Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello. Così il sommo poeta Dante ci presentò l’Italia di allora nel sesto canto del Purgatorio. Dante lancia una vera e propria invettiva contro l’Italia del suo tempo, dilaniata da lotte intestine, nido di corruzione e di decadenza e poi contro Firenze, la città che gli ha dato i natali e che lo ha ripudiato costringendolo all’esilio. L’Italia, luogo di sofferenze, priva di un governo autorevole, in balia degli eventi, divisa in fazioni che non sa fare altro che litigare. Ma questa è l’Italia di Dante oppure l’Italia di oggi?Chiediamoci: L’Italia da allora è veramente cambiata? Macché! Non é cambiato proprio nulla. Al tempo di Dante i disaccordi erano tra Guelfi e Ghibellini, ora sono tra leghisti e movimento 5 stelle, tra destra e sinistra. L’Italia non funzionava allora, non funziona anche oggi. I nostri governanti invece di pensare a cose serie e migliorare le condizioni economiche di tanti milioni di italiani che soffrono la fame e la miseria, si preoccupano, invece, di cose futili ed insignificanti. Il Ministro degli Interni Matteo Salvini che viene lasciato dalla sua compagna Isoardi. Il papà del Ministro Di Maio che ha pagato degli operai in nero e che alcuni anni fa ha costruito nel suo giardino delle baracche. L’On. Santelli che fa gli auguri di compleanno all’ex Governatore della Calabria Scopelliti ora in carcere. Il Sindaco di Cosenza Occhiuto non doveva abbattere l’eco mostro, l’ex Jolly Hotel, perché non aveva ricevuto ancora l’autorizzazione. A Cosenza per la notte di San Silvestro chi verrà? Un cantante melodico o una pop star? Le tessere per ottenere il reddito di cittadinanza chi dovrà stamparle e a chi dovranno essere spedite? Paura per Angel Merkel: il suo aereo è dovuto atterrare per emergenza. Fabrizio Corona, l’ex re dei paparazzi, litiga con Ilary Blasi al Grande Fratello Vip. Ma alla gente comune, alla gente che non arriva alla fine del mese, a quelli che per avere un pasto caldo fanno la fila alle mense della Caritas, se ne fottono di queste cose. E poi senza parlare delle cose che non funzionano e delle follie della burocrazia. Un signore, Virginio Anselmi, si è visto arrivare una bolletta della luce di zero euro. Avete letto benissimo, amici: zero euro. O pagava al più presto, entro 25 giorni dal ricevimento della lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure gli staccavano la luce. Ma cosa doveva pagare se la bolletta era di zero euro? Ad una anziana donna, per giunta vedova da pochi giorni, è arrivata anche a lei una raccomandata dalla società elettrica che le intimava di saldare regolarmente le fatture precedenti. Secondo voi, quanto potrebbe essere l’importo dovuto? 10, 100, 1000 euro? No, l’importo dovuto era di un centesimo, o,o1 euro. Ma il colmo è che il saldo di quel centesimo sarebbe dovuto avvenire tramite bonifico bancario in una unica soluzione. Un centesimo in una unica soluzione! E dopo aver effettuato il pagamento la signora avrebbe dovuto inviare copia del bonifico via fax all’ufficio di Vinovo, altrimenti le avrebbero tagliato l’energia. Ma per un centesimo tagliate l’energia ad una signora? Dove siamo arrivati! In quale stato viviamo? Ma perché arrivino ai cittadini per lo più anziani ed indifesi simili raccomandate con quelle modalità e poi per cifre irrisorie? Possibile che gli impiegati preposti non abbiano null’altro da fare? E che dire di quel Vigile del Fuoco che per salvare un gatto cadde da un albero e si fece male? Secondo la burocrazia la colpa è del Vigile. Non doveva salvare il gatto perché non chiese aiuto. Ma un gatto, un animale, poteva chiedere aiuto? Cose dell’altro mondo. Allora aveva ragione Dante quando scrisse: Nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello!.