nessuna idea finalizzata allo sviluppo della Città. Non essendoci alcuna visione strategica, si tira a campare, talune volte facendo degli errori amministrativi gravi e quelli riferiti al settore finanziario e dei tributi sono figli di tale situazione.
Come ho avuto modo di dire pubblicamente diversi mesi addietro la cosa che più mi preoccupa è anche la frattura venutasi a creare tra gli amministratori comunali e ampi settori della Città. Anche qui alcune recentissime vicende ne sono prova inconfutabile. A titolo solo esemplificativo, mi riferisco alle inutili polemiche messe in scena dall’Amministrazione comunale nei confronti dei componenti dell’Associazione Notte Bianca, dipinti pubblicamente come concittadini non dediti alla buona riuscita della manifestazione (nata, è bene ricordarlo, anche con il contributo dell’Amministrazione comunale guidata da Franco Tonnara) ma addirittura capaci di ricattare il Comune. A questi miei concittadini va tutta la mia solidarietà e il ringraziamento per il contributo offerto negli anni scorsi in favore dell’importante manifestazione.
Mi riferisco anche alla recentissima gestione degli eventi estivi sul territorio, gestione che ha fortemente penalizzato molte aree centrali di Amantea private di ogni minimo incentivo alla presenza di turisti e vacanzieri.
Mi riferisco, infine, a quanto accaduto sul fronte occupazionale con le vicende dei vigili precari, degli addetti alle strisce blu e di qualche dipendente delle cooperative. Vicende che hanno portato alla perdita del posto di lavoro e che inevitabilmente hanno aperto vertenze legali.
Insomma, con poche parole, dare un giudizio complessivo sull’azione amministrativa in corso non è semplice, diciamo che i sintomi fanno pensare a una Città che non se la passa proprio bene e se questo è vero, la principale responsabilità è senza dubbio di chi la governa.
3D)Un’ultima domanda, alla luce di quanto finora da lei espresso, Amantea sembrerebbe avere bisogno di una nuova stagione amministrativa. Un’alternativa in tal senso sarà possibile?
3R)Dobbiamo pensare sempre positivamente. Nella vita, sul lavoro, in politica si può sempre migliorare. Un’alternativa la mia Città non solo la merita ma credo sia anche in grado di crearla, ma debba crearla. Questo è il mio augurio alla Città.
Amantea 2 settembre 2016.
Una profonda analisi su Amantea di Gigino Pellegrini.
Muri per non vedere, rumore per non sentirsi, sagre per ridurre il senso di fame.
Ecco la scenografia della politica. E’ questa la amara sintesi della fantastica analisi di El Tarik.
“La scenografia, che gli amministratori di Amantea mettono in piedi ogni anno per accogliere i fantasmagorici “turisti”, ha come fine lo scopo di celare la realtà, come ogni scenografia che si rispetti.
Una delle cose che più mi indigna in tutta questa tragicommedia, è che tutto questa manovra serve solo a occultare i mali cronici della nostra cittadina: l’immondizia, le strade rattoppate alla meno peggio per nascondere le voragini, le fogne che finiscono in mare.
Questi pessimi capocomici camuffano la miseria, costruendo “muri” fittizi affinché non si possa vedere la povertà e le assurdità della città di Amantea.
Quartieri depressi con decine di persone in balia dell’indigenza e senza una via di scampo ai loro problemi. Alcune di loro sopravvivevano cibandosi alla meno peggio.
Si è arrivati persino a vivere prima nella capanna di zio Tom sulla spiaggia e poi in un ex chiosco da giornalaio.
Gli amministratori pensano prevalentemente a costruire muri di varia natura nella speranza che le persone non li smantellino.
Non sanno, però che la necessità e la creatività della resistenza, a tutta questa disgustante situazione, non avranno limiti.
Per dare un tono “universale” a queste poche righe, chiamo a testimoniare il “muro”, che tutto il mondo vide in TV, costruito dalla Repubblica Dominicana, affinché il Papa non vedesse la miseria della gente durante la sua visita.
Questi signori del potere occultano la sofferenza dei popoli, però non fanno nulla per combatterla. Altri muri furono costruiti in diversi angoli del mondo, come quello di Berlino, durante la Guerra Fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, che finirono per separare un popolo sottomettendolo ai propri fini politici ed economici.
Migliaia di famiglie rimasero divise per diversi decenni, vivendo l’orrore ed il dolore di questa lacerazione.
Molti tentarono di oltrepassare il muro, pochi ci riuscirono, altri persero la vita sotto i proiettili delle guardie o sui campi minati della Germania Est.
Alla fine lo fecero crollare o “crollò”.
Senza dimenticare il muro che divide le due Coree e che corrisponde alla stessa politica di potere e supremazia delle grandi potenze, come la Cina ed i suoi interessi.
Il popolo coreano è diviso e contrapposto. A
d intere famiglie è stata preclusa la possibilità di vedersi o di avere notizie l’una dell’altra per decenni e non gli resta altro che preservare i ricordi ed aspettare il giorno fatidico.
Non un giorno qualsiasi, bensì proprio quello, il giorno in cui cada il muro della divisione e possano ricongiungersi negli sguardi e nel cuore.
“La comunità internazionale vive, sconvolta”, si fa per dire, nell’attesa che la questione mediorientale trovi una soluzione politica e che cessi la violenza che sta dissanguando i popoli di Palestina ed Israele.
