Tipo caccia grossa, quando i vecchi cacciatori mandano l loro foto in giro con il leone appena ucciso
Solo che si trattava di una violenza sessuale a danno di una minorenne
Il luogo la nobile Castelfranco veneto in quel di Treviso
Gli autori 3 minorenni
La preda una ragazzina di soli 13 anni che fa la terza media
La ragazzina era stata avvicinata più volte dai giovani che l'hanno poi convinta a seguirli in un garage e, mentre uno faceva da palo, a compiere atti sessuali
Tutto poi veniva ripreso col telefonino
Forse nessuno avrebbe saputo nulla
Ma gli eroi volevano far sapere della loro bravata
E così hanno mandato con Whatsapp il filmato ad un migliaio di loro amici
Uno era di troppo.
Era un parente ed appena visto il filmato è andato dallo zio, il papà della ragazzina a farlo vedere
Immediata la denuncia avvenuta circa un mese fa e le indagini
In pochi giorni, i carabinieri hanno ricostruito quanto avvenuto, identificato i protagonisti e il garage di un complesso dove erano state registrate le immagini.
Quindi la chiusura nelle scorse ore delle indagini con la denuncia al tribunale dei minori dei tre violentatori che sono stati denunciati per violenza sessuale e divulgazione di materiale pedopornografico
Anche i ragazzini che avessero ricevuto il filmato e lo avessero a loro volta rilanciato, rischiano ora la denuncia per divulgazione di materiale pedo-pornografico.
La 13enne, particolarmente scossa, è ora seguita da uno psicologo e si sarebbe rifiutata di tornare a scuola.
Sotto choc una intera comunità, incredula davanti a quanto accaduto
il capitano dei carabinieri Salvatore Gibilisco, comandante a Castelfranco Veneto dichiara-"Questa è una forma di bullismo purtroppo in voga negli ultimi tempi tra i giovani”.
Il sociologo Francesco ha ricordato: "i dati di ricerche recenti sul sexting sono abbastanza allarmanti. Telefono Azzurro ed Eurispes sostengono che nel 2011, 1 adolescente su 10 ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale, valore passato nel 2012 a 1 adolescente su 4".
Non ci sembra lontano dal vero.
Nemmeno qui da noi dove ci dicono esistere una similare realtà
Ed allora ecco che è bene che “Anche chi riceve foto o video e le divulga a sua volta deve sapere che compie un reato".
Scuola ed istituzioni potrebbero fare qualcosa di più