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Il Papa “scopre” che (ANCHE) gli italiani sono poveri e che i politici “dormono”!

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L'Italia è sempre più impoverita, le famiglie sempre più sotto pressione e la politica fa finta di non vedere. L'udienza generale è come ogni mercoledì affollatissima, piazza san Pietro è piena e non ci sono settori vuoti.

Il Papa predica e racconta di quello che raccoglie dalla gente che gli scrive, dai parroci, dalle strutture caritative delle diocesi dove la fila di chi non ha niente si allunga. “Non si possono ignorare le sofferenze delle famiglie colpite dalla disoccupazione e dagli effetti della crisi economica.

Non può farlo la Chiesa, che per essere vicina ai poveri e ai piccoli deve farsi povera nelle sue stesse istituzioni, nello stile di vita dei suoi membri, per abbattere ogni muro di separazione, soprattutto dai poveri".

E non possono farlo i governi e gli imprenditori ne’ "quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti e la generazione una variabile secondaria. Non capiscono niente!".

Parole pesantissime.

Il Papa ha citato in proposito il degrado delle megalopoli e la desolazione delle zone rurali. "La situazione dell’intero Paese e’ difficile.

E’ importante che ci sia un incisivo impegno per aprire vie di speranza", ha detto dopo aver lanciato un appello per la Whirpool di Carinaro, i cui lavoratori vivono "una grave congiuntura occupazionale" per la quale ha auspicato "una rapida ed equa soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie".

Una denuncia forte che, ha osservato Bergoglio, "irrita".

Irrita i politici, irrita gli imprenditori, irrita le istituzioni.

L’intera Udienza Generale e’ stata dedicata proprio al tema della povertà delle famiglie, "la loro prima vulnerabilità", ha detto.

"Pensiamo - ha esordito - a tante famiglie che popolano le periferie.

Quanta miseria, quanto degrado!”

Secondo il Papa, "e’ quasi un miracolo che, anche nella povertà, la famiglia continui a formarsi, e persino a conservare, come può, la speciale umanità dei suoi legami". "Il fatto - ha denunciato - irrita quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti, la generazione, i legami famigliari, come una variabile secondaria della qualità della vita".

Invece, "noi dovremmo inginocchiarci davanti a queste famiglie, che sono una vera scuola di umanità che salva le società dalla barbarie".

Papa Francesco è sicuro che "una nuova etica civile arriverà soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale a partire dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e povertà, che ci porta nel baratro".

"L’economia odierna - ha denunciato ancora - si e’ spesso specializzata nel godimento del benessere individuale, ma pratica largamente lo sfruttamento dei legami famigliari.

E’ una contraddizione grave, questa!

L’immenso lavoro della famiglia non e’ quotato nei bilanci, naturalmente!

Infatti l’economia e la politica sono avare di riconoscimenti a tale riguardo.

Eppure, la formazione interiore della persona e la circolazione sociale degli affetti hanno proprio li’ il loro pilastro. Se lo togli, viene giù tutto".

NdR .Nessuno si offenda, ma forse è la prima volta che si scopre che non esiste solo la periferia del mondo( rispetto ai paesi cosiddetti industrializzati, progrediti e civili), ma anche la periferia delle città e che le sofferenze sono eguali!

Amantea, ovviamente, compresa.

Un tempo i Rom( li chiamavamo “zingari”) si accampavano sotto i ponti ed i pontini( mettendo della paglia sulla sabbia), ma erano tempi di fame. Oggi, tempi di ricchezze e di diritti) qualche Amanteano vive sulla spiaggia sotto una tenda!

Redazione TirrenoNews

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