L’ 11 novembre è un giorno speciale perché la chiesa commemora il Santo Francese, quel Martino che quando terminò il servizio come Cavaliere, prese i voti e divenne Vescovo di Tours.
Ma oggi per i contadini è anche un giorno particolare perché secondo un antico proverbio a San Martino ogni mosto diventa vino.
Ma cosa vuol dire?
Dopo la fermentazione il mosto comincia a sapere di vino.
A questo giorno è legata però una antica leggenda.
Un giorno di freddo intensissimo il Cavaliere Martino incontrò lungo la strada un viandante tutto nudo che tremava dal freddo.
Gli chiese di aiutarlo.
Non aveva niente da dargli.
Allora prese la sua lunga spada e tagliò a metà il suo lungo mantello e metà lo donò al povero. – Dio ve ne renda merito – balbettò il mendicante e sparì.
Quel mendicante era Gesù.
Poco dopo incontrò un altro mendicante privo anche lui di vestiti e Martino, senza esitare, gli regalò l’altra metà del suo mantello.
Rimasto senza mantello incomincia a sentire freddo e così il Signore Dio venne in suo soccorso.
Il sole apparve improvvisamente e incominciò a scaldare le sua membra.
Per diversi giorni durò il bel tempo e questo breve periodo di alcuni giorni quasi estivi venne chiamato: L’estate di San Martino.
Quest’anno, a dire il vero, il bel tempo non ci ha mai abbandonato, fatta eccezione per questi ultimi giorni di pioggia intensa. In Sila è addirittura caduta la prima neve.
Cosenza, però, stamattina è stata una magnifica mattina di sole.
Quando ero ancora in servizio nelle scuole elementari non solo ricordavo ai bambini la leggenda di San Martino ma facevo imparare la bellissima poesia di Carducci, forse oggi poco ricordata: San Martino. “ La nebbia agli irti colli / piovigginando sale /….Ma per le vie del borgo /… va l’aspro odor dei vini…..