Amici, vi ricordate di Rigopiano oppure avete già dimenticato quella tragedia che si poteva evitare e dove persero la vita 29 persone travolte da una valanga?
Era il 18 gennaio 2017, due anni fa. In quel giorno l’Hotel Rigopiano di Farindola provincia di Pescara venne sventrato e sommerso dalla neve.
Le indagini sulle responsabilità sono ancora aperte e molti sono gli interrogativi da chiarire.
Sono passati due anni e ancora i Magistrati indagano e ancora il posto della tragedia è sottoposto a sequestro giudiziario.
Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur.
Chiudo scusa agli amici se uso questa frase latina. Mi è venuta in mente questa frase di Tito Livio mentre scrivo queste note. Tito Livio fa riferimento alla richiesta di aiuto che Sagunto fece a Roma. A Roma discutevano se era opportuno o non intervenire e inviare rinforzi e si arrivò al punto che i Cartaginesi comandati da Annibale conquistarono la città.
E proprio quello che si è verificato il 18 gennaio 2017 all’Hotel Rigopiano.
I responsabili della Protezione Civile, della Prefettura di Pescara, il Sindaco della cittadina, allertati del pericolo imminente di valanghe dopo le scosse di terremoto dovevano intervenire immediatamente e con decisione, invece non sono intervenuti.
Hanno perso troppo tempo a discutere tra di loro senza agire e così dopo poche ore la valanga ha sventrato l’Hotel uccidendo 29 persone che soggiornavano nell’albergo e con le valigie pronte nella Hall sin dalla mattinata pronte a partire.
Tra le vittime c’era anche un ragazzo Alessio Faniello.
Il padre del ragazzo morto il 21 maggio scorso ha voluto ricordare suo figlio e ha portato dei fiori sul posto della tragedia.
Si è introdotto sul luogo ancora sottoposto a sequestro giudiziario.
Il Tribunale di Pescara lo ha condannato a pagare una multa di 4.550 euro per aver violato i sigilli giudiziari.
Il padre del ragazzo dopo aver ricevuto la notifica ha fatto sapere che non pagherà e se sarà necessario si farà tre mesi di carcere.
Amici, ma questa è una storia ai limiti dell’assurdo.
Ma questo è un vero e proprio affronto a un padre che non trova ancora pace per la morte di un figlio. Si è introdotto, è vero, abusivamente in un luogo dove i Magistrati hanno apposto i sigilli, ma per fare cosa?
Per rubare? Per distruggere le prove? No, per depositare un fascio di fiori dove era morto suo figlio. Ma la tragedia non si è verificata due anni fa?
E ancora i Giudici indagano e non hanno completato i rilievi del caso?
La zona è ancora sigillata.
Quando finiranno le presunte indagini?
Fra 20 anni, quando i veri responsabili della tragedia saranno tutti morti e i reati regolarmente estinti.
Ma, nel frattempo, finalmente abbiamo avuto una sentenza, non dei responsabili naturalmente della tragedia, ma di chi ha voluto ricordare una persona cara vittima innocente dei ritardi nei soccorsi, del menefreghismo, di chi ha concesso la licenza a costruire in un luogo pericoloso, dei Presidenti della Provincia, dei Presidenti di Regione, del Prefetto, del gestore dell’Hotel.