L’altro giorno una signora di Latina era a casa con i suoi tre figli. Pochi giorni prima aveva perso il marito impiegato dell’INPS colpito dal coronavirus. Squilla il telefono. Pronto! Chi parla? Pronto signora, sono Papa Francesco. All’inizio la signora ha pensato ad uno scherzo di cattivo gusto. Possibile, il Santo Papa telefona ad una povera vedova che non ha mai conosciuto. Non è possibile, non è lui. Con tante cose che ha da fare non potrà mai interessarsi di una vedova che ha perso il marito. Poi la signora ha riconosciuto che quella voce era davvero di Papa Francesco e dopo lo shock iniziale ha incominciato a dialogare col Santo Padre. Un’altra telefonata di Papa Francesco ad una vedova colpita da un lutto insostenibile. Il Papa ha voluto abbracciare questa donna distrutta dal dolore, forse non ha potuto nemmeno dare l’ultimo addio al marito che amava tanto, forse nemmeno ha potuto avere l’estrema unzione ed un funerale. Il Papa le ha detto che prega per il marito scomparso, per lei e per i suoi tre figli rimasti orfani. Alla fine le ha chiesto, come del resto fa con tutti, di pregare anche per lui e di confidare in Dio. Dio è sempre vicino alle vedove e a coloro che soffrono. Le telefonate del Santo Padre alle vedove, alle donne violentate, alle donne che soffrono ormai sono delle caratteristiche del suo pontificato. Bergoglio le chiama e le vuole abbracciare come del resto faceva Gesù. Parla loro, con la semplicità che lo contraddistingue e vuole essere d’esempio e stare vicino alla gente che soffre, che piange, che si dispera.