Chiedo scusa, mi sono sbagliato. Non è più Silvia che ritorna a casa dopo lunghi 18 mesi di prigionia ma un’altra fanciulla di nome Aisha. Ma chi è veramente questa pulzella del XXI secolo che raggiante scende dall’aereo e saluta la folla che l’attendeva all’aeroporto di Ciampino? Una novella Giovanna D’Arco, la pulzella d’Orleans? Una scienziata italiana che dopo aver scoperto il vaccino anti Coronavirus ritorna trionfante nella sua amata e ingrata patria che l’aveva costretta ad emigrare all’estero per trovare un proficuo lavoro? Un novello Ulisse che, pieno di fama e di sventura, bacia la sua petrosa Itaca? Un condottiero che ha compiuto delle imprese eroiche? Un novello Gagarin che ritorna dallo spazio? No, è una ragazza normale che partita dall’Italia per un paese africano come cooperante e che nel novembre 2018 viene rapita dai terroristi in Kenya e che ieri è stata finalmente liberata dai suoi rapitori dopo una lunga trattativa e dopo che l’Italia abbia dovuto pagare un ingente riscatto. Tutto qui? Tutto qui. Non ha fatto nulla, ma proprio nulla di eccezionale. Non ha scoperto un bel nulla. Non ha compiuto delle gesta che meritano una accoglienza trionfale. Eppure ieri c’erano ad accoglierla il Presidente del Consiglio Prof. Conte e il Ministro degli Esteri On. Luigi Di Maio che hanno voluto salutarla per primi. I familiari della ragazza dopo. Il padre, addirittura, l’ha accolta con un inchino. Evidentemente le gesta compiute da questa fanciulla hanno dello spettacolare. Ha detto con un sorriso smagliante che è felicissima. Ha ringraziato le istituzioni. Ha ribadito che sta bene fisicamente e mentalmente. E ci ha fatto sapere pure che si è convertita all’Islam. E’ stata una sua libera scelta, che non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori e che l’hanno trattata sempre benissimo. Mi dispiace deludervi, ma io non credo neppure una parola a quello che ha detto al suo arrivo in Italia la fanciulla Aisha. E sapete perché? Perché ha detto che vuole ritornare in Africa. E i 18 mesi trascorsi in prigionia li ha già dimenticati? E poi questa fanciulla del rapimento, della prigionia, dei disagi, delle sofferenze, del lungo e travagliato viaggio per raggiungere la Somalia non ha alcun segno. Era bella, tranquilla, sorridente, rilassata. Detto questo mi fermo qui. Sono anche io felicissimo che questa giovane donna italiana sia tornata finalmente libera in Italia dopo un anno e mezzo di prigionia lontana dai sui affetti più cari. Chi se ne frega se sia ritornata Silvia o Ashia, cattolica o musulmana. Essere, però, ricevuta al suo ritorno in patria dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri mi ha dato fastidio. Per me è stata una scelta sbagliata. C’è mancata la Fanfara dei Bersaglieri e la Banda dei Carabinieri. E pure la grande parata ai Fori Imperiali. Poteva affacciarsi dal balcone del Campidoglio o del Quirinale al fianco del sorridente Presidente della Repubblica On. Mattarella e salutare i romani. Ora, però, dopo questa accoglienza in pompa magna quale sarà il suo futuro? La vedremo comparire in tutte le televisioni e in tutti i talk show mattutini, pomeridiani e serali e ad essere pagata, alla fine poi a scrivere un bel libro per raccontare agli italiani la sua triste e lieta avventura.