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Canta che ti passa

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CANTAIl Presidente del Consiglio Italiano Prof. Giuseppe Conte, detto Giuseppi, così lo ha chiamato il Presidente americano Trump, è nato in Puglia a Volturara Appula in provincia di Foggia. Essendo un pugliese doc è un ammiratore del famoso cantante pugliese Domenico Modugno e conosce tutte le sue canzoni. L’altro giorno, dopo la debacle del candidato del centro sinistra nelle elezioni regionali umbre e il crollo del Movimento 5 Stelle, superato addirittura da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, i giornalisti, a margine dell’evento “Sindaci d’Italia” organizzato da Poste Italiane, lo hanno intervistato. Uno gli ha chiesto se il voto di domenica avrebbe avuto ripercussioni sulla tenuta del Governo da lui presieduto e se l’alleanza tra Pd e M5Stelle sarebbe stata messa in discussione. Dopo il risultato negativo lui si sente messo in discussione? In discussione il Professore? Macché! Si ferma, stringe mani e canta la famosa e bellissima canzone del grande Modugno:” Meraviglioso”. Ha il sole, il cielo, il mare . Cosa vuole più dalla vita? Un po’ di pace, un po’ di tranquillità, un governo meno bellicoso e riottoso su tutto. Un lucano, dicono quelli della propaganda televisiva. No, magari un Cynar contro il logorio della sua sgangherata coalizione che lo tiene incollato alla poltrona di Premier senza mai essere stato eletto e senza mai affrontare una competizione elettorale. O magari un bel pacchetto di voti o una quarantina di parlamentari che lo metterebbero al sicuro da eventuali tranelli e pugnalate alle spalle per disarcionarlo, utili alla sua sopravvivenza a Palazzo Chigi. I parlamentari ce li ha Matteo Renzi che li ha strappati al Pd e i voti ce li ha quell’altro Matteo, quel Matteo Salvini che per 14 mesi è stato il Ministro dell’Interno del suo governo giallo verde. Canta che ti passa recita un antico e popolare detto. Passa un bel niente e il giorno dopo non è affatto meraviglioso. Ora, dopo la debacle in Umbria, è alle prese con uno scandalo finanziario vaticano, che se venisse davvero confermato, basterebbe da solo a mandarlo a casa. Ma lui è tranquillo, imperturbabile, un po’ teso a dir la verità, ben aggrappato alla poltrona, segno che quel cielo, quel mare, quel sole caldo forse gli ha dato un po’ alla testa. E’ stata una elezione regionale, ripete come un mantra. E poi l’Umbria è come la provincia di Lecce.. Quel paragone ha offeso i cittadini Umbri e anche per questo lo hanno bocciato nelle urne. Le affermazioni del Premier non solo hanno fatto arrabbiare sia gli Umbri che i Leccesi, ma sono di una gravità inaudita. Non sono state pronunciate da un pinco pallino qualsiasi in piazza durante un comizio elettorale, ma da un Professore che ricopre la carica di Presidente del Consiglio di una nazione importante come l’Italia. Una regione di circa un milione di abitanti per lui ha una scarsa importanza. I voti umbri non contano. Contano, eccome. Domenica, però, nel segreto delle urne, con una matita copiativa e con un semplice segno di croce, gli Umbri zitti zitti senza fare troppo rumore gli hanno dato una bella risposta che ricorderà a lungo. Canta che ti passa. Eppure per Conte, per il Governo, per la maggioranza giallo rossa c’è poco da cantare. L’aria che tira dopo l’Umbria è da guerra atomica. Sono incominciati già i litigi in Emilia Romagna e in Calabria per la scelta dei candidati a Governatore. Ma Vi sembra normale, amici, che il Premier ha cantato “Meraviglioso” di Domenico Modugno? Siamo seri.

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