Israele, invece di risolvere il conflitto, ha costruito un muro per separare i palestinesi, confidando che questo limite significherà sicurezza.
L’odio non può essere fermato con i muri. La resistenza di un popolo che vuole esser libero non si fa piegare da un muro.
La sofferenza non ha limiti e spinge molti palestinesi ad immolarsi sugli altari della libertà.
Si potrebbero riempire centinaia di pagine disumanizzanti sulle atrocità degli umani al potere.
Ciò che comunque prevale nella mente di chiunque detiene potere, sono gli interessi di pochi rispetto all’interesse generale.
A questa vomitevole regola, nel loro piccolo e miserevole mondo, non sfuggono gli amministratori di Amantea.
L’intolleranza e la tracotanza del potere non conosce, e non vuole riconoscere, il diritto ad una vita migliore dei propri cittadini-sudditi.
I “rifugiati” che in questi ultimi anni sono apparsi in città vengono ignorati e maltrattati e se si azzardano a rivendicare i più elementari diritti della loro esistenza, vengono immediatamente repressi.
Quanti sono i muri di insensibilità e disprezzo verso la vita umana di questo paese “civilizzato”? Che muri hanno costruito per non vedere, né sentire il grido di protesta ed il dolore di questa povera gente che, pur di fuggire dalla fame e dalla guerra, finisce per morire annegata nel mare di Ulisse? Forse un po' di quel “muro” è anche dentro ognuno di noi.
Se non si riesce ad abbatterlo e non ci si sforza di capire e rispettare il diritto degli altri, non si riuscirà mai a cambiare qualcosa in questo mondo balordo e folle.
I potenti, comunque coerentemente alla loro nauseabonda esistenza, continueranno a costruire i muri della stupidità e della crudeltà umana.
A costruire le barriere tra gli uomini.
Bisogna anche dire che le “barriere”, queste costruzioni, rappresentano la ferocia e bruttura degli uomini nella storia dell’umanità essendo state costruite espressamente per separare e dividere.
Nei casi più estremi, esse hanno a volte confinato intere aree abitate per essere poi abbattute.
I “ruderi” sono ancora qui fra la gente e richiamano l’attenzione su tutto ciò che non ha funzionato.
All’alba, da dietro le colline che cingono Amantea, il sole sorgerà e splenderà come sempre sulle acque calme dell’Ulisse di settembre e il paese si sveglierà “tranquillo” e sereno e questo scritto, per molti, sarà semplicemente un brutto sogno, conseguenza dell’abbondante cena della sera prima.
Calgary 31 agosto 2016 Gigino A. Pellegrini & G el Tarik
Sembra proprio che la morte abbia una predilezione per le feste di compleanno.
No, non si tratta della trama di un film horror-demenziale americano in cui uno scheletro incappucciato viene a spegnere le candeline con la falce. Secondo una ricerca effettuata da Jean-Claude Schmitt, la festa di compleanno così come la si festeggia oggi si diffuse molto tardi, prima negli ambienti aristocratici dell’epoca moderna, poi nella borghesia del XIX secolo e infine, ma non prima del XX secolo negli ambienti popolari. Questo sarebbe già un buon motivo per non festeggiare il giorno della propria nascita.
I primi a celebrare tale usanza furono gli antichi Egizi, che erano soliti omaggiare il faraone preparando per lui un banchetto pieno di ogni sorta di prelibatezze.
In Mesopotamia ed in Egitto si riteneva importante registrare il giorno della propria nascita poiché era essenziale per realizzare l'oroscopo. Popoli antichi come i Greci, i Romani ed i Persiani festeggiavano esclusivamente in occasione del compleanno di re, divinità e persone nobili. Nel calendario romano si festeggiava il giorno della nascita degli imperatori, nonché di particolari eventi importanti, come il Natalis Romae (il 21 aprile a commemorare la fondazione dell'Urbe), ed anche delle divinità.
I primi cristiani non festeggiavano il compleanno, perché la ritenevano un pratica pagana. Origene di Alessandria, definiva il compleanno un peccato d'orgoglio; mentre Sant'Agostino, lo sostituì con la festa dei Santi. Anche i musulmani, i buddisti e i taoisti rifiutano di festeggiare il compleanno per diversi motivi.
Il movimento "new age", inoltre, contesta l'aritmetica del calendario del compleanno, poiché lo considera una mera convenzione che non riflette in alcun modo quelle che sono le evoluzioni personali interiori, le uniche meritevoli di essere davvero celebrate. L'approssimarsi di alcune date di compleanno può suscitare una qualche forma di angoscia. È il caso dei compleanni che inducono a pensare a progetti falliti o a un senso di incompiutezza della propria vita. Tuttavia, oltre alle morti causate da malattie, non sono neppure rari i casi di persone che passano a miglior vita in corrispondenza del loro anniversario di nascita. William Shakespeare, soltanto per citarne uno, morì il giorno del suo compleanno per cause ignote.
Il compleanno porta sempre con sé un velo di malinconia... è il giorno che rammenta il veloce scorrere del tempo...la frenesia della vita...il dover sempre rincorrere qualcosa...
Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai.
Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo.
Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
Eri con me, e non ero con te. S. Agostino
Gigino A Pellegrini & G el Tarik