Girolamo Bruno, ebanista messinese di 18 anni venne accusato ingiustamente di furto
Almeno questo è quanto sostenne la madre che giurò e spergiurò che il figlio fosse con lei quando avrebbe dovuto compiere il furto.
E la madre era con lui nel Tribunale di Messina quando si svolse il processo
Era il 26 dicembre 1908.
Siamo a fine anno e “Le cause vanno spicce sia perché ce ne sono molte, sia perché bisogna liberare il ruolo per l’anno nuovo”
Così racconta il giornalista e politico Claudio Treves, riprendendo un aneddoto riferitogli da Ernesto Citarella, redattore della “Gazzetta di Messina e delle Calabrie.
L’avvocato della difesa non si impegnò più di tanto e si rimise alla clemenza della Corte.
Pochi minuti di camera di Consiglio.
Tanto per rispettare la forma
Poi la sentenza
Il giovane venne condannato a 2 anni di carcere
E fu allora che la madre irruppe nel pretorio, dice Treves.
Gli occhi dilatati , orrenda e sublime, e come un’ossessa o una veggente, gridò:
“Mala nova! avia a veniri un tirrimotu cu li occhi e v’avi a ‘mmazzari a vui birbanti e a tutta Missina (Maledizione! Ha da venire un terremoto con gli occhi ed ha da ammazzare voi birbanti e tutta Messina.)
Poche ore dopo il 28 dicembre, alle ore 05.20 e 27 secondi del mattino la terra cominciò a tremare e Messina fu distrutta
Qualcuno ebbe a salvarsi dal terremoto ma non dal maremoto conseguente e successivo
Non è dato sapere se i giudici che emisero la sentenza di salvassero.
Ma a Messina il 90 % dei fabbricati fu distrutto
Morirono tra 75 ed 80 mila persone su 130 mila abitanti.