Riceviamo e pubblichiamo:
“Dopo il 04/marzo su quasi tutti i quotidiani e in tutti i dibattiti televisivi, i commentatori, esperti e meno esperti, da destra e da sinistra, ci hanno spiegato, per mesi, che se lo/a spread aumenta e le agenzie di reating ci declassano il governo non può (anzi non deve!) attuare il programma sul quale ha vinto le elezioni, che questi (sopratutto i 5S che con questa loro fissa del Reddito di Cittadinanza!) sono incompetenti, ecc.ecc.
Allora mi chiedo perché spendere tanti soldi per andare a votare se poi, al di là dei risultati, gli interventi li decide lo spread e le agenzie di reating (cioè mercati e finanza!)?
Quasi tutti, giornali e TV, hanno sorvolato su tre dichiarazioni, fatte dopo il 04 marzo, che sono, secondo me, collegate tra loro e, a chi ne avesse avuto voglia e interesse, avrebbero potuto aprire tante porte e tante finestre e avrebbero potuto far luce sulle maschere indossate per più di venticinque anni.
La prima e quella di un autorevole rappresentante della cultura della “cosiddetta sinistra”, Scalfari “ meglio Berlusconi che Di Maio”.
La seconda è quella di un autorevole rappresentante politico della “cosiddetta sinistra”, Renzi “dovremmo chiedere scusa a Berlusconi”.
La terza è di Berlusconi in relazione alla avviata campagna acquisti dei parlamentari 5S “Sappiamo che queste persone (i 5S!) non avrebbero convenienza a tornare al voto perché non sarebbero rieletti.
Invece così avrebbero ancora 4 anni di stipendio, 14 mila euro al mese dei quali non dovrebbero darne 8 mila al partito.
E io so che l’interesse privato è sempre superiore all’interesse generale”.
Soprattutto nell’affermazione “ E io so che l’interesse privato è sempre superiore all’interesse generale”, c’è tutto Berlusconi e una idea politica e umana di una destra affaristica.
Un’idea di società basata su questo principio è anticostituzionale e sarebbe da censurare anche se ad affermarlo fosse un semplice cittadino.
Ma è abominevole che lo affermi un uomo politico più volte presidente del Consiglio che per Costituzione dovrebbe avere la funzione di far prevalere l’interesse generale sugli interessi particolari.
Ma è ancora più sconcertante che quasi tutti i giornali e le TV abbiano sorvolato, e al contrario hanno dedicato centinaia di pagine e decine di serate alla “carriola” del padre di Di Maio!
Berlusconi in tutti gli anni dei suoi governi ha applicato in pieno questa filosofia morale e politica! Gli intellettuali e i politici (De sinistra!) che vorrebbero tornasse o vorrebbero chiedergli scusa (Scalfari e Renzi lo hanno detto, tanti altri a sinistra lo pensano!), questo lo sanno benissimo!
E allora è legittima la domanda perché, a sinistra, politica e cultura, pur sapendo benissimo chi è , come la pensa e come governa, lo rimpiangono? Sono stati costretti, dopo il 04/marzo, per paura che le cose possano cambiare veramente, a buttare le maschere!
Per darsi una risposta bisognerebbe dare uno sguardo alla politica italiana dalla caduta del muro di Berlino ad oggi.
In 25 anni centro-sinistra e centro-destra si sono apparentemente combattuti, contrapposti e alternati al governo del paese.
Ma davvero, come avrebbe dovuto succedere, si sono contrapposte due visioni del mondo, della società e del modo di governare?
C’è stato ed è stato veramente percepito dal mondo del lavoro, dal ceto medio, dagli ultimi e da tutti i cittadini che non si riconoscevano nella cultura del centro-destra la differenza tra i governi di centro-destra e centro-sinistra?
La risposta, sotto gli occhi di chi vuole vedere, è che differenze non ce ne sono state e che tutti i governi si sono mossi dentro la cultura politica che ha teso a limitare e a volte annullare la dimensione e la presenza dello Stato nell’economia.
I mantra di tutti i governi (centro-destra e centro-sinistra) dai primi anni novanta al 04/marzo, sono stati: austerità, flessibilità del lavoro, primato della finanza, maggiore concorrenza, raggiunta attraverso la deregolamentazione e l’apertura dei mercati nazionali (compresi i mercati finanziari) alla concorrenza estera attraverso la rimozione delle restrizioni ai movimenti di capitali attraverso i confini di unpaese;
Un ruolo minore per lo Stato, raggiunto attraverso la privatizzazione delle sue industrie e di alcune sue funzioni di governo (sanità, istruzione, ecc.) e attraverso l’imposizione di limiti alla capacità dei governi di ricorrere a deficit fiscali e ad accumulare debiti.
Queste politiche hanno favorito il capitale, la finanza, hanno fatto diventare sempre più grande il divario tra ricchi e poveri, hanno umiliato i lavoratori, hanno creato una massa di poveri assoluti e hanno fatto esplodere il debito pubblico!
Questo programma politico è il programma indicato e sostenuto dal neoliberismo che è sicuramente legittimo che sia perseguito e attuato da forze politiche di destra.
Destra e sinistra nel 2011 hanno sostenuto il governo Monti. Monti è un autorevole rappresentante mondiale del neoliberismo!
Il neoliberismo non è solo una teoria economica, ma una filosofia, una visione del mondo e dei rapporti tra gli uomini!
Da Juncker, De Benedetti, Baricco, Letta, Lerner, Bersani e altri incominciano ad arrivare parole di pentimento per avere ceduto al neoliberismo.
Le forze politiche che si definiscono e sono di sinistra devono avere una visione del mondo, della società e dei rapporti tra gli uomini e se al governo devono attuare programmi antitetici a quelli della destra, dovrebbero muoversi dentro un orizzonte socialista.
Muoversi dentro un orizzonte socialista e attuare un programma di sinistra deve voler dire: forte azione socio-economica dello Stato, tutela del lavoro, difesa del risparmio attraverso anche Banche Pubbliche di risparmio, tutela dei beni comuni, aiuto alle persone in difficoltà, maggiore controllo sulla finanza, maggiore ruolo dello stato in economia, avere un piano per attuare nazionalizzazioni di industrie e servizi strategici (Corbin in Inghilterra chiede la nazionalizzazione delle ferrovie), tutela e rinforzo della sanità e istruzione pubbliche, abolizione dell’articolo della Costituzione che prevede il vincolo del pareggio di bilancio ecc.
Destra e sinistra devono, in modo chiaro, legittimamente perseguire e attuare programmi diversi! E ogni cittadino deve poter liberamente scegliere in quale modello di società vorrebbe vivere.
In questi ultimi 25 anni la destra ha fatto e continua a fare anche dopo il 04/marzo il suo mestiere (Berlusconi e la Meloni pur scaricati da Salvini attaccano sopratutto il M5S!) , ma i partiti di sinistra sono confusi e smarriti e ancora ammaliati dal neoliberismo. E dopo il 04/marzo hanno perso completamente la bussola e hanno come loro bersaglio unico il M5S (con la lega e FI ci vanno a manifestare insieme per il TAV!).
Aveva e ha ragione da vendere Beppe Grillo quando diceva e dice che i partiti di destra e di sinistra si sono omologati ed è per questo che ha giustamente fondato un movimento che prende le distanza (non da sinistra e destra che ha sicuramente ancora un valore!) da questi partiti di sinistra e partiti di destra.
Può una sinistra vera ripartire dai Calenda, Renzi, Zingaretti, Bersani, Martina, Ascani e di tutti quei dirigenti che hanno partorito e/o condiviso tutto le politiche attuate in questi ultimi 25 anni e sopratutto negli ultimi 5 anni? Io penso di no!
Io penso che una sinistra nuova debba rinascere nella chiarezza, con uomini nuovi e un programma nuovo che si contrapponga in modo chiaro al neoliberismo.
Questa nuova sinistra non potrà non avere un confronto con il M5S e non potrà non partire da molti dei temi messi sul tappeto dal M5S che pur con tutte le sue contraddizioni ha intercettato tanto elettorato di sinistra che aveva capito che i partiti di sinistra non li rappresentava più.
La nuova sinistra deve ritornare in modo chiaro a difendere il lavoro e i beni comuni, gli aiuti dello Stato a chi è in difficoltà, il ruolo dello stato in economia, l’abolizione dei privilegi assurdi e offensivi della politica, le nazionalizzazioni e non le privatizzazioni selvagge ecc.
E per ultimo ma forse il più importante per ritornare a essere credibili, dire basta al politico di professione, al politico per tutta la vita, stabilire un limite, dieci, quindici anni max e poi si ritorna nella società.
Questo renderebbe la nostra democrazia più autentica, l’eletto più vicino all’elettore e forse potrebbe essere un argine al cancro della società italiana: la corruzione.
E dopo in modo chiaro e senza inganni e confusione da una parte sinistra e M5S e dall’altra la destra, e gli italiani, democraticamente, decideranno in quale società vorranno vivere.
Giuseppe Furano