L'espressione Piove, governo ladro! è usata come bonaria parodia degli slogan dei cittadini contro il governo e in generale contro il potere costituito, colpevole, a loro dire, di tutti i mali possibili e quindi anche della pioggia.
Ma come è nata questa espressione?
Qualcuno la fa risalire alla tassa applicata alla raccolta dell'acqua piovana ai cittadini che avevano come fonte di raccolta le cisterne alimentate dalle grondaie.
Altre fonti la ricondurrebbero al tempo degli egizi, quando il governo dell'epoca aumentava le tasse nei territori che venivano sommersi dalle acque durante le esondazioni del Nilo, ricoprendo il terreno di limo il terreno era più fertile e ciò dava origine alla maggior tassazione.
Altri ancora riportano questo modo di dire ad Agostino d'Ippona che nel De civitate Dei attribuisce questa frase alla tendenza ad incolpare i cristiani di ogni problema (nello specifico, della siccità, attraverso la frase, definita proverbiale, "pluvia defit, causa Christiani sunt", liber II, cap. 3).
Più prossimo (vedi Dizionario moderno, 1905), ci si accorge che la frase nacque come didascalia di una vignetta.
Nel 1861 i mazziniani avevano preparato a Torino una dimostrazione; ma il giorno fissato pioveva, e la dimostrazione non si fece. Il Pasquino (una rivista satirica) pubblicò allora una vignetta di Casimiro Teja rappresentante tre mazziniani al riparo della pioggia dirotta e ci mise sotto la legenda: "Governo ladro, piove!". L'espressione divenne poi il motto della rivista.
Popolarmente l'espressione si ripete comunemente per satireggiare l'abitudine diffusa di dare la colpa di ogni cosa al governo, talora anche come espressione di sfogo polemico.
Insomma in ogni tempo il governo è ladro.
Cioè, i governi rubano sempre perché piove sempre
Ma ci sono governi e governi, perché ci sono piogge e piogge
Ne sa qualcosa la persona nella foto in basso!