L'arcivescovo metropolitano di Palermo Corrado Lorefice nel corso della omelia per la Patrona di Palermo, Santa Rosalia, ha parlato di "campi di concentramento libici" che "continuano la loro sistematica distruzione nazista dell’umano con la nostra colpevole complicità".
Una accusa che è anche una auto accusa.
Quel “nostra complicità” non esclude nessuno.
Tantomeno la chiesa che ancora una volta parla ma non agisce.
Che senso ha, infatti, parlare "dei popoli dell’Africa e del Sud del pianeta martoriati dallo sfruttamento dell’Occidente, ridotti allo stremo e alla morte” quando poi non si fa nulla per cambiare lo stato delle cose?.
Che senso ha narrare dello “sgomento davanti a tutti i corpi viventi che finiscono la loro avventura nel non senso, nell’abisso del nulla" quando poi non si fa nulla per cambiare lo stato delle cose?.
Che senso ha, infine, parlare dell "esercito di corpi tanto reali quanto invisibili, che si annidano nelle macerie della storia, distrutti da una corrente gelida di annientamento e di indifferenza” quando poi non si fa nulla per cambiare lo stato delle cose?.
Ma ancora peggio è dichiarare il proprio “ sgomento che ci afferra al cospetto dei barconi affondati”
Qualcuno pensa che la chiesa, cominciando da quella siciliana, stia per acquistare una nave per trasbordare i migranti”dei campi di concentramento libici" fino ai conventi di tutta Europa per ospitarli, servendosi della collaborazione gratuita dei preti e delle monache.
Basta barconi e gommini che poi affondano con il loro carico umano.
Le navi del papa e degli arcivescovi trasporteranno in tutta sicurezza i migranti e li distribuiranno secondo un piano di distribuzione europeo.
La fede e la chiesa porranno fine ai campi di concentramento libici.
Poi le navi del papa cominceranno a trasportare i migranti da tutte le altre parti del mondo verso tutti i conventi del mondo